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Trump e il nostro export: ecco le aziende più a rischio (e dove)


Post di Francesco Antonio La Badessa, partner dello studio Ichino Brugnatelli e Associati –
L’introduzione di nuovi dazi sulle importazioni negli Stati Uniti, annunciata da Donald Trump e al momento sospesa, rischia di innescare una crisi profonda per molte aziende italiane, soprattutto nel Nord e nel Triveneto. Siamo nella quiete prima della tempesta. Le aziende più esposte – in particolare le Pmi attive nei settori automