Umiltà intellettuale: fa bene alle aziende, e si può insegnare!

scritto da il 18 Gennaio 2024

Post di Mario Alessandra, Fondatore e Amministratore Delegato di Mindwork, società che si occupa di benessere psicologico per le aziende –

“Sono favorevole al progresso, è il cambiamento che non mi piace”. Questa frase – attribuita alla pungente ironia di Mark Twain – rende l’idea della fisiologica resistenza al cambiamento che caratterizza tanti e tante di noi e che spesso ritroviamo in contesti lavorativi e non. Quella resistenza che in azienda ingessa l’organizzazione ostacolando l’innovazione. La buona notizia è che nuovi studi scientifici dimostrano che può esserci un antidoto, di per sé allenabile e potenziabile: l’umiltà intellettuale.

Come sottolineato da grandi imprenditori come Jeff Bezos, quest’ultima va oltre il semplice riconoscere i propri errori: implica un’apertura all’apprendimento, un’insaziabile curiosità e una flessibilità funzionale al cambiamento. Aspetti fondamentali per navigare l’incertezza che caratterizza i nostri giorni. Non a caso, proprio Bezos, fondatore di Amazon e Blue Origin, qualche anno fa ha dichiarato che la caratteristica che più ricerca nelle persone da assumere è la predisposizione a raccontare gli errori commessi nel proprio percorso lavorativo.

Umiltà intellettuale, come allenarsi

Le ricerche sostengono e rafforzano questa visione, dimostrando che l’umiltà intellettuale non è una caratteristica innata, ma può essere sviluppata e rafforzata. Studi recenti mostrano che è possibile farlo attraverso pratiche mirate: riflettere criticamente sui propri valori, sperimentare la meraviglia e adottare una mentalità orientata alla crescita.

Processi che implicano una valutazione e revisione delle proprie convinzioni e percezioni e che consentono di prendere le distanze dal proprio ego. Alla base dell’allenamento per potenziare la propria umiltà intellettuale, c’è la presa di  consapevolezza dei propri bias cognitivi, specialmente in relazione al modo in cui si processano le informazioni. Sebbene poco conosciuta, è ad esempio ampiamente diffusa la cosiddetta illusione della profondità esplicativa. Un bias che porta a sovrastimare la propria comprensione di un argomento, soprattutto se molto complesso. Ecco allora che diventa necessario imparare a riconoscere i propri limiti, rimanendo aperti a nuove informazioni e prospettive.

La cultura dell’ umiltà intellettuale in azienda

Per le aziende, creare una cultura di umiltà intellettuale significa promuovere un ambiente dove si valorizzano le diverse prospettive e si privilegia la ricerca della soluzione migliore e non di quella più conveniente. Non c’è spazio per il compromesso. A tal proposito, sempre  Bezos, in una recente intervista per il famoso podcast di Lex Fridman, ha dichiarato: “il vantaggio del compromesso come meccanismo di risoluzione è che richiede poca energia, ma non conduce alla verità”.

umilta intellettuale

Esercitare l’umiltà intellettuale incoraggia la collaborazione

I vantaggi dell’umiltà intellettuale in azienda si riscontrano anche all’interno dei singoli team: leader che si dimostrano umili intellettualmente, infatti,  sono capaci di formare gruppi più coesi, motivati e creativi, incoraggiando l’innovazione e una collaborazione più efficace.

Secondo Selene Santacaterina, People & Organization Director di Amadori, “nel tessuto dell’ umiltà intellettuale si intrecciano la vulnerabilità e la consapevolezza dell’importanza di non camminare da soli. Autoriconoscersi intellettualmente umili apre le porte alla collaborazione, fa sì che si condividano le sfide e si costruiscano insieme alla propria squadra le soluzioni, affinché la vulnerabilità della leadership si trasformi in forza e creatività collettiva, il timore in coraggio.”

In azienda l’ umiltà intellettuale non va considerata solamente come una qualità individuale, ma anche come elemento strategico: è un ingrediente indispensabile per una leadership capace di governare consapevolmente il cambiamento. Con impegno costante e percorsi di formazione appropriati, sia i singoli individui che le organizzazioni possono sviluppare questa qualità, favorendo crescita, innovazione e profittabilità a lungo termine.