Essere leader in azienda non è da tutti: ecco le 6 qualità chiave

scritto da il 11 Settembre 2023

Post di Renata Villani, Funzionario Pubblica Amministrazione presso Fondazione I.R.C.C.S. Policlinico San Matteo Pavia e corsista EMBA Ticinensis

Attualmente la complessità delle organizzazioni ha raggiunto livelli estremamente elevati e la capacità di lavorare in gruppo risulta un elemento cruciale per il successo aziendale. Per questo motivo, la leadership è considerata il singolo fattore maggiormente in grado di fare la differenza tra le capacità che un manager deve possedere.

Nasce quindi spontanea la domanda: chi è oggi un vero leader e quali caratteristiche deve avere per potersi definire tale?

La leadership è “l’arte di motivare un gruppo di persone ad agire per raggiungere un obiettivo comune.”

Infatti l’origine etimologica della parola “leadership” deriva dal verbo “to lead” che in italiano significa guidare.

Dunque leadership sta ad indicare l’abilità di guidare un gruppo di persone, motivandole.

Con un leader l’intero team di lavoro contribuisce al raggiungimento dei risultati

Il leader conosce le sue potenzialità e quelle del suo team di lavoro: una leadership efficace punta a raggiungere i traguardi aziendali, ma fa in modo che sia l’intero gruppo a contribuire al raggiungimento dei risultati. Il leader interagisce con ciascun membro del team per stabilire gli obiettivi individuali e fare in modo che siano allineati con quelli dell’organizzazione. Questo presuppone la capacità di comprendere profondamente le potenzialità individuali, le prospettive di carriera e le motivazioni che spingono ciascuno a dare il massimo sul lavoro.

Il leader ha un atteggiamento positivo: la leadership è la capacità di individuare i problemi e la loro soluzione, anche correndo dei rischi. Nei momenti di difficoltà è indispensabile mantenere il controllo, saper guardare avanti con il giusto ottimismo e saper gestire le emozioni negative. Mantenere alto il morale del team è fondamentale, anche se a volte significa ammettere una sconfitta.

Il leader è in grado di formare i futuri leader facendo in modo che i collaboratori si assumano maggiori responsabilità e lavorino sullo sviluppo personale. La leadership comprende la capacità di selezionare talenti, ispirarli e lasciarli esprimere al meglio. Per coltivare i talenti riuscendo a far crescere professionalmente i collaboratori, è fondamentale non solo un processo di formazione continua ma anche la possibilità, attraverso un iter graduale, di aumentare il livello di autonomia decisionale dei propri collaboratori.

Un bravo leader sa delegare

La delega rappresenta una spinta alla crescita per fare in modo che i partecipanti al team si percepiscano parte di una squadra all’interno della quale, anziché avere un unico capo che comanda, ognuno ha la propria responsabilità. Insomma, ogni membro del team è a sua volta “leader” di un determinato task.

Addirittura gli americani hanno concettualizzato questa capacità del leader coniando il termine di “Lateral leadership”.

La “lateral leadership” è una competenza ed in quanto tale va allenata: deve allenarla il leader ma anche i componenti del team che non sempre mostrano una particolare propensione ad essere responsabilizzati. Da un lato, i ritmi forsennati di lavoro a cui ormai si è sottoposti, dall’altro i continui input ad occuparsi di nuovi ambiti, inducono nelle persone ‘resistenze’ rispetto all’assunzione di nuove responsabilità. In realtà, la lateral leadership alla lunga contribuisce a razionalizzare il carico di lavoro e, contemporaneamente, alla crescita aziendale.

Leader

Immagine di Nick Fewings per Unsplash

Recenti studi hanno dimostrato che la sensazione di ‘distacco’ tra capo e dipendenti è uno dei motivi principali alla base del calo della produttività e della crescita. Il manager identifica le adeguate strategie fondate sulla sinergia delle diverse competenze disponibili, cosa che permette a tutti di lavorare più motivati, e meglio. Così facendo si ottiene un significativo aumento della produttività e un miglioramento del clima lavorativo.

Rispettare i collaboratori, comunicare la cultura aziendale

Un vero leader non solo sa dove vuole andare ma sa anche con quali mezzi e con quali risorse arrivarci. Per questo si presenta come una persona carismatica che rispetta ed è rispettato dai propri collaboratori a prescindere dal ruolo ricoperto in azienda. Un capo che rispetta i propri collaboratori e contestualmente dà il buon esempio comportandosi in modo leale e sincero ne acquisisce la stima e riesce ad essere “seguito” più volentieri da tutti.

Il leader favorisce lo sviluppo delle persone trasmettendo, attraverso il proprio comportamento, la visione e la cultura aziendale. Dando loro supporto, riesce a motivare i collaboratori, accrescendo la loro fiducia in sé stessi e nel lavoro che svolgono e stimolandoli a contribuire al successo dell’intera organizzazione.

Quando si parla di cultura aziendale, si fa riferimento ai “valori” sui quali si fonda un’organizzazione. Essere guidati dai valori significa comportarsi in modo coerente con gli stessi, non solo sapere o dire ciò che può apparire giusto ed etico. Il ruolo di un leader è quello di vivere secondo questi valori, promuoverli esplicitamente e assicurarsi che facciano parte del tessuto aziendale. Potremmo quindi dire che il leader deve incarnare quei valori stessi.

Le sei caratteristiche fondamentali del leader:

Flessibilità

Un leader incontra una varietà di persone, processi e funzioni. Questi elementi possono cambiare frequentemente ed è fondamentale essere in grado di leggere le circostanze in modo flessibile senza attuare schemi di comportamento predefiniti. Sapere quando è necessario essere flessibili aiuterà a semplificare i processi e incoraggerà i collaboratori a crescere e ad apprendere nuove competenze.

Empatia

Praticare l’empatia può aiutare a capire meglio le persone, a creare fiducia e a sviluppare relazioni. Occorre interagire con i propri collaboratori considerando in primis la persona. Mostrare attenzione ai problemi famigliari e personali dei propri collaboratori, ossia rendersi disponibile ad ascoltare i loro successi e le loro sfide e, se necessario, offrire suggerimenti e guida in risposta, favorisce la nascita di un ambiente lavorativo più disteso. Il leader possiede un’ottima intelligenza emotiva intesa come “l’abilità di percepire le emozioni in sé stessi e negli altri e capire come si manifestano e come influenzano il pensiero e il comportamento”. Questo comporta la capacità di usare le emozioni per facilitare il pensiero e di gestire le emozioni proprie e altrui.

Decisività

Come leader probabilmente si dovranno prendere anche decisioni difficili. Quando si prende una decisione, è utile essere il più possibile razionali e tempestivi. Utilizzare strumenti decisionali come dati o analisi SWOT può aiutare a fare scelte informate.

Tuttavia occorre precisare che non sempre le decisioni basate esclusivamente sulla razionalità risultano essere le migliori. Spesso le decisioni migliori nascono dalle intuizioni che, a loro volta, sono ispirate dal proprio bagaglio esperienziale di cui fanno parte errori e valutazioni degli effetti delle decisioni altrui.

Inoltre, le logiche che ispirano le decisioni spesso sono influenzate dalla cultura del team.  Ad esempio nelle aziende statunitensi si tende ad eseguire ciò che decide il grande manager anche quando il team è già in sofferenza per i carichi di lavoro eccessivi. Al contrario, nelle aziende dell’Europa settentrionale c’è una grande attenzione alle persone e al rispetto sia della loro vita privata che dei loro spazi da cui discende una maggior condivisione nelle decisioni del team.

Autorevolezza

Autorità ed autorevolezza, pur essendo due termini molto simili, in realtà non esprimono lo stesso concetto di comando.

Il termine Autorità (dal latino auctoritas) fonda le sue radici su un modello gerarchico strutturato in piramide dove il capo ricopre il vertice più alto, al di sotto del quale ci sono i cosiddetti dipendenti, i quali a loro volta hanno dei sottoposti.

L’autorità del capo deriva dall’assegnazione di un ruolo quindi il potere deriva meramente dal posto che occupa.

Anche in questo caso, però, il capo può scegliere se essere meramente un capo oppure se diventare un vero leader ovvero se utilizzare esclusivamente la propria “autorità” oppure mettere in campo la propria “autorevolezza”.

L’Autorevolezza (dal latino gravitas) si realizza quando la gestione del lavoro e dei collaboratori non è basata sul comando gerarchico, ma sulla capacità di farsi ‘seguire’ spontaneamente grazie alla propria empatia, a propri valori personali e ad un comportamento partecipativo e non direttivo tipico del capo d’azienda.

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Il comportamento partecipativo permette al leader di ottenere la collaborazione di tutti grazie al fatto che si pone nel gruppo come un loro pari. Infatti, il leader cerca di coinvolgere proattivamente le persone che lavorano con lui nella gestione di attività e progetti, tenendo conto delle esigenze e delle aspettative del gruppo di cui riesce ad influenzare virtuosamente i comportamenti.

Essendo riconosciuto come leader autorevole, le persone tenderanno non solo a fidarsi di lui ma anche a seguire i suoi consigli.

Non agirà con ordini ed imposizioni, tipiche del capo autoritario che dispone, ma farà osservazioni, proporrà idee e progetti, sarà autorevole e quindi ascoltato e seguito.

Nelle organizzazioni moderne il vertice piramidale formato dall’autorità del capo da cui dipende ogni decisione che viene passata da sottoposto a sottoposto sino a raggiungere la base non dovrebbe più esistere. 0ccorre, invece, una forma di decentramento decisionale che coinvolga tutte le persone all’interno di contesti nei quali viene considerata l’opinione di tutti.

Comunicazione

Elemento fondamentale è quello della comunicazione. Il leader deve essere in grado di comunicare in modo chiaro, conciso e diplomatico perché questa è una qualità imprescindibile per poter guidare e motivare persone verso il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Deve saper trasmettere una visione spiegando come ogni singolo contributo concorra al raggiungimento di obiettivi comuni ma anche sfidanti. Così si crea un ambiente di lavoro dinamico e stimolante, dove il successo è una sfida costante, l’insuccesso non viene preso come qualcosa di negativo ma come spunto di riflessione per imparare dai propri errori e dove ogni vittoria è del team e mai del singolo perché frutto del contributo di ogni singolo componente.

Inoltre, la comunicazione può aiutare a ridurre i conflitti e aumentare la produttività. E di certo pone anche le premesse per aumentare la collaborazione all’interno del team. Il leader deve mantenere una linea di comunicazione aperta con il team e spiegare la sua visione e tutti i cambiamenti che si verificano mentre si lavora per attuarla. L’ascolto attivo è un altro aspetto cruciale di una comunicazione forte per comprendere i bisogni e le idee di chi ci circonda. Per riuscire a comunicare in modo efficace il leader non dovrà limitarsi ad ascoltare attentamente gli altri ed in particolare i suoi collaboratori ma dovrà riuscire a condividere informazioni di valore, porre quesiti intelligenti, fornire input di vario genere siano essi meri stimoli o vere e proprie nuove idee, chiarire e sanare possibili conflitti e malintesi, prendere decisioni difficili motivandole in modo chiaro e trasparente ed infine formulare richieste ai suoi collaboratori che siano chiare e comprensibili.

Capacità di innovazione

Mai come ora possiamo dire di vivere in un periodo di grandi cambiamenti.

Viviamo in un tempo ‘fluido’. È stato, infatti, coniato il concetto di “modernità liquida” proprio per sottolineare il fatto che, come i liquidi, non può assumere una forma per un lungo tempo. L’unica sua costante è il cambiamento e l’unica certezza è l’incertezza. Ci sono cambiamenti che possono essere come una palla di neve che si trasforma, in breve tempo, in una valanga.  Il ruolo del leader è quello di traghettare l’organizzazione nello stato futuro desiderato. Il leader innovativo non sta fermo aspettando che le cose accadano, ma studia, analizza dati, sa proporre le domande giuste e anticipa il cambiamento. Non deve essere necessariamente la persona che genera l’idea alla base di un’innovazione, ma deve saperla riconoscere e immaginare il percorso che porta alla realizzazione di quell’idea.

La leadership è quindi una miscela di qualità importanti e speciali. A questo punto, alla domanda iniziale se ne aggiunge un’altra: “Leader si nasce o si diventa? La leadership può essere appresa?”. Al quesito hanno cercato risposta gli studi sulla leadership che sono in atto ormai da moltissimi anni. Inizialmente si fece l’ipotesi che si trattasse di una qualità innata che risiede in alcune caratteristiche della personalità.
Gli studi più recenti, invece, sostengono che non esista il gene delle leadership e che le persone possono diventare leader se lo vogliono. Tuttavia, acquisire leadership è il risultato di un impegno costante teso a migliorare le proprie capacità.

Quindi può accadere che alcuni individui nascano e vivano sin da subito in un contesto che promuove la loro leadership (magari perché sin da subito stimolati da modelli validi). Ma è pur vero che, come anticipato, non è stato scientificamente dimostrato che la leadership sia scritta nei geni di una persona. Pertanto, la buona notizia per chi ambisse sviluppare la propria leadership é che esiste la possibilità di farlo, a patto di sviluppare tutte quelle abilità necessarie, illustrate in precedenza.

Forse non tutti possono ambire ad essere riconosciuti leader

Ma è pur vero che chiunque può decidere di migliorare le proprie doti di leadership.

E in un momento storico come quello attuale, pieno di cambiamenti e rivoluzioni di paradigmi, è auspicabile che sempre più persone accettino la sfida di diventare dei punti di riferimento, delle guide per altri individui.

In conclusione potremmo dire che se un Manager, volendo semplificare le cose, è colui che “fa fare le cose” un vero Leader è colui che fa in modo che le persone vogliano fare le cose.

 “I leader più in gamba non pronunciano mai la parola io. Non lo fanno non perché si sono esercitati a non dire io ma perché, semplicemente, non pensano in termini di io ma di noi, in un’ottica di squadra. È questo che crea la fiducia e che fa in modo che si lavori bene” – Peter Ducker.

 

Bibliografia:

“Il vero leader sa delegare: ecco come!” – VICTORIA ROOS OLSSON

Leadership aziendale: che cosa vuol dire essere un “leader” oggi, tra performance e“gentilezza” – Patrizia Licata

Le Caratteristiche della Leadership-Business Coaching Italia-7 settembre 2022

Leadership: Autorità o autorevolezza? – Luca Rigolio

“Autorità e autorevolezza”- Marilena Cremaschini