Liberalismo in crisi, così la vigilanza e lo Stato tornano in cattedra

scritto da il 24 Aprile 2023

Post di Carlo Giannone, fondatore di Pillole di Politica blog e Finanza, Pizza e Mandolino podcast – 

Le ricorrenti crisi finanziarie del 2007 e del 2023 hanno evidenziato la vulnerabilità delle politiche economiche liberali, ravvivando i dibattiti sul ruolo dello stato nell’economia. L’assunto che il libero mercato, il minimo intervento governativo e la deregolamentazione avrebbero favorito una crescita solida e una stabilità globale è stato messo in discussione da queste crisi, suggerendo come sia necessaria una rivalutazione dei principi del liberalismo.

Eccessivo indebitamento e deregolamentazione nel 2007

Nel 2007, il mondo ha assistito a una delle crisi finanziarie più devastanti dalla Grande Depressione. Scatenata dal crollo della bolla immobiliare statunitense, la crisi si è rapidamente trasformata in un crollo economico globale. Alla base del problema vi era l’eccessivo indebitamento delle istituzioni finanziarie, alimentato da una combinazione di deregolamentazione, convinzione che i mercati si sarebbero autoregolamentati e pessima gestione orientata ai profitti di breve termine. Il conseguente credit crunch e i massicci salvataggi governativi hanno dimostrato in modo doloroso che i principi del liberalismo erano carenti.

Governance economica e finanziaria inadeguata nel 2023

La crisi bancaria del 2023, sebbene distinta nelle sue origini, presenta sorprendenti similitudini con quella che l’ha predeceduta. La presa di rischio eccessiva, guidata dall’incontrollato perseguimento del profitto e dalla mancanza di un controllo adeguato negli USA, ha portato a una nuova ondata di turbolenza finanziaria. L’interconnessione delle economie globali ha amplificato l’impatto della crisi, evidenziando ulteriormente le inadeguatezze di un approccio puramente liberale alla governance economica.

Le debolezze del liberalismo, Stato ancora fondamentale

Queste crisi hanno messo in luce le debolezze intrinseche del modello economico liberale, in particolare la sua dipendenza dall’autoregolamentazione e la convinzione che le forze di mercato da sole possano garantire la stabilità. È diventato chiaro che lo stato ha un ruolo fondamentale nel mitigare i rischi sistemici e nel promuovere una crescita economica sostenibile.

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Immagine di Markus Spiske per Unsplash

Norme per prevenire la formazione di pericolose bolle finanziarie

In primo luogo, lo stato deve rafforzare i quadri normativi per frenare la presa di rischio eccessiva e prevenire la formazione di pericolose bolle finanziarie. Ciò include l’attuazione di requisiti di adeguatezza patrimoniale per le banche, l’imposizione di una maggiore trasparenza nelle transazioni finanziarie e l’applicazione di restrizioni alle attività di investimento ad alto rischio. In questo senso, l’Unione Europea ha dimostrato ancora una volta di essere stata virtuosa in quella che le grandi aziende statunitensi definiscono una “massiccia e eccessiva regolamentazione”.

Lo Stato e la vigilanza sulle disuguaglianze economiche

In secondo luogo, lo stato deve riconoscere l’importanza del benessere sociale nella promozione della crescita economica a lungo termine. Le crisi del 2007 e del 2023 hanno rivelato l’impatto devastante della turbolenza finanziaria sulle componenti più vulnerabili della società e la necessità dello Stato di vigilare sulle crescenti disuguaglianze economiche. I principi liberali non sono da condannare in toto ma la crescita a tutti i costi non coincide con una maggiore ricchezza comune bensì con un impari aumento della ricchezza a vantaggio di pochi eletti.

Le crisi e gli evidenti limiti del liberalismo

Le crisi del 2007 e del 2023 hanno dimostrato i limiti del liberalismo e l’urgente necessità di un approccio più equilibrato alla governance economica. Assumendo un ruolo più attivo nell’economia, lo Stato può favorire la stabilità, promuovere una crescita sostenibile e assicurare una distribuzione più equa della ricchezza. È giunto il momento di riesaminare l’ortodossia liberale e bilanciare la libertà dei mercati con una vigilanza socialmente attenta da parte dello Stato. L’Unione Europea può essere in questo di grande esempio per gli Stati Uniti d’America.