Transizione Energetica e formazione. L’esempio di ReThink Taranto

scritto da il 07 Dicembre 2022

Post di Emanuele Memmola, Ingegnere ENI Spa  e Consigliere Delegato Commissione Ambiente e Territorio Ordine Ingegneri Provincia di Taranto –

Nella seconda metà del 2022 l’Italia, come del resto molti paesi Europei, sta affrontando un periodo di tensione dato sia dal rallentamento della crescita del PIL sia dall’incremento dell’inflazione, che sta mettendo a dura prova i consumi. I prezzi del gas e degli energetici in generale stanno condizionando negativamente i mercati, causando un rallentamento dell’attività produttiva.

La ripresa dei consumi delle famiglie avvenuta nel primo semestre, è prevista in frenata nella seconda metà del 2022 attestandosi a fine anno ad un valore quasi certamente inferiore a quello del 2019. Il rialzo dei tassi – già riscontrato nelle condizioni di finanziamento alle imprese – ha creato nuova inflazione facendo così salire il costo del debito per privati ed imprese e quindi i prezzi delle merci, con il conseguente calo della domanda.  Secondo i dati diffusi dall’Istat a novembre 2022, gli occupati crescono, ma anche i disoccupati, mentre sono diminuiti gli inattivi, ma il vero dato scoraggiante è che l’occupazione giovanile è ancora in una fase di stallo.

Ma nonostante tutto si continua a parlare di Transizione Energetica. Si continuano a confermare gli obiettivi di decarbonizzazione e di sostenibilità.

La popolazione mondiale ha raggiunto qualche giorno fa la strabiliante cifra di 8 miliardi e, stando alle previsioni ONU, entro il 2040 supererà i 9 miliardi di individui.

La domanda mondiale di energia

Ciò comporterà una crescita della domanda mondiale di energia sempre crescente e per contrastare il fenomeno del cambiamento climatico, è fondamentale riuscire nel contempo a limitare le emissioni di climalteranti in atmosfera con progressività.

Questo permetterebbe di mantenere l’incremento della temperatura media globale al di sotto di 2 gradi rispetto ai livelli pre-industriali (rif. Accordo di Parigi del 2015). Tali dati rappresentano un serio monito ed un invito a rivedere un sistema economico, sociale ed industriale che negli ultimi decenni ha funzionato in base ad un modello lineare di produzione e consumo, che prevede una illimitata disponibilità di materie prime e in cui i beni vengono prodotti, venduti, utilizzati e scartati come rifiuto a fine vita. Oggi, alla luce anche della avvenimento COVID19 e alla vicenda della “sicurezza ed indipendenza energetica”, la sfida del futuro è proprio l’Economia circolare e la Transizione Energetica.

Sviluppare un modello di economia circolare rappresenta quindi il superamento dello sviluppo lineare, basato sulla produzione e sul consumo ad alta intensità di energia e di risorse naturali, in cui i prodotti, al termine del loro ciclo di vita, diventano rifiuti. Si tratta di una transizione energetica complessa, che comporta elevati rischi sia occupazionali sia produttivi derivanti dalla necessità che la stessa si accompagni a profonde riconversioni e/o vere e proprie sostanziali chiusure di importanti impianti industriali e/o di produzione energetica.

Quarta rivoluzione industriale

L’Economia Circolare è considerata la quarta rivoluzione industriale assieme all’Industry 4.0. L’attenzione che l’Europa sta riponendo come topic a livello comunitario sul tema ambientale, sta influenzando in maniera radicale i processi produttivi e distributivi in tutti settori industriali. Un cambio di paradigma che comporta conversioni e innovazioni dei business model aziendali, con riflessi sull’offerta e attività di progettazione, trasformazione e vendita.

Tutto questo è emerso nel forum dell’Economia Circolare – ReThink Taranto – che si è tenuto a Taranto dal 3 al 5 ottobre scorso, per il secondo anno consecutivo, lasciando al territorio un’eredità importante fatta di relazioni e riflessioni sullo sviluppo sostenibile. Un forum organizzato dalla Fondazione Tondo e dalla Associazione Eurota in collaborazione con l’amministrazione Comunale e Regionale e soprattutto con il patrocinio dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Taranto.

transizione

Con più di 1000 presenze durante le tre giornate di incontri e convegni tenute nell’ex caserma Rossarol, sede del Dipartimento Jonico dell’Università degli Studi di Bari, l’evento organizzato da Tondo e dall’associazione tarantina Eurota, con la collaborazione main sponsor Eni e di diversi partner istituzionali e privati, conferma il suo valore di driver nel dibattito mirato a consolidare le buone prassi nel campo dell’economia circolare e della Transizione Energetica, con l’ambizione di trasformarsi in un appuntamento fieristico di più ampio respiro.

Oltre le presenze fisiche e il valore degli speaker sono stati coinvolti più di 1600 spettatori con gli eventi on line. Questo modello misto ha consentito di superare tante barriere e arrivare ovunque, diffondendo il verbo dell’economia circolare a livelli prima impensabili.

Altri numeri parlano del successo dell’iniziativa: 8mila utenti attivi sul sito ufficiale di Re-think, nei due mesi a cavallo dell’evento, 3mila persone registrate sulla piattaforma Eventbrite, 50mila impression su Linkedin, una copertura dei post Facebook pari a circa 90mila utenti.

Transizione energetica e formazione delle professionalità

Questo per dimostrare che la Transizione Energetica deve coinvolgere anche la Formazione e l’informazione delle professionalità.

La formazione del personale sulle tematiche ambientali è essenziale per condurre l’azienda ad ottimizzare le risorse in input ed output. La mission di questo Forum è stata quella di formare ed informare figure aziendali su come interpretare le più importanti innovazioni nel settore ambientale. Sono state approfonditi i bisogni aziendali in funzione degli obiettivi e dei KPI di sostenibilità da raggiungere. ReThink Taranto rappresenta un laboratorio dove poter progettare insieme alle tante aziende che hanno partecipato un percorso su misura personalizzato, innovativo ed efficace.

Un percorso ad alto valore innovativo dedicato alle aziende sul tema Economia Circolare, ma anche alle startup che trattano le tematiche del modello economico circolare.

Green jobs e responsabilità

ReThink ha voluto concepire anche con le Università e con i centri di Ricerca un corso di formazione dedicato alle sue esigenze, prospettive e operazioni di sostenibilità.

Ecco perché la categoria di chi si occuperà dei green jobs svolgerà nel prossimo futuro un ruolo determinate e di grande responsabilità. Si dovranno mettere a fattor comune tutte le idee e le iniziative di recupero, di riciclo, di energy saving, di decarbonizzazione, dalle fase di progettazione, alla produzione, al consumo, sino alla destinazione e al fine vita dei prodotti in modo tale che si possa limitare l’apporto di materia ed energia in ingresso e di conseguenza limitarne, anche, scarti e perdite;  tutto ciò ponendo una maggiore attenzione alla prevenzione ambientale e avendo come ulteriore obiettivo la realizzazione di un nuovo valore economico, territoriale e sociale.

Queste nuove figure professionali dovranno proporre il revamping di impianti esistenti e la loro riconversione; non solo a progettarne nuovi, ma a rendere quelli già autorizzati da una AIA (autorizzazione integrata ambientale) molto più flessibili e sostenibili. Sarà questa la sfida vincente. Impianti che possano essere alimentati da rifiuti, da scarti, da prodotti a fine vita al fine di raggiungere due obiettivi: ridurre le materie prime e ridurre il trasferimento e lo smaltimento dei rifiuti.

I professionisti e la realtà della provincia di Taranto

In particolare i professionisti della Provincia di Taranto, calati quotidianamente in una realtà produttiva industriale, turistica e portuale molto importante e in continua evoluzione, vogliono essere protagonisti sui temi della transizione energetica, della riconversione e della sostenibilità, rivedendo il sistema industriale come una risorsa per le diverse vocazioni del territorio. Vogliono essere protagonisti diventando i fautori di sinergie importanti tra le amministrazioni comunali, il porto, la siderurgia moderna, il turismo, la raffinazione ecosostenibile, l’eolico, il solare, tutto quello che porta alla blue economy.

Da qui viene la necessità di investire nella ricerca, sulla formazione/informazione (vedi ReThink Taranto) e nuove tecnologie orientate a guidare la società verso un modello di sviluppo che vada oltre la logica del profitto ma che miri fermamente a coniugare resilienza e sostenibilità ambientale.

Decarbonizzazione in progetti a breve e medio termine

Perciò occorre intraprendere un deciso processo di decarbonizzazione che si concretizza attraverso progetti di breve e medio termine e che ha come obiettivo di lungo termine il raggiungimento della “carbon neutrality”. Il processo di transizione richiamato è ovviamente progressivo; bisogna partire sviluppando iniziative di blue economy ed economia circolare ricorrendo a nuove tecnologie.

E la guida, per la nostra categoria, anche in questo processo non può che essere un incessante lavoro di ricerca, innovazione ma soprattutto fare networking di idee, soluzioni e proposte. È necessario creare una rete tra tutti gli stakeholders che possono integrarsi, interagire tra loro e creare uno sharing di risorse e servizi sposando le esigenze della società.

Prepariamoci, la sfida è appena cominciata e Taranto è in pole position!