Scuola, infrastrutture, manutenzione e PNRR: a che punto siamo?

scritto da il 10 Aprile 2024

Post di Fabio Arancio, Regional Manager Italy di PlanRadar – 

Sono circa 40.000 gli istituti scolastici in Italia che accolgono ogni anno oltre 8 milioni di studenti da nord a sud del Paese. Per questo motivo, il comparto dell’edilizia scolastica costituisce una risorsa fondamentale a livello nazionale, sia per il peso che ricopre all’interno della filiera immobiliare in termini di indotto, sia per la necessità di investire nell’istruzione della popolazione partendo da un’offerta di edifici ben strutturati e di qualità. Tuttavia la fotografia dello stato di conservazione del patrimonio edilizio scolastico non è tra le più rosee: una struttura su tre richiede interventi di manutenzione urgenti, la messa a norma delle strutture o un incremento dei servizi.

Secondo i dati raccolti da Ecosistema Scuola, la ricerca annuale di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi messi a disposizione delle istituzioni scolastiche, nell’ultimo anno le amministrazioni comunali italiane sono riuscite a intervenire in maniera concreta su circa la metà delle scuole prese in analisi, risolvendo problemi legati perlopiù all’impiantistica, alla prevenzione antincendio, alle strutture igienico-sanitarie, alla messa in sicurezza dei solai e alla manutenzione ordinaria. Un dato positivo, che trova conferma nella crescita degli investimenti in manutenzione da parte dei Comuni rispetto alla media degli ultimi 5 anni.

Richieste prioritarie d’intervento, i dati

Tuttavia per un terzo degli istituti che hanno inoltrato richieste prioritarie d’intervento la situazione non è cambiata: si tratta in gran parte di segnalazioni relative al malfunzionamento degli impianti (45,9%) e alla messa in sicurezza per la prevenzione antincendio (45,6%), ma anche di opere per la ristrutturazione delle strutture igienico-sanitarie (22%), per lo sfondellamento dei solai (8,8%) e per l’adeguamento sismico degli edifici (8,8%).

PNRR e Scuola: arrivano i nostri?

Un contributo per far fronte a questa emergenza è stato offerto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) che, tra i suoi vari obiettivi, mira a colmare il divario tra l’Italia e gli altri Paesi europei sul tema scuola, garantendo ad esempio più accessi agli asili nido o intervenendo sulla dispersione energetica negli edifici scolastici. Se però i fondi riservati all’Italia sono oltre 12 miliardi di euro da ripartire su un totale di 7.620 istituti, impressiona tuttavia lo stato di (non) avanzamento dei lavori, con oltre il 40% degli interventi ancora bloccato nella fase embrionale del progetto. Sebbene i problemi della filiera siano diversi – monitoraggio dello stato degli edifici, programmazione degli interventi, reperimento delle risorse necessarie, progettazione, gestione amministrativa, apertura e chiusura dei cantieri, e via dicendo – questo scenario non può giustificare il ritardo di un piano di intervento che darebbe una sterzata alla riqualificazione delle scuole.

Scuola, lavori pubblici, cultura del digitale

A questo proposito e a fronte di tempi dilatati per interventi e relative pratiche burocratiche, l’interrogativo da porsi è se esistano pratiche che possano efficientare i processi e velocizzare la cantierizzazione di edifici scolastici. Una risposta concreta potrebbe provenire dalla digitalizzazione del comparto con l’adozione di strumenti digitali con cui gestire l’intero cantiere le singole lavorazioni direttamente da smartphone o tablet anziché con “carta e penna”. I vantaggi infatti sono diversi: dalla riduzione di errori, costi e tempi, al miglioramento della comunicazione tra fornitori e subappaltatori, dalla costruzione di uno storico degli interventi realizzati sull’edificio nel corso della sua vita alla possibilità di aprire segnalazioni in tempo reale e tenerne monitorato lo stato anche rispetto a singole componenti, come i sistemi antincendio.

Bisogna quindi impiegare le risorse pubbliche non solo per investimenti diretti in infrastrutture, ma soprattutto per incentivare lo sviluppo di una “cultura del digitale” a beneficio della filiera immobiliare, con l’obiettivo di consentire l’ammodernamento e la messa in sicurezza degli edifici scolastici sul territorio nazionale.

scuola

(yurich84 – stock.adobe.com)