Ambiente e territorio, quali riforme per uno sviluppo Made in Italy

scritto da il 06 Settembre 2023

Post di Giuseppe Fabrizio Maiellaro, consulente del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e professore a contratto di Sicurezza del territorio presso l’Università degli studi Link di Roma – 

Oggi più che mai va rimarcata, in tutta la sua urgenza, la crescente importanza di cogliere e rafforzare il fil rouge che mette in connessione le regole e le strategie concernenti la tutela di ambiente e territorio e la pianificazione, progettazione e realizzazione di insediamenti, opere e infrastrutture.

Il tema è e resta di stringente attualità, visti gli eventi e sconvolgimenti climatici che hanno interessato il nostro Paese negli ultimi mesi, mettendo a nudo ancora una volta l’incuria del territorio italiano, con gravissime ricadute sul tessuto sociale ed economico non soltanto delle zone colpite.

Si tratta di circostanze calamitose di indubbia straordinarietà ma al contempo, purtroppo, tutt’altro che infrequenti, le quali, in più di una occasione, hanno denunciato la diffusa fragilità delle nostre terre e, soprattutto, la persistente disattenzione riservata alle medesime da amministrazioni e politiche insufficienti, oltre che spesso prive di un disegno organico e di prospettiva nonché di regole incisive.

Ambiente, edilizia, appalti: urgono riforme lungimiranti

Tutto ciò impone, senza ulteriori indugi, l’assunzione di riforme e misure di approccio lungimirante, fondate su di una rinnovata e solida visione, maggiormente integrata e armonica, di matrice interdisciplinare e intersettoriale, che tenga effettivo conto dei principi, delle norme e degli impegni assunti dagli Stati sul piano internazionale, mutuandone regole ed esperienze. Solo così possono costruirsi le condizioni migliori per porre in essere interventi tempestivi ed efficaci, sostenuti da una buona pratica quotidiana nell’applicazione delle regole amministrative e tecniche che interessano gli ambiti prioritari della questione – ambiente, energia, edilizia e urbanistica, appalti e concessioni pubbliche.

Proprio con riferimento agli impegni assunti sul piano internazionale e nazionale su questi fronti, vale ricordare qui di seguito alcuni piani e iniziative di assoluto momento che l’Italia è tenuta ad attuare.

Gli impegni già assunti dall’Italia

Si pensi ad esempio al programma “Next Generation EU” presentato dalla Commissione UE il 27 maggio 2020 ed approvato nello storico Consiglio europeo del 17 – 21 luglio 2020, in cui i 27 Stati membri dell’Unione hanno scelto la via maestra della solidarietà contraendo un debito comune di 750 miliardi di euro per rispondere alla crisi pandemica del COVID-19.

Il programma, come noto, ha il duplice obiettivo di supportare il recupero dei punti di PIL perduti, ma soprattutto, di gettare le basi per un solido sviluppo economico ad ampio spettro, basato su innovazione, digitalizzazione, sostenibilità e coesione sociale. In questa cornice, la quota parte più sostanziosa delle risorse (672,5 miliardi di euro) è quella inerente al dispositivo per la ripresa e resilienza che finanzia i Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza (PNRR), poi adottati dai vari Stati, tra cui l’Italia (con il D.L. 6 maggio 2021, n. 5, conv. in L. 1 luglio 2021, n. 101).

Una strategia nazionale e un piano d’azione

Ancora, sotto questi aspetti, valga rammentare l’approvazione della strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile del 2017, con cui l’Italia ha individuato il percorso da seguire per l’attuazione dell’Agenda 2030 dell’ONU, al fine di garantire la gestione sostenibile delle risorse e arrestare il consumo del suolo e orientarsi verso gli obiettivi europei di azzeramento del consumo del suolo entro il 2050.

Da ultimo, si richiama il “Piano d’azione per la sostenibilità ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione” (PAN GPP), adottato di recente con decreto del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, di concerto con il Ministro delle Imprese e del Made in Italy e con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, in data 3 agosto 2023 (in sostituzione del Piano d’azione precedentemente adottato con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze e del Ministro dello Sviluppo Economico dell’11 aprile 2008, così come modificato dal decreto del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 4 aprile 2013).

Una frase famosa di Andy Warhol

In ogni caso, il discorso muove inevitabilmente da un fattore anzitutto culturale e, in tal senso, torna alla mente la spiccata sensibilità mostrata su questo terreno da un visionario come Andy Warhol, figura predominante della Pop art, con una affermazione particolarmente calzante, se si guarda alle caratteristiche del nostro territorio: “Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare”.

