Pensione sempre più lontana, ma gli italiani non cercano soluzioni

scritto da il 27 Febbraio 2024

Post di Luca Lixi, consulente finanziario indipendente, CEO e Founder di Plannix

Pensione sempre più lontana nel Belpaese. Secondo l’Osservatorio sulla Previdenza 2024 di Plannix, prima piattaforma tecnologica di pianificazione finanziaria personale e Fintech Company fondata nel 2022 a San Francisco e con sede a Milano, il 26% degli italiani teme di raggiungere la pensione in tarda età e il 9% di non poterla addirittura percepire. Il 15% di loro, però, non sa a che età andrà in pensione e il 34% non è in grado di quantificare i contributi che versa in un anno.

La ricerca, condotta su un campione di 1322 risponditori impiegati come dipendenti pubblici o privati, lavoratori autonomi, liberi professionisti, imprenditori e pensionati provenienti da tutta la Penisola e con un livello di istruzione dalla licenza media al master universitario, aveva l’obiettivo di indagare le preoccupazioni degli italiani e la loro consapevolezza in materia previdenziale.

Dall’analisi emerge che, nonostante la forte volontà di preservare la propria situazione previdenziale, la maggior parte degli intervistati non ha intrapreso azioni concrete di tutela, non conosce gli strumenti di protezione e raccoglie informazioni online.

Futuro della pensione incerto anche a causa della procrastinazione

Il 93% dei connazionali valuta la possibilità di integrare la pensione con investimenti o piani di risparmio privati, ma solo il 25% ha fatto analizzare la propria situazione previdenziale da un consulente esperto. Il 47% del campione ha calcolato o fatto stimare il valore mensile netto della propria pensione: il 36% delle persone prevede di poter percepire mensilmente tra i 1000 e i 1500 euro, il 22% tra i 1500 e i 2000, il 22% oltre i 2000 e il 18% meno di 1000 euro netti.

In generale, il 29% degli intervistati si dice poco informato, il 52% mediamente informato e il 20% molto informato. Ma con una popolazione sempre più anziana e le nascite in costante calo, tra qualche anno non ci sarà una base di lavoratori sufficiente a coprire il fabbisogno delle pensioni. E tra le possibili misure volte a ridurre questo impatto, potrebbe esserci proprio quella di ridurre gli importi erogabili.

pensione

(Adobestock)

Nonostante le preoccupazioni relative al proprio futuro, gli italiani continuano a procrastinare il momento in cui iniziare a occuparsi della propria situazione previdenziale. Questo perché, come esseri umani, non siamo particolarmente portati a ragionare in ottica di lungo termine per cercare di prevenire problemi futuri, e tendiamo a rimanere ancorati alle tante incombenze del presente. C’è poi una tendenza a credere che lo Stato ci verrà incontro in qualche modo, quando sarà il momento, o che le cose cambieranno e che è inutile allertarsi fin da adesso. Il problema di questo modo di pensare è che la nostra stabilità finanziaria sarà sempre in balìa di qualcosa o di qualcuno di esterno.

Chi si preoccupa agisce tardi

Il 93% degli italiani valuta la possibilità di integrare la pensione con investimenti o piani di risparmio privati ma solo l’11% dei risponditori conosce gli strumenti in grado di proteggere la propria situazione previdenziale. Il 68% degli intervistati, però, dichiara di conoscere le opportunità e le limitazioni dei fondi pensione.

Il 54% degli individui che hanno partecipato allo studio ha iniziato a pianificare la propria situazione pensionistica da quando ha cominciato a lavorare, il 27% dopo i 40 anni, il 12% dopo i 50 anni e il 7% dichiara che lo farà quando si avvicinerà all’età pensionabile. Da ultimo, il 29% degli italiani conserva il proprio TFR in azienda, il 26% in un fondo pensione privato e il 12% in un fondo pensione aperto.

Solo un italiano su 4 si affida a un esperto per la propria pensione

I più preoccupati non sono tanto i ventenni, per cui l’evento pensione è oggettivamente lontano, quanto i giovani tra i 35 e i 40 anni, che sono entrati in una fase di consapevolezza, stimolati, ad esempio, dalla costruzione di una nuova famiglia, dalla nascita e crescita dei figli, o dall’invecchiamento dei genitori. Tutti fattori che portano a essere maggiormente responsabili e previdenti. Se non si è già iniziato prima, come peraltro consigliabile, questo è il momento giusto per porsi come priorità la costruzione di un proprio piano pensionistico. Attendere 5-10 anni in questa fase potrebbe essere un errore irreversibile.

Solo il 25% degli italiani, infatti, ha fatto analizzare la propria situazione previdenziale da consulenti esperti. Ma come vengono acquisite le informazioni? Il 26% del campione dichiara di svolgere ricerche online, il 22% di non aver intrapreso alcuna azione di analisi della propria situazione previdenziale, il 12% di essersi affidato a un consulente, l’11% a una compagnia assicurativa o a una banca e il 4% di essersi rivolto a un CAF di zona.

Nel dettaglio, il 41% degli intervistati si documenta su siti web specializzati, il 29% non si tiene aggiornato, il 10% consulta i social, il 9% il consulente finanziario, il 6% si affida al passaparola e il restante 5% al consulente del lavoro.