TikTok e sicurezza psico-fisica dei minori: l’azione dell’Antitrust

scritto da il 15 Aprile 2024

Post di Fausto Caronna, avvocato, Counsel di Cleary Gottlieb – 

Lo scorso 14 marzo, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha annunciato di aver irrogato una sanzione di 10 milioni di euro a tre società del gruppo ByteDance, proprietario della nota piattaforma TikTok, per una pratica scorretta consistente nella diffusione di contenuti – come quelli relativi alla challengecicatrice francese” – suscettibili di minacciare la sicurezza psico-fisica degli utenti, specialmente quelli minori e vulnerabili.

Il provvedimento si inserisce in un contesto di sempre maggior attenzione ai social media e alla correlata esigenza di garantire un elevato livello di protezione dei consumatori nell’ambiente digitale, specie per quelli più a rischio, nella consapevolezza che molte piattaforme online progettano i propri sistemi per catturarne l’attenzione e aumentare così la quantità di tempo trascorso su di esse. Gli esperti hanno lanciato un grido di allarme, evidenziando i rischi di fenomeni di “dipendenza da social media”, che, secondo alcuni studi, sarebbe paragonabile a quella da sostanze stupefacenti.

TikTok, Antitrust e diritto alla salute nell’ambiente digitale

La decisione dell’AGCM non ha soltanto il merito di aver intercettato un problema quanto mai delicato e attuale, quale la protezione dei consumatori nell’ambiente digitale, ma si contraddistingue anche per un’applicazione innovativa e “ai limiti” della disciplina consumeristica. L’obiettivo primario perseguito dall’AGCM non sembra infatti essere la tutela degli interessi economici dei consumatori presidiata dalla normativa sulle pratiche scorrette – nel caso di specie, la libertà di autorizzare l’utilizzo dei propri dati per fini commerciali in modo informato e scevro da condizionamenti), ma la tutela del diritto fondamentale alla salute nell’ambiente digitale.

Valore dei dati personali, profilazione algoritmica, redditività

A ben vedere, non si tratta del primo provvedimento con cui l’AGCM sanziona una piattaforma online in relazione all’utilizzo, per fini commerciali, dei dati dei propri utenti: già in passato l’Autorità era intervenuta nei confronti di colossi quali Facebook e Google, adottando misure inibitorie e sanzionatorie sul presupposto che i dati personali presentano un valore economico de facto.

In applicazione del medesimo principio, l’AGCM ha ravvisato la natura commerciale della pratica in questione nel rapporto tra TikTok e i suoi utenti, in cui l’erogazione del servizio di social network trova come corrispettivo (non monetario) la cessione dei dati personali di ciascun consumatore. TikTok utilizza infatti tali dati per la profilazione degli utenti stessi a uso commerciale, nonché per il funzionamento del sistema di raccomandazione basato sulla profilazione algoritmica che garantisce la redditività della piattaforma.

Tecniche pubblicitarie aggressive: la risposta di TikTok in Europa

Guardando oltre i confini nazionali, i timori e le contestazioni dell’AGCM sembrano trovare riscontro in numerose iniziative assunte nei confronti di TikTok, soprattutto a livello europeo.

tiktok

Risale al 2021, ad esempio, il dialogo formale instaurato con TikTok dalla Commissione europea, in collaborazione con la rete delle autorità nazionali per la tutela dei consumatori (Consumer Protection Cooperation Network), a seguito di una segnalazione da parte dell’Ufficio europeo delle unioni dei consumatori in merito a presunte violazioni, da parte della piattaforma, dei diritti dei consumatori, inclusi il marketing occulto e le tecniche pubblicitarie aggressive destinate ai minori. A seguito di tale intervento, a metà del 2022, TikTok si è impegnata ad allineare le proprie policy alle norme dell’UE in materia di tutela dei consumatori.

Da febbraio un nuovo procedimento della Commissione

Da ultimo, a febbraio di quest’anno, la Commissione europea ha avviato un procedimento per valutare possibili violazioni, da parte di TikTok, del Regolamento sui servizi digitali (DSA) in settori legati, fra l’altro, alla protezione dei minori e alla trasparenza della pubblicità. Il rispetto di obblighi stringenti si impone, d’altronde, in virtù della recente designazione di TikTok quale “piattaforma online di dimensioni molto grandi” (ossia, con un raggio d’azione di almeno 45 milioni di utenti attivi al mese) ai sensi del DSA.

TikTok al bando negli Stati Uniti?

E mentre negli Stati Uniti si discute se mettere al bando la piattaforma per motivi di sicurezza nazionale, nel Vecchio Continente non sono mancate sanzioni a suo carico – talvolta anche “salate” – da parte di diverse autorità nazionali: prima l’Autorità garante per la protezione dei dati personali olandese e poi quella inglese hanno sanzionato TikTok – rispettivamente per 750.000 euro e 12,7 milioni di sterline – per mancato rispetto della disciplina in materia di protezione dei dati personali (specialmente dei minori). Da ultimo, l’autorità irlandese l’ha sanzionata per 345 milioni di euro, a causa del mancato rispetto del GDPR, anche in questo caso con specifico riferimento al trattamento dei dati di utenti minori.

Tutela dei consumatori: occorre una risposta più omogenea in Europa

In tale contesto, viene da chiedersi – e l’interrogativo dovrebbe porselo anche l’AGCM – se, data la matrice europea della normativa sulle pratiche scorrette e la tipologia di condotte contestate (che, data la diffusione della piattaforma, hanno dimensione quanto meno paneuropea), non sia il caso di attivare i meccanismi di cooperazione tra le autorità nazionali per la tutela dei consumatori di cui al Regolamento (UE) 2017/2394, il quale prevede, fra l’altro, una segnalazione alla Commissione tutti i casi in cui, in un determinato Stato membro, si verifichi un’infrazione alle norme dell’Unione sulla tutela degli interessi dei consumatori che non abbia esclusiva rilevanza nazionale. Appare chiaro, infatti, come l’applicazione di tali meccanismi garantirebbe una risposta omogenea e coordinata nei confronti della medesima condotta, in un’ottica di maggiore efficacia del public enforcement del diritto dei consumatori a livello euro-unitario.