SPID o non SPID? In che direzione va l’identità digitale in Italia

scritto da il 19 Luglio 2023

Post di Giuseppe Mariani, General Manager di Intesa, a Kyndryl Company – 

Negli ultimi anni l’Italia ha assistito a un’evoluzione senza precedenti nell’ambito dell’identità digitale. Lo SPID, introdotto nel 2016, a luglio 2023 ha raggiunto 35,5 milioni di utenze, diffondendosi enormemente soprattutto grazie alle politiche di supporto alla popolazione messe in atto durante la pandemia da Covid-19 (come bonus e cash-back). Oggi è uno strumento centrale e indispensabile per l’accesso ai servizi digitali.

Anche grazie a queste politiche, quindi, negli ultimi anni lo SPID non solo si è diffuso tra la popolazione, ma è diventato uno strumento che oggi viene utilizzato abitualmente, seppur non senza difficoltà: se da un lato ne è stata riconosciuta l’efficacia e l’utilità, infatti, dall’altro è stato vissuto come una sorta di “imposizione” burocratica, complessa e macchinosa soprattutto per le fasce della popolazione meno avvezza agli strumenti digitali, creando una sorta di “amore e odio” dell’opinione pubblica nei confronti di questo importante strumento.

SPID

I dubbi sulla sopravvivenza di SPID

Se SPID è effettivamente entrato nella quotidianità dei cittadini, perché, dunque, si mette in dubbio che continuerà ad esistere? Cosa impedisce a SPID di diventare una volta per tutte l’identità digitale “ufficiale” nel nostro Paese? Possiamo riassumere la risposta in quattro punti principali:

La presenza e la diffusione della Carta d’Identità Elettronica: anche se l’utilizzo di CIE in quanto identità digitale per accedere ai servizi della PA risulta ancora limitato rispetto a SPID, essa rimane uno strumento aggiuntivo a disposizione dei cittadini, di fatto contribuendo a diversificare il panorama delle identità digitali. L’emissione della CIE inoltre è “automatica” per chiunque debba rinnovare il proprio documento di identità, e per questo la sua diffusione – seppur con tempi più lunghi – avverrà in maniera certa e capillare.

L’identità digitale europea cancellerà SPID, ecco perché

La poca sostenibilità economica del modello senza il sostegno governativo, già evidenziata più volte dagli identity provider privati, è una delle motivazioni per cui alcuni di essi hanno deciso di non rinnovare la convenzione.

Il livello di sicurezza delle utenze SPID: ogni identità digitale, infatti, sulla base degli elementi richiesti in fase di autenticazione, viene catalogata con un “Livello di Sicurezza” o “Level of Assurance”, da 1 a 3. La maggior parte delle utenze SPID in circolazione ha ottenuto il Livello di Sicurezza 2 (o “Substantial”). Un livello non sufficiente, soprattutto in vista dell’identità digitale europea.

L’EUDI Wallet, l’identità digitale europea appunto, che per essere inizializzato richiederà un’identità digitale di Livello 3 per l’accesso, “tagliando di fatto fuori” SPID ma non le CIE, che se utilizzata come identità digitale presenta un Livello 3 di sicurezza.

SPID

Spegnere SPID non si può, ma occorre mettere ordine

In questo panorama così frammentato e incerto, è chiara la necessità innanzitutto di “mettere ordine”. Da dove iniziare? Le decisioni governative fino ad ora sembrano spostare l’attenzione su CIE, grazie alla recente aggiunta della possibilità di utilizzo con un livello di sicurezza 2, semplificandone molto l’esperienza utente e assimilandola a quella di SPID. D’altra parte, “spegnere” SPID non è possibile, non in questo momento: vorrebbe dire in un certo senso “ricominciare da capo”, togliere alla maggior parte della popolazione uno strumento oggi utilizzato quasi abitualmente e soprattutto vanificare anni di investimenti.

La novità da chiarire: IT Wallet

Nel frattempo, si è recentemente fatto strada un ulteriore elemento, le cui implicazioni e ruolo nell’architettura sono ancora da chiarire: l’IT Wallet, a cui si potrà accedere sia con SPID che con CIE, e che, secondo le prime notizie permetterà di digitalizzare alcuni documenti come la patente di guida, la tessera sanitaria e la tessera elettorale, anticipando il modello di identità digitale come “raccoglitore” di attributi dell’EUDI Wallet europeo.

 

Dunque, quale direzione stanno prendendo le identità digitali in Italia? Difficile a dirsi, ma in questo contesto oggi SPID rimane una certezza. Per raggiungere le oltre 35 milioni di utenze attive e più di 1 miliardo di  accessi (nell’anno 2022) ci sono voluti 7 anni ed eventi straordinari. SPID è stata una palestra; pone l’Italia ai primi posti a livello europeo e porrà le basi per scrivere l’identità digitale del futuro, in cui Intesa, a Kyndryl Company, avrà un ruolo da protagonista.