Un nuovo sistema operativo per le PMI: ecco i 3 benefici

scritto da il 28 Maggio 2025

Post di Francesco Cardoletti, Head of Ventures di Mamazen – 

Le PMI italiane sono il vero motore del Paese poiché producono circa il 65% del valore aggiunto al costo dei fattori, danno lavoro a milioni di persone e custodiscono competenze, relazioni e storie imprenditoriali uniche. Tuttavia, oggi queste imprese stanno vivendo un momento di difficoltà: non per mancanza di idee, ma per carenza di strumenti adeguati alla loro (rapida) ascesa, capaci di automatizzare e modernizzare il lavoro quotidiano, migliorare la produttività, liberare tempo e risorse per crescere.

Basti pensare che molte imprese lavorano ancora con carta, Excel e WhatsApp. Non perché non vogliano innovarsi, ma perché i prodotti esistenti non parlano la loro lingua. Sono troppo generici, troppo complessi, o pensati per mercati diversi da quello italiano. Il risultato è che la digitalizzazione resta spesso teorica e le inefficienze si accumulano, oltre al fatto che le opportunità sfuggono e il potenziale di crescita del business della singola azienda resta bloccato.

Serve dunque un cambio di paradigma: l’Italia ha bisogno di un nuovo sistema operativo delle PMI.

Un’infrastruttura digitale, costruita una filiera alla volta

Un sistema operativo delle PMI non si riferisce a unico software in grado di diventare “la soluzione definitiva”, ma si tratta di un insieme di strumenti verticali, interoperabili e sostenibili. Non grandi piattaforme “tuttofare”, ma micro-soluzioni pensate per risolvere problemi operativi specifici. Dalla gestione delle commesse, al tracciamento delle consegne, al controllo qualità, la preventivazione, il coordinamento di filiera, sino agli adempimenti normativi. Il tutto in modo semplice, misurabile e integrato nel lavoro quotidiano.

Il principio chiave di questo approccio è costruire solo ciò che serve, quando serve, per chi ne ha davvero bisogno. È una logica artigianale applicata al digitale: partire dal contesto reale delle imprese, ascoltarne i problemi concreti, e sviluppare soluzioni che funzionano subito.

Uno Startup Studio per l’Italia che lavora

Per realizzare questa visione servono metodo, capitale, talento e rigore operativo. Ed è qui che entra in gioco un modello ancora poco conosciuto in Italia, ma già maturo in altri ecosistemi: quello dello Startup Studio.

Cosa fa uno Startup Studio? Non è un acceleratore né un incubatore, ma qualcosa di più profondo e strategico. È una fabbrica di startup: un organismo che costruisce nuove imprese in modo sistematico, partendo da idee validate, strutture operative snelle, accesso a capitale e, soprattutto, un team esperto che lavora trasversalmente su più progetti. E applicato al mondo delle PMI, questo modello può diventare un catalizzatore di innovazione concreta.

Mamazen è il primo degli Startup Studio italiani, con otto aziende all’attivo e un’esperienza consolidata nell’ideare, testare e far crescere nuove imprese in modo seriale.

Se mettessimo questa capacità di esecuzione al servizio delle PMI italiane? Si potrebbe costruire — una soluzione alla volta — una nuova generazione di imprese ad alto potenziale, progettate per risolvere problemi reali, creare valore rapidamente e diventare strumenti essenziali per chi lavora ogni giorno dentro le filiere produttive del Paese

Tre benefici chiave per le PMI (e per il sistema Paese)

Questo approccio ha almeno tre benefici tangibili:

  1. 1. aiuta le PMI a recuperare margini, eliminando attività ridondanti o manuali senza stravolgere i processi esistenti;
  2. 2. rende la digitalizzazione concreta e accessibile, con soluzioni modulari, semplici da adottare, disegnate attorno a bisogni reali;
  3. 3. costruisce un’infrastruttura digitale distribuita, che nel tempo connette attori, standardizza flussi e aumenta la competitività complessiva.

Nel breve termine, ogni prodotto lanciato aiuterebbe decine o centinaia di imprese a lavorare meglio. Nel medio periodo, queste soluzioni diventerebbero parte di un nuovo ecosistema più solido, integrato e resiliente. Pensiamo a cosa accadrebbe se ogni filiera — dal food all’edilizia, dall’artigianato alla logistica — avesse il suo software operativo condiviso. Le PMI non sarebbero più sole ad affrontare la complessità: potrebbero contare su strumenti comuni, processi coerenti, dati utili per migliorare decisioni e strategie.

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Un’occasione storica: l’Italia può recuperare terreno

L’Italia ha un vantaggio nascosto: il suo ritardo può diventare una leva di sorpasso. In un contesto ancora poco digitalizzato, ogni miglioramento genera un impatto visibile. Possiamo saltare una generazione di soluzioni inutili o calate dall’alto, e costruire qualcosa di nuovo, disegnato su misura. Il nostro tessuto imprenditoriale ha già tutto ciò che serve: imprenditori capaci, filiere verticali forti, e una domanda latente che aspetta solo l’offerta giusta.

Il “sistema operativo” delle PMI italiane? Possiamo costruirlo

Una startup alla volta. Una filiera alla volta. Con metodo, rigore e strumenti progettati per essere usati, non solo venduti.

L’innovazione non è uno slogan: è una responsabilità industriale. E chi saprà mettere davvero al servizio dell’Italia che lavora, costruirà anche il suo futuro.