Meglio rischio o rendimento? (Vuoi davvero diventare ricco?)

scritto da il 19 Gennaio 2024

Sono oggi un vecchio bacucco come età anagrafica, anche se ho 55 anni.

E soprattutto mi rendo conto di cantare fuori dal coro, almeno per quello che può pensare un giovane.

Quando in treno non uso il cellulare per surfare su internet e mi piace attaccare bottone agli altri viaggiatori i miei figli protestano: “Sei un boomer, non disturbare i compagni di viaggio con vecchi aneddoti irrilevanti come il tempo o il traffico, usa il cellulare, guarda YouTube”.

Davanti alle lapidi dei caduti, in segno di rispetto, mi faccio il segno della croce e i miei figli mi guardano con pietà: “Sei un boomer, la guerra è storia, è inutile fissarsi su ciò perché il passato è passato e basta. Non è vero che la storia si ripete, siamo in un mondo nuovo”.

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( Fonte: www.lombardreport.com

Se ricevo un libro cartaceo da Amazon i miei figli lo considerano anacronistico: “Sei un arcaico boomer che legge ancora la carta, ma passa al Kindle, è più pratico”.

Sì, sono un boomer legato a valori tradizionali: i mobili d’epoca, le foto di famiglia, la carta nascosta nella cassetta di sicurezza della banca.

La stessa mia dinamica mentale si riverbera nel campo degli investimenti.

Frequentemente, discutendo di finanza con i miei studenti e i giovani in genere tra i 20 e i 30 anni, vengo sfidato con questo mantra: “Perché dovrei usare un trading system o un metodo che rende +10% a +20% quando posso ottenere lo stesso con un ETF sull’S&P 500 o sul Nasdaq senza fatica?”.

Questo mantra permea milioni di investitori globali. Chi contrasta, viene ridicolizzato, insultato, emarginato.

Ora vi spiego la logica di un boomer come me, che è la logica della finanza da quando il mondo è mondo. In ogni manuale di finanza, il rendimento non è tutto. Il rendimento esiste in relazione al rischio. Discutere di rischio e rendimento è come analizzare un cambio valutario: quanto vale un dollaro in euro? Come stabilire il valore di un dollaro senza un confronto con un’altra valuta? Se non esiste il paradiso, non può esistere l’inferno, e viceversa. Un prezzo è sempre lo scambio di qualcosa con un’altra: può essere oro, un servizio, un oggetto d’arte.

La verità è che la finanza è monotona, ripetendo ossessivamente il rapporto rischio-rendimento in mille modi diversi. Affermare che noi boomer, che ci affanniamo con i trading system per guadagnare un robusto +20% sull’asset sottostante, siamo obsoleti, è profondamente errato.

Non si può equiparare un +20% su un ETF a un +20% su un trading system intraday.

Nel primo caso, il rischio è incontrollato, poiché il rischio non equivale alla deviazione standard. Non fidatevi di quello che vi abbiamo raccontato nelle aule universitarie. Il cigno nero è sempre in agguato e considerare la massima deviazione standard storica come la migliore misura del rischio è una supposizione, non una certezza.

Quando arriva il cigno nero, la deviazione standard può raddoppiare o triplicare, causando la perdita dell’intero capitale.

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( Fonte: www.lombardreport.com

Dal 1990 ad oggi abbiamo vissuto in un’era di rendimenti eccezionalmente positivi. Ma come diceva mio padre, nato nel 1921, “se sbagli la porta d’ingresso nella storia, è finita”. Un greco che ha vissuto i suoi anni migliori durante la grande crisi del debito in Grecia aveva solo due scelte: emigrare o arrendersi. Un americano che ha vissuto durante la Grande Depressione era allo stesso modo condannato. Un tedesco nato nel 1920 non ha goduto i migliori 20 anni della sua vita, sacrificati alla guerra e alla ricostruzione.

Se qualcuno critica l’Europa unita, ricordategli che non abbiamo mai avuto un periodo di pace così lungo e prospero nel nostro continente.

Ci sono due corollari al principio di rischio e rendimento: se ignoro il rischio, non posso operare con leva. Senza la leva, non posso arricchirmi rapidamente controllando il rischio. Infine, va bene, mio caro giovane, il +20% con il tuo splendido ETF, e sono lieto che tu sia sereno sapendo che se anche perde il -50%, alla fine si riprenderà. O almeno così ha fatto finora.

Ma ricorda, non sai quando avrai bisogno di quei soldi per un’operazione chirurgica vitale o per un’emergenza economica, non sai quando dovrai acquistare casa, quando i tuoi figli avranno bisogno di soldi per studiare all’estero o quando la tua azienda necessiterà di rifinanziamento. Se investi nel tuo ETF sul Nasdaq perché tanto alla fine, ignorando il rischio, guadagni il tuo bel +20% scavalcando periodi di drawdown del 50% ricorda che magari un giorno avrai bisogno di liquidità immediata e rimpiangerai il giorno in cui non hai letto questo articolo.

Io, sinceramente, continuo a affidarmi con fiducia al mio trading system intraday.

E se non ti rendi conto che il mondo è fatto di rischio oltre che di rendimento ti consiglio la lettura, mio caro giovane, dello splendido libro “Do you sincerely want to be rich?” che è uno dei testi di finanza più significativi che io abbia mai letto perché ti racconta con una storia vera cosa succede quando non consideri il rischio. Il sottotitolo è “The full story of Bernard Cornfeld and IOL” e lo puoi comprare su Amazon (autore Charles Row).

La storia è affascinante.

Bernard Cornfeld

(La copertina del best seller “Do you sincerely want to be rich” di Charles Row, da Amazon.com) 

Nel tessuto della storia finanziaria, vi sono pagine illuminate da figure carismatiche e visionarie, ma talvolta queste pagine si tingono di toni più cupi, rivelando gli aspetti più ambigui e controversi del mondo degli investimenti. È il caso di Bernard Cornfeld, che nell’autunno del 1955 fece il suo ingresso nel panorama parigino, armato di risorse limitate e di una connessione piuttosto fragile con una società di New York, nel tentativo di commercializzare fondi comuni d’investimento al di fuori degli Stati Uniti. Cornfeld, la cui formazione spaziava dalla psicologia e ai servizi sociali, dimostrò una notevole abilità nel creare rapidamente relazioni.

Con una strategia che oggi potremmo definire discutibile, si concentrò su due categorie: gli espatriati americani, affamati di successo e fortuna, e i militari all’estero, inclini a uno stile di vita lussuoso e al consumo sfrenato. Utilizzando il primo gruppo come venditori porta a porta e il secondo come obiettivo facilmente influenzabile, Cornfeld riuscì a costruire un impero finanziario multimiliardario e multinazionale. Tuttavia, la storia di Cornfeld non è quella di un eroe finanziario.

Piuttosto, rappresenta un esempio classico di come l’astuzia e l’inganno possano trovare fertile terreno nel settore degli investimenti personali. La sua azienda I.O.S  divenne nota per l’efficace ma ingannevole strategia di vendita, riassunta nella domanda provocatoria dei suoi agenti: “Vuoi davvero diventare ricco?”.

Quest’affermazione, apparentemente innocua, celava un meccanismo ben oleato di persuasione e manipolazione, atto a sfruttare le aspirazioni e le vulnerabilità di individui in cerca di rapidi guadagni.

La vicenda di Cornfeld, esaminata nel libro in modo approfondito e critico dal team “Insight” del London Sunday Times, emerge come un esempio paradigmatico di come il sogno americano di successo e prosperità possa trasformarsi in un inganno sofisticato e pericoloso.

Se non consideri il rischio e ti illudi solo del rendimento ricordati che sei il candidato numero uno per cadere nella rete del prossimo Bernard Cornfeld.

Twitter @EmilioTomasini

La pagina di Emilio Tomasini sul suo sito personale