Il BaaS non è (solo) una banca, ma la banca del futuro parte da qui

scritto da il 12 Giugno 2025

Post di Stiven Muccioli, Founder & CEO di BKN301

Negli ultimi anni, termini come Fintech, Open Banking ed Embedded Finance sono diventati protagonisti del mondo finanziario. C’è un elemento trasversale, meno visibile ma decisivo, che abilita molte delle innovazioni che stanno trasformando il modo in cui viviamo e utilizziamo i servizi finanziari: il Banking-as-a-Service, o più semplicemente “BaaS”.

Si tratta di un modello che consente a qualunque azienda – non solo banche o startup fintech, ma anche realtà attive nel retail, nell’e-commerce, nelle telecomunicazioni – di integrare servizi bancari e di pagamento. Il tutto senza dover disporre di licenze bancarie, team di compliance o infrastrutture proprietarie.  Attivare nuovi servizi finanziari non è mai stato così semplice: grazie a una soluzione modulare, scalabile e sicura, è possibile offrire conti digitali, carte, prestiti e molto altro, con rapidità ed efficienza.

Il valore di questo approccio non è solo tecnico, ma strategico. Il “BaaS” consente di portare l’esperienza finanziaria esattamente dove si trova il cliente, integrandola nei suoi comportamenti digitali quotidiani. Questo segna una svolta: per le aziende, che possono differenziarsi con proposte su misura; per i consumatori, che ottengono un’esperienza più fluida e contestualizzata; e per l’intero ecosistema, che diventa più competitivo, dinamico e aperto all’innovazione.

Nel contesto dell’innovazione finanziaria, l’Italia sta facendo il suo percorso, che appare però rallentato proprio dai vincoli dell’infrastruttura bancaria tradizionale. Secondo Eurostat, nel 2024 solo il 55% degli italiani ha utilizzato servizi bancari digitali[1], contro una media europea ben superiore. Ma il paradosso è che proprio questa “latenza digitale” sta creando spazi di opportunità per nuovi operatori. Le banche native digitali crescono del 50% all’anno, secondo Deloitte, e molte di esse – così come le aziende tecnologiche più avanzate – si appoggiano a piattaforme “BaaS” per accelerare il lancio di nuovi servizi.

Baas

Se si guarda ai mercati emergenti, in particolare quelli dell’area MENA – in cui BKN301 ha scelto di portare questo modello fin dalla nascita – Caratterizzati dalla mancanza di una solida infrastruttura bancaria tradizionale, con popolazione che presenta un tasso elevato di non bancarizzazione e difficoltà di accesso a strumenti finanziari, il “BaaS” non ha rappresentato solo una leva di innovazione, ma uno strumento di inclusione finanziaria. Dove mancava la filiale fisica, è arrivata un’app, dove non c’era la banca, ci sono state le API.  L’innovazione ha corso a una velocità sorprendente, dimostrando che spesso è più semplice costruire da zero che cercare di adattare ciò che già esiste.

Oggi, in Europa e in Italia le potenzialità del mercato sono ancora enormi.

Perché il modello funzioni davvero, però, servono due condizioni: una regolamentazione evoluta e una tecnologia realmente interoperabile. La direttiva PSD2 ha rappresentato un punto di svolta, ma occorre andare oltre: semplificare l’accesso alle licenze, standardizzare la sicurezza, incentivare l’adozione di tecnologie compliant. Chi si occupa di “BaaS” non può permettersi superficialità su questi temi: serve rigore, visione e capacità di costruire fiducia.

Infine, non possiamo ignorare l’impatto crescente dell’intelligenza artificiale. L’integrazione tra IA e “BaaS” apre scenari ancora più interessanti: scoring dinamici, analisi predittive, personalizzazione estrema dei servizi.  Ma se manca una base solida —con riferimento ad un’infrastruttura BaaS — anche il miglior algoritmo rischia di diventare solo un esercizio fine a sé stesso.

Il Banking-as-a-Service non è una semplice tendenza tecnologica, ma la vera struttura portante della finanza digitale moderna, indispensabile per reinventare il modo in cui viviamo il denaro oggi.

[1] Fonte Eurostat 2025