Produrre auto elettriche in Italia, il ruolo (cruciale) di Stato e aziende

scritto da il 20 Giugno 2023

Post di Valerio Mancini, Direttore del Centro di Ricerca di Rome Business School e Fabrizio Zucca, esperto di automotive e sostenibilità – 

La mobilità e il residenziale sono i due settori che maggiormente contribuiscono all’emissione di CO2 e di gas serra.  Al contrario di quello che generalmente si immagina il settore industriale e manifatturiero non sono la fonte principale dell’inquinamento atmosferico, dato che ne rappresentano all’incirca il 20%. Difatti, i settori responsabili per quasi il 70% delle emissioni sono rappresentati dai trasporti, il residenziale e la generazione di energia. Va sottolineato che quest’ultima è funzionale a tutti i settori che, in un modo o nell’altro, ne sono utilizzatori e che una decarbonizzazione del settore energetico permetterebbe un beneficio generalizzato a tutti i settori dell’economia.

A

In Italia, nel 2019, il settore dei trasporti era responsabile del 25.2% delle emissioni totali di gas serra e del 30.7% delle emissioni di CO2; con il 92.6% di queste ultime che è direttamente attribuibile ai trasporti stradali.

Trasporti ed effetto serra

Il settore dei trasporti è uno dei pochi che nel ventunesimo secolo ha segnato un incremento delle emissioni (+3.2% nel 2019 rispetto al 1990) congiuntamente al settore residenziale e a quello dello smaltimento dei rifiuti. È sicuramente in questi tre settori che si dovrà concentrare l’attenzione per arrivare al raggiungimento entro il 2030 della riduzione delle emissioni climalteranti pari al 55% ed entro il 2050 allo “zero netto” di emissioni (neutralità carbonica) in linea con l’European green deal e al pacchetto “fit for 55”.

Automotive

Il passaggio necessario verso una mobilità sempre più sostenibile porta quindi con sé molteplici sfide per il settore dell’automotive, ma offre anche molteplici opportunità. L’Italia, con la sua lunga tradizione nel settore automobilistico e la sua expertise nel design e nella produzione di veicoli di alta qualità, ha il potenziale per guidare questa transizione, ma serve una cultura diffusa tra gli italiani. Bisogna continuare a formare e sensibilizzare sulle alternative di trasporto ecologiche e sull’importanza della riduzione delle emissioni nocive.

La situazione in Italia

Il vero impatto della sensibilizzazione verso la mobilità sostenibile nel lungo termine non è dato solo dal sempre maggiore uso di auto elettriche o meno inquinanti, ma investe soprattutto il mondo del lavoro. Gli italiani cominciano sì a capire la convenienza economica negli anni delle autovetture elettriche, e i benefici per l’ambiente e la salute, ma il vero ritorno si avrà se verranno potenziate le soluzioni di mobilità pubblica sostenibile, gli investimenti nell’innovazione tecnologica che permettano il riciclo di componenti, e se ci sarà una rapida riconversione delle PMI che porterà con sé una radicale riqualificazione non solo dei pezzi prodotti ma anche della mano d’opera, affinché l’Italia possa guidare la transizione verso l’elettrificato, oggi settima produttrice nell’Unione europea

Emissioni di CO2, in Italia il 30% del totale

Il settore industriale non è la fonte principale dell’inquinamento atmosferico, ma lo sono i trasporti, il residenziale e la generazione di energia, che producono il 70% delle emissioni nocive. In Italia, nel il settore dei trasporti è responsabile del 25% delle emissioni totali di gas serra e del 30% delle emissioni di CO2; con il 92% di queste ultime direttamente attribuibile ai trasporti stradali. Non sorprende quindi che, secondo l’Agenzia europea per l’ambiente, quasi 70mila persone nel nostro Paese siano morte prematuramente nel 2020 a causa dell’inquinamento, prevalentemente per le polveri sottili.

Le vere sfide: riciclo e riconversione delle PMI italiane

In Italia continuano ad aumentare le vendite di auto elettrificate (ibride ed elettriche), nel 2021 +199% rispetto all’anno precedente, il 38,4% del totale immatricolate. Anche in EU crescono le immatricolazioni di auto, a marzo erano sempre di più le elettriche (+43,2%) e le ibride (+35,8%) rispetto allo stesso periodo del 2022, buona notizia soprattutto per Stati Uniti, UE e Cina, rappresentanti del 60% della produzione mondiale di autovetture e principali mercati. Questi numeri pongono due principali sfide-opportunità: il riciclo e la riconversione delle PMI.

La sfida per l’Automotive: il riciclo delle batterie

Le nuove batterie elettriche, che hanno una vita utile dentro una macchina di 10-15 anni, potrebbero avere una seconda vita come accumulatori domestici o si potrebbero riciclare le sue componenti. A tal proposito, l’European Battery Regulation prevede che al 2030 sarà obbligatorio avere livelli di riciclabilità del 95% per cobalto, rame, nichel e del 75% per il litio. Quindi, indubbiamente, le auto elettriche offrono vantaggi economici a lungo termine nonostante il prezzo iniziale più elevato.

Non solo, la transizione verso una maggiore domanda e produzione di auto elettrificate, rappresenta sì una sfida per l’industria automobilistica, ma offre anche opportunità per le PMI specializzate nella produzione di componenti. Inoltre, la creazione di infrastrutture di ricarica delle auto elettriche, che si stima sia di 3,2 milioni di punti di ricarica domestici e 110.000 punti di ricarica pubblici in Italia, genererà oltre 4 mila posti di lavoro entro il 2030.

Il mercato delle auto in Italia oggi e la transizione futura

L’Italia è il secondo Paese in UE per numero di autovetture in relazione alla popolazione, con circa 663 veicoli ogni 1000 abitanti, secondo solo al Lussemburgo (681 per 1000 abitanti) e con un valore molto più elevato rispetto a Germania (574), Spagna (513), Francia (482) e Regno Unito (473). Analizzando i primi quattro mesi del 2023, si osserva una crescita del 26,9% nel mercato automobilistico italiano rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si stima che il volume annuale delle immatricolazioni raggiungerà circa 1.400.000 unità, rappresentando un aumento del 11,6% rispetto al 2022, sebbene rimanga ancora inferiore del 23,3% rispetto al 2019.

La Valle d’Aosta è la regione con più macchine (2021), con ben 257 ogni 100 abitanti, seguita dal Trentino Alto-Adige (132). Invece passando ai comuni, nel 2022 Roma è al primo posto con 1,75 milioni di autovetture immatricolate, con 62 auto ogni 100 persone. A livello nazionale, ci sono per lo più Fiat Panda, in vetta alle classifiche nell’aprile 2023 con il 9,31% delle vendite totali; Dacia Sandero (4,22%); e la Fiat 500 con il (3,90%).

Conclusioni

Nel contesto delle possibilità che ha l’Italia, nonostante l’impoverimento della capacità produttiva nell’industria automobilistica, di affrontare positivamente la sfida dell’elettrificazione, è importante valutare diversi fattori.

Auto elettriche, il ruolo dello Stato nell’evoluzione dell’industria

In primo luogo, è fondamentale considerare il ruolo dello Stato nel sostenere l’industria automobilistica, come ad esempio Stellantis, una delle principali aziende automobilistiche presenti in Italia. Lo Stato può fornire incentivi fiscali, agevolazioni e sostegno finanziario per promuovere la transizione verso veicoli elettrici e sostenibili. Inoltre, può lavorare per creare un ambiente favorevole all’innovazione e alla ricerca nel settore dell’automobile.

Con l’IRA (Inflation Reduction Act) gli USA hanno messo a disposizione 1.2 trilioni di euro in incentivi per supportare le imprese nella decarbonizzazione e transizione verde ma senza una risposta adeguata e comune in EU rischia di modificare in modo importate le strategie di investimento nel settore elettrico sia infrastrutturale che automotive. Serve quindi una strategia all’interno dell’UE che disegni un piano di politica industriale coerente tra i paesi membri senza metterli in competizione tra loro.

Facilitare la transizione verso le auto elettriche

I nostri clienti (produttori di veicoli) in Germania e Francia hanno definito le loro politiche industriali e hanno scelto l’elettrificazione. Se la nostra filiera produce soprattutto beni intermedi in gran parte da esportare all’estero la strada è segnata e ritardare la conversione serve solo a fini demagogici perché con i tempi del ciclo industriale in automotive già tra quattro o cinque anni si sentirà il risultato del cambio tecnologico soprattutto sui progetti di primo equipaggiamento (che sono quelli che danno stabilità alla filiera) l’after market sopravviverà più a lungo ma con numeri molto più bassi e decrescenti. A livello nazionale lo Stato deve essere più incisivo nell’attrazione. ACC (Stellantis) ha inaugurato la prima fabbrica di batterie in Francia, c’è da chiedersi perché non in Italia.

Il PNRR e l’elettrificazione dei trasporti

Riguardo al PNRR, questo potrebbe svolgere un ruolo importante nel finanziare progetti specifici nell’ambito dell’elettrificazione dei trasporti. Il PNRR è stato concepito per affrontare le sfide economiche e sociali derivanti dalla pandemia, ma può anche essere utilizzato per sostenere la transizione verso un’economia più sostenibile, compresa l’elettrificazione dei veicoli. Il PNRR potrebbe fornire risorse finanziarie aggiuntive per lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica, la ricerca e lo sviluppo di nuove tecnologie e il sostegno alle imprese del settore.

Auto elettriche ed energie rinnovabili

Tuttavia, è importante considerare anche le proiezioni citate dallo studio che indicano la presenza delle risorse energetiche necessarie. Le energie rinnovabili sono fondamentali per alimentare le auto elettriche in modo sostenibile. L’Italia in tal senso ha un potenziale significativo per lo sviluppo di energie rinnovabili, come l’energia solare e l’energia eolica. Sfruttare appieno queste risorse potrebbe contribuire alla transizione verso l’elettrificazione dei trasporti in modo positivo.

L’impegno delle imprese per vincere la sfida

Pertanto, per affrontare con successo la sfida dell’elettrificazione nell’industria automobilistica italiana, è necessario un impegno sia dello Stato che delle imprese del settore. Lo Stato può svolgere un ruolo importante nel fornire sostegno finanziario e creare un ambiente favorevole all’innovazione, elemento cruciale per garantire una transizione sostenibile verso le auto elettriche.

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