L’economia di Biden e Trump a confronto: chi merita la rielezione?

scritto da il 02 Febbraio 2024

Post di Luca Battaglia, laureato in Economia e Finanza Aziendale, appassionato di tematiche politiche e geopolitiche e co-fondatore del blog Pillole di Politica

In vista delle nuove elezioni presidenziali statunitensi, che si concluderanno con la General Election del 5 novembre, il presidente in carica Joe Biden scommette su un’economia forte che lo porterà alla vittoria.

Tuttavia, alcune analisi economiche dimostrano che le elezioni saranno una corsa serrata. Un forte segnale di avvertimento per la Casa Bianca: recenti studi mostrano che il presidente in carica risulti nettamente indietro rispetto all’ex presidente Donald Trump in ambito economico, mettendo dunque in dubbio le affermazioni di Biden secondo cui l’economia risulterà per lui una risorsa significativa durante la campagna elettorale.

È infatti noto a tutti il disapprovement di molti elettori democratici e consulenti economici sulla gestione economica dell’attuale presidente degli Stati Uniti d’America, nonostante i miglioramenti ottenuti rispetto alla data del suo insediamento, avvenuto nel gennaio 2021: “La realtà è che abbiamo visto i salari superare l’inflazione solo per sei o sette mesi”, ha affermato Diane Swonk, American economic advisor e chief economist in KPMG US. “I prezzi sono ancora troppo alti. L’inflazione si sta raffreddando, soprattutto rispetto al picco del 2022, ma non è ancora abbastanza.” E ancora: “Sarà un’elezione serrata”, afferma ai giornalisti lo stratega politico e uno dei manager di più rilievo della campagna di Biden, Quentin Fulks. “Siamo a conoscenza del fatto che gli elettori provano una certa ansia per l’andamento dell’economia, ed è nostro compito comunicare con loro in modo efficiente”.

Ciononostante, la crescita negli ultimi tre anni è comunque rimasta sorprendentemente forte e la disoccupazione vicina ai minimi storici, sfidando le aspettative di recessione di molti economisti. Al riguardo, programmi come la Bideneconomics hanno sicuramente giocato un ruolo fondamentale, “creando circa 14 milioni di posti di lavoro e abbassando il tasso di disoccupazione al di sotto del 4% per 21 mesi consecutivi, il periodo più lungo in oltre 50 anni”.

Alla luce di ciò, c’è chi da una parte afferma dunque che queste tendenze potrebbero aver rafforzato le probabilità di una rielezione di Biden nel 2024, seppur leggermente. Dall’altra, tuttavia, c’è chi sostiene che, nonostante la rapida ripresa dell’economia dal periodo della pandemia, il presidente Biden abbia faticato a convincere gli americani che le sue politiche migliorino le loro finanze.

TRUMP VS. BIDEN ECONOMY IN 10 GRAFICI

Inflazione e sentiment sull’economia

L’inflazione è stata una sfida persistente per l’amministrazione Biden. Il rapido rialzo dei prezzi dopo la pandemia ha implicato il livello di inflazione più alto degli ultimi 40 anni.

Trump

Fonte: U.S. Bureau of Labor Statistics (FRED)

Gli americani sono stati colpiti dall’aumento dei costi per quasi tutto, compresi generi alimentari, automobili e assistenza sanitaria. E a risentirne sono stati anche i prezzi di case (i tassi ipotecari sono più che raddoppiati negli ultimi due anni – da circa il 3,1% a circa il 7% – rendendo molto più costoso l’acquisto di una casa da una parte ma, al contempo, impennando gli introiti dei proprietari di quegli immobili) e gas (un’area in cui l’era Trump è stata migliore per gli americani, nonostante il presidente abbia poca influenza su di essa).

Trump

Fonte: U.S. Bureau of Labor Statistics (FRED) – Cliccare sull’immagine per ingrandire

Ed è proprio quando i prezzi del gas hanno raggiunto un nuovo livello record, nel giugno 2022, che la fiducia dei consumatori nell’economia statunitense è scesa al livello più basso di sempre.

Trump

Fonte: U.S. Bureau of Labor Statistics (FRED)

Seppur oggi stabile, l’evoluzione incerta del livello di inflazione, che, come visto, comporta significative implicazioni in diversi scenari economici, rappresenta la principale preoccupazione dei cittadini americani.

Creazione di posti di lavoro e tasso di disoccupazione

Il mercato del lavoro sorprendentemente forte è senza dubbio la più grande vittoria di Biden, nonostante tale impatto fosse inevitabile, entrando in carica nel momento esatto in cui milioni di persone erano già senza lavoro causa scoppio pandemia. Ciononostante, la rapida crescita dell’occupazione negli ultimi anni ha superato le aspettative degli economisti e ha alimentato una crescita economica di successo. Nel 2022 la media mensile di creazione di posti di lavoro si attestava sui 200.000, contro i circa 176.000 durante i primi 3 anni di amministrazione Trump, seguiti poi dall’improvvisa perdita di oltre 20 milioni di posti di lavoro, causa COVID-19.

Trump

Fonte: U.S. Bureau of Labor Statistics (FRED)

Di contro, il tasso di disoccupazione è rimasto pressoché simile durante le due presidenze (a parte il picco nel 2020), anche se Trump gode del vanto di aver raggiunto il minimo del 3,5% rispetto al mezzo secolo precedente.

Fonte: U.S. Bureau of Labor Statistics (FRED)

Il confronto su tassi di interesse e mercato azionario

Anche le mosse della Federal Reserve (FED) hanno un impatto di vasta portata sull’economia statunitense, soprattutto quelle legate agli aumenti dei tassi di interesse, oggigiorno necessarie per combattere l’elevata inflazione statunitense. Durante la presidenza di Biden, la banca centrale ha di fatto alzato costantemente i tassi di interesse, raggiungendo oggi la forchetta del 5,25% – 5,50%, il livello più alto degli ultimi 22 anni.

Fonte: U.S. Bureau of Labor Statistics (FRED)

Nel 2024 sono tuttavia previsti dei tagli: serpeggia infatti ottimismo sul fatto che la FED abbia terminato di incrementare ulteriormente i tassi di interesse, e a giovarne è sicuramente il mercato azionario, con il Dow Jones ed il Nasdaq che hanno appena raggiunto i massimi storici.

Fonte: U.S. Bureau of Labor Statistics (FRED)

Sono diversi gli indicatori che potremmo ancora citare. Ne sono ulteriori esempio la spending power, cioè il reddito che resta agli americani al netto di tasse e inflazione, che durante gli anni di Trump è aumentato di circa il 10%; o, ancora, il livello del deficit federale, cresciuto notevolmente durante la presidenza Trump, poi ridotto nei primi due anni di amministrazione Biden ma nel 2023 nuovamente incrementato del 23%, portando il deficit a 1,7 trilioni di dollari.

Fonte: U.S. Bureau of Labor Statistics (FRED)

Biden o Trump: quali saranno i fattori decisivi per il voto?

Il confronto tra le due economie è certamente influenzato dalle scelte compiute durante lo scoppio della pandemia (fine amministrazione Trump) e dalle azioni per la ripresa economica nel periodo post pandemico (inizio amministrazione Biden). Ma oltre all’impatto di una pandemia, così come di una guerra, è possibile che altri fattori, ad esempio i social media o la superficialità nelle valutazioni, distorcano il modo in cui le persone valutano l’effettivo andamento dell’economia. Spesso esiste infatti un netto divario tra la percezione del pubblico e l’esito oggettivo dei dati, sicuramente in parte dovuto al tempo necessario affinché il singolo cittadino subisca gli effetti positivi o negativi di una determinata scelta economica. Ma il sogno americano sembra, soprattutto negli ultimi anni, averci abituato al fatto che il giudizio, e la conseguente attribuzione del voto, si basino più sulle personali convinzioni politiche e sociali, piuttosto che sull’effettiva conoscenza e valutazione degli indicatori sopracitati.