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Più competenze e meno precarietà nell’Italia che sogna un lavoro


Post di Nina Iacuzzo e Samantha Marzullo, Socie fondatrici di Guru Jobs –
Il mercato del lavoro in Italia è in continuo movimento, e lo è soprattutto se lo si osserva dalla parte di chi il lavoro lo sta cercando e orienta le proprie preferenze su settori che una volta, anche solo fino a qualche anno fa, non risultavano così appetibili come oggi. È quello che emerge dai dati relativi al primo trimestre 2025 dell’Osservatorio Guru Jobs, sviluppati su un campione di 100.212 curriculum analizzati, 56.054 di donne e 44.158 di uomini. Prima di addentrarci nell’analisi delle tendenze del mercato, occorre fare un’altra premessa: a fronte del generale aumento delle candidature, trainato dal +30,5% registrato dalle donne, la fascia di età più attiva in questa ricerca è quella della Generazione Z, ossia persone che hanno un’età compresa tra i 15 e i 27 anni, mentre calano le richieste di occupazione della Generazione X, dei Baby Boomers e dei Millennials.
Il timore dell’AI (tra i giovani) e i settori più in crisi
Date queste premesse ciò che stupisce è che proprio i più giovani, ragazzi che nascono di fatto con un’alfabetizzazione informatica acquisita che manca alle alle altre fasce d’età, sono quelli che maggiormente temono l’ingerenza dell’AI nel lavoro. A subire un crollo verticale di oltre il 50% delle candidature (passata da 492 a 178) è il settore dell’amministrazione e contabilità che viene vissuto come poco dinamico e percepito come particolarmente soggetto all’automazione. In altre parole: oggi, più che in passato, si teme che presto il lavoro della macchine non faciliterà più quello dell’uomo ma, in settori come questo, lo sostituirà.
Ristorazione e ospitalità in sofferenza: segnali di cambiamento
Altro calo importante nelle richieste di occupazione, e che in qualche modo conferma alcune dichiarazioni fatte da proprietari di locali di ristorazione, si è avuto nel settore dell’horeca che in questo primo trimestre del 2025 ha registrato solo 977 candidature a fronte delle 1479 dell’analogo periodo del 2024. Si tratta di un evidente segnale di crisi per un segmento occupazionale che in Italia è sempre stato piuttosto vivace e che attualmente sembra essere percepito come precario e, in alcuni casi, decisamente mal pagato.
Cresce la voglia di formarsi (e costruire)
La maggior concertazione di richieste occupazionali, con una crescita decisa rispetto al primo trimestre dell’anno scorso, si è avuta nel settore delle costruzioni (con 310 candidature in più: 4059 contro 3749) e in quello della formazione che ha fatto registrare ben 2734 domande. Ed è proprio su quest’ultimo che desideriamo porre l’attenzione perché è il segnale inequivocabile di come le giovani generazioni abbiano introiettato l’importanza del formarsi per crescere e migliorare.

Nel primo trimestre l’Osservatorio Guru Jobs ha registrato un generale aumento delle candidature, trainato dal +30,5% delle donne(Designed by Freepik)
Un segnale che rispecchia quanto, già ormai da qualche anno, hanno iniziato a fare le aziende, dalle più grandi a quelle di dimensioni medio piccole: prevedere percorsi formativi per il personale. Ad avvalorare quanto appena affermato ci sono, infine, le ragioni che inducono le persone a cercare una nuova occupazione: crescita personale e crescita economica si confermano i driver dominanti rispettivamente, seguiti dal desiderio di cambiare.
Un segnale dal settore industriale
In chiusura segnaliamo che, dall’altra parte, ossia da quella di chi offre lavoro, è il ruolo commerciale a guidare la classifica delle richieste (11.072) in forte aumento rispetto alle 7.353 dell’anno precedente, segnale di opportunità da non trascurare e della costante necessità di commerciali. Anche la produzione industriale e manifatturiera, al netto di un periodo di stagnazione, sembra essersi ripresa registrando un aumento deciso da 7189 a 8789 richieste.