Privacy Sandbox: abilitare il potenziale di un internet più privato

scritto da il 23 Novembre 2023

Post di Hanne Tuomisto-Inch, Director, Privacy Sandbox Partnerships EMEA – 

Oggi il modo in cui funziona la pubblicità digitale si trova a dover affrontare un cambiamento radicale. Le persone sono sempre più consapevoli di come vengono usati i propri dati online, e le loro aspettative in termini di privacy stanno aumentando.

Negli ultimi due decenni il settore si è affidato ad identificatori come i cookie di terze parti, che tracciano le attività delle persone, i loro spostamenti da un sito all’altro e le app che utilizzano.

Ma siamo ora giunti a un chiaro punto di svolta in cui gli svantaggi di questi identificatori superano i benefici.

Il cambiamento può essere impegnativo, ma il nostro settore può dare spazio a soluzioni innovative con un duplice beneficio: proteggere la privacy delle persone e allo stesso tempo aiutare le aziende ad avere successo online. Il nostro team Privacy Sandbox cerca sempre di trovare un equilibrio tra queste esigenze, e continuiamo a fare progressi.

La tempistica Privacy Sandbox sul browser Chrome

Oggi il 100% dei browser Chrome dispone di tecnologie Privacy Sandbox, rispettando la tempistica che ci siamo prefissati lo scorso anno. All’inizio del 2024 bloccheremo l’1% dei cookie di terze parti in Chrome, a meno di un anno dalla disattivazione pianificata dei cookie di terze parti nel browser.

E mentre facciamo il conto alla rovescia per la fase successiva della rimozione dei cookie di terze parti, è importante capire chiaramente cos’è l’iniziativa Privacy Sandbox, e cosa non è.

Iniziativa Privacy Sandbox, che cos’è esattamente? E cosa non è?

Prima di tutto, Privacy Sandbox funziona allo stesso modo per tutti. Tutte le aziende e le piattaforme di tecnologia pubblicitaria, compresa Google Ads, hanno lo stesso accesso a dati e funzionalità, allo stesso tempo.

In secondo luogo Privacy Sandbox non è una soluzione di tecnologia pubblicitaria a sé stante per professionisti del marketing e publisher. Con Privacy Sandbox, Chrome e Android forniscono i componenti di base di una soluzione aperta, che i fornitori di tecnologia pubblicitaria possono incorporare nei loro prodotti, insieme ad altri indicatori che tutelano la privacy, come i dati contestuali e i dati di prima parte.

Privacy Sandbox

(BillionPhotos.com – Fotolia)

Proprio come già avviene oggi, le aziende di tecnologia pubblicitaria potranno così creare un’ampia gamma di soluzioni innovative usando il meglio di queste tecnologie per soddisfare le esigenze dei propri  clienti.

E infine, Privacy Sandbox non è un altro tipo di tracciamento: rispetto ai cookie di terze parti e ad altri identificatori cross-site migliora infatti in modo significativo la tutela della privacy delle persone.

Quali tecnologie utilizza Privacy Sandbox

Privacy Sandbox si avvale di una serie di tecnologie finalizzate proprio al rafforzamento della tutela della privacy, come l’aggregazione dei dati, elaborazione on-device, privacy differenziale, l’offuscamento dei  dati e i Trusted Execution Environment (TEE), per proteggere le informazioni delle persone e fornire agli sviluppatori funzionalità utili.

In questo modo, Privacy Sandbox nasconde il riconoscimento dell’utente e riduce al minimo la raccolta dei dati.

Questa iniziativa si pone dunque in contrasto diretto con gli identificatori cross-site, sia quelli basati su segnali, come l’indirizzo IP, sia quelli basati sui dati delle persone, come gli indirizzi email, che permettono la re-identificazione di un utente su diversi siti web, consentendo una raccolta illimitata di dati cross-site.

Molti nel settore concordano con il nostro approccio e sempre più aziende hanno ripensato alle proprie soluzioni con Privacy Sandbox per il web e Android.

Come si stanno adattando le aziende

L’azienda ad tech europea RTB House sta, ad esempio, abilitando il remarketing e aiutando i publisher ad ampliare i loro segmenti di pubblico usando le tecnologie Privacy Sandbox. La DSP mobile tedesca, Remerge, in collaborazione con il fornitore di soluzioni di misurazione mobile AppsFlyer, ha creato il primo proof of concept per il remarketing di app usando le tecnologie Privacy Sandbox su Android. Criteo, che ha contribuito attivamente all’iniziativa Privacy Sandbox fin dalle prime fasi, è al momento focalizzata sui test delle API in Europa. E un esempio italiano è infine Blendee, azienda indipendente che partecipa attivamente alla sperimentazione, soprattutto testando l’API Topics ed esplorando il suo potenziale quando viene utilizzata insieme ad altri segnali che preservano la privacy.

Come prepararsi all’eliminazione delll’1% dei cookie di terze parti in Chrome

Mancano meno di 100 giorni al momento in cui verrà eliminato l’1% dei cookie di terze parti a livello globale in Chrome; è quindi il momento giusto per considerare questo cambiamento imminente e prepararsi.

Quindi, che cosa fare? Per i professionisti del marketing, sarà necessario verificare se la propria agenzia e i fornitori di tecnologia pubblicitaria intendono adottare soluzioni pubblicitarie più private. Per i publisher sarà fondamentale collaborare con i partner tecnologici per adottare approcci incentrati sulla privacy. E infine, in generale, tutti dovranno ripensare ai propri siti per verificare se sono presenti cookie di terze parti per altri casi d’uso, come contenuti incorporati o l’attivazione di sessioni utente su più siti.

Il momento di agire per prepararsi a un web senza cookie di terze parti è ora. E Privacy Sandbox è qui per questo, per tutti.