Pensione: il riscatto della laurea è davvero conveniente?

scritto da il 29 Maggio 2025

Post di Andrea Martelli, Fondatore e Amministratore di MiaPensione

La pensione rappresenta una tappa fondamentale nella vita di ogni lavoratore e dovrebbe essere la garanzia di una meritata sicurezza economica, dopo anni di attività. Eppure, ancora molti italiani sono poco informati su questo tema cruciale. L’ultima indagine condotta da Anima SGR, su un campione di oltre 1000 adulti, ha evidenziato come l’81% sia preoccupato per il proprio futuro pensionistico, ma di fatto non agisca per tutelarsi. In particolare, solo il 21% ha attivato una soluzione integrativa, mentre il 33% è rimasto immobile e il 27% si è informato senza procedere.

La pensione non è solo un traguardo, ma un obiettivo che va pianificato con attenzione, fin dai primi anni di lavoro. Una consulenza adeguata permette di fare scelte consapevoli e costruire una previdenza su misura. Solo così si può affrontare il futuro con serenità e sicurezza.

Tra le opzioni attualmente disponibili per una maggior tutela previdenziale, l’INPS propone il riscatto della laurea, ovvero la possibilità di valorizzare gli anni di studio universitario convertendoli in anni di contributi ai fini pensionistici.

Ecco una guida chiara su questo strumento che, è bene dirlo fin da subito, comporta un onere per il richiedente, talvolta anche elevato.

Chi può presentare la domanda di riscatto della laurea

Il riscatto può essere chiesto da tutti i cittadini che hanno conseguito un diploma di laurea, un diploma universitario, un diploma di specializzazione o un dottorato di ricerca. La domanda può essere presentata sia da chi ha già versato dei contributi obbligatori, sia da chi ancora non ha iniziato a lavorare. Non è invece possibile fare richiesta se, in concomitanza con il periodo di studio, si è percepita una contribuzione accreditata nella gestione previdenziale.

Quanto costa riscattare gli anni di studio

Il dato è estremamente variabile e va valutato con attenzione, caso per caso; sono disponibili due modalità d’azione: il riscatto ordinario e il riscatto agevolato.

Nel primo caso, il computo dipenderà dalla collocazione temporale degli anni di studio da riscattare: se precedono il 1996 il calcolo sarà retributivo, se sono successivi sarà contributivo. La prima soluzione impiega il sistema a riserva matematica e il costo sarà determinato moltiplicando il beneficio economico, ottenibile dalla differenza tra pensione con e senza riscatto, per un coefficiente calcolato sull’età anagrafica e sull’anzianità contributiva del richiedente. Nei casi successivi al 1996, invece, si usa il sistema a percentuale e il costo viene calcolato applicando un’aliquota di prelievo al reddito imponibile nell’anno in cui si presenta la domanda di riscatto. Nel caso di un lavoratore dipendente, si applica il 33%, il 24% nel caso di un commerciante.

riscatto

Tra le opzioni attualmente disponibili per una maggior tutela previdenziale, l’INPS propone il riscatto della laurea. Ma quanto costa? E come evitare gli errori più frequenti? (Designed by Freepik)

Il riscatto agevolato, invece, prevede il pagamento di un importo fisso, indipendente dallo stipendio o dal reddito. L’onere è determinato applicando il 33% al minimale degli artigiani e commercianti relativo all’anno in cui si presenta la domanda. Ad esempio, il minimale 2025 per i commercianti è di 18.555 €. L’onere per un anno di riscatto sarà quindi pari a 6.123,15 € (18.555 x 33%). Tale cifra andrà moltiplicata per gli anni di studio che si intende riscattare.

Attenzione, il riscatto non è sempre conveniente

Soprattutto se l’obiettivo è quello di aumentare l’assegno pensionistico: il beneficio spesso non giustifica l’onere investito e il break even è generalmente collocato troppo avanti nel tempo, per essere ritenuto un buon investimento. Diverso è il caso in cui l’intento sia di anticipare la pensione; si tratta di una scelta molto personale, dettata dalla volontà di investire un onere, a volte sostenuto, pur di interrompere l’attività lavorativa.

Gli errori più frequenti (che è meglio evitare)

Spesso si ha una percezione sbagliata di questo strumento e viene fatta una valutazione errata o superficiale dei suoi benefici. Dobbiamo necessariamente entrare nell’ottica che la soluzione che risulta ottimale per il nostro collega o amico, non per forza sarà conveniente anche per noi. Ritenere, inoltre, che il riscatto anticipi sempre la decorrenza della pensione è altrettanto sbagliato: se abbiamo un richiedente con 20 anni di contributi, aggiungere 4 – 6 anni di riscatto della laurea non aiuterebbe comunque ad accedere alla pensione prima dei 67 anni di età.

È importante, quindi, ponderare bene le scelte e valutare con attenzione le opportunità a nostra disposizione, prima d’incappare in una spesa poco vantaggiosa. Rivolgersi a consulenti esperti è certamente il primo passo per una decisione consapevole e responsabile per il nostro futuro previdenziale.