Ambiente

Immagine di Alan Rodriguez per Unsplash

La richiamata visione sistematica e integrata per la strutturazione e messa in atto di riforme di ampio respiro per la protezione e l’utilizzo delle nostre risorse ambientali e territoriali risulta obiettivamente determinante per il salto di qualità atteso da tempo, in termini di sicurezza, benessere sociale e sviluppo economico. Una programmazione urbanistica ponderata e conforme, un uso corretto e virtuoso delle risorse ambientali e paesaggistiche, una progettazione attenta e conforme, una regolazione chiara, puntuale ed efficace dei contratti e una tempestiva realizzazione delle opere costituiscono infatti, nel loro insieme, fattori concorrenti e ineludibili per addivenire alla sana e proficua crescita socio-economica di un territorio complesso e ricco di risorse e di bellezza come quello del nostro Paese.

Ambiente, le misure emergenziali come extrema ratio

Non a caso una parte significativa degli obiettivi fissati nel PNRR si concentra su temi e risorse ambientali, valorizzandone in chiave economica la transizione energetica; altresì nel quadro del nuovo Codice dei contratti pubblici (il D.Lgs. n. 36/2023) la tutela sociale e quella ambientale si confermano due valori fondanti e diffusamente protetti ai fini della regolamentazione e attuazione di lavori, servizi e forniture di interesse pubblico.

Orbene, in tale contesto, le iniziative e le misure emergenziali – che obiettivamente vedono spesso distinguersi il nostro Paese, per generoso slancio e cultura tecnica e amministrativa di notoria tradizione e validità (il cui portato può apprezzarsi, ad esempio, nel Codice di Protezione civile di cui al D.Lgs. n. 1/2018) – non possono che essere l’extrema ratio e non dovrebbero invece consolidarsi quale metodo e frequente rimedio.

La buona pratica della programmazione e delle migliori regole

È nella riforma e nella buona pratica della via ordinaria, della programmazione periodica e dell’applicazione costante della citata visione integrata e delle migliori regole che vanno collocati il corretto utilizzo e la valorizzazione di beni pubblici, risorse ambientali e paesaggistiche, i quali costituiscono un valore aggiunto e prezioso, irrinunciabile, da cui passano la tutela e il progresso di beni primari che affondano le radici nella nostra cultura più alta e profonda. Da qui, invero, passano anche evidenti e rilevanti opportunità economiche per i nostri territori, chiamati oggi più che mai a sviluppare competenze e iniziative integrate che possano mettere a frutto quelle consolidate esperienze, anche emergenziali, per proteggere le risorse ambientali disponibili e programmarne un uso conforme, orientato al rilancio e allo sviluppo sostenibile dell’economia.

In tal senso, la qualità e la ricchezza del nostro patrimonio ambientale, paesaggistico, culturale e infrastrutturale – che offrono alla nostra nazione una concentrazione pressoché unica, a confronto con gli altri Stati – sono e devono essere la prima risorsa e la prima sfida all’orizzonte del nostro Paese, e meritano una significativa attenzione, in punto di investimenti e pianificazione strategica, in un scenario economico e giuridico – internazionale e nazionale – quale quello odierno che, come noto, rappresenta una occasione imperdibile per il perseguimento di siffatti obiettivi.

Le criticità e i ritardi nell’attuazione del PNRR

Sotto questi profili, le criticità e i ritardi che stanno caratterizzando l’attuazione delle misure e degli interventi del PNRR, non a caso posti al centro del dibattito pubblico di questi mesi, non costituiscono certo una buona notizia e, prima di ogni cosa, disvelano la stagnante difficoltà delle nostre istituzioni nello svincolarsi da quella logica dell’urgenza che – troppo spesso – è  la sola a riuscire a (s)muovere le migliori operatività di istituzioni e amministrazioni, a fronte di situazioni impreviste e (invero non sempre) straordinarie, trascurando la pianificazione e l’organizzazione di misure necessarie e adeguate che consentirebbero di evitare, o quanto meno di arginare e superare in modo più efficace, tali circostanze.

Ambiente, cosa ci dice il rapporto sul consumo di suolo

Gli stessi citati obiettivi di contenimento del consumo del suolo si stanno misurando con i forti ritardi e le difficoltà incontrate su questo terreno dal nostro Paese, per i motivi appena accennati, come dimostra il Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici”, presentato nel 2022 a cura del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente – SNPA (cfr. Delibera del Consiglio SNPA, seduta del 22 luglio 2022, Doc. n. 177/22).

L’importanza di una visione sistematica, interdisciplinare e di lungo raggio

Ciononostante, la strada percorsa dagli impegni assunti e dalle ultime riforme varate, tra cui quelle legate alla preziosa opportunità del PNRR, resta una buona traccia, soprattutto se corroborata, finalmente, da quella visione sistematica, intersettoriale, interdisciplinare e di lungo raggio che può agevolare e promuovere il detto, produttivo sviluppo di risorse ed economia, anche attraverso la sicurezza e la valorizzazione dell’ambiente e del territorio.

“Questa è la via”, potremmo chiosare attingendo alla cultura del credo di Mandalore, di fantascientifica memoria; tenendo bene a mente, ad ogni modo, che qui è in gioco un futuro assai prossimo e concreto, oltre a un presente da coltivare in questa direzione, nell’immediato e senza riserve, con grande dedizione e fiducia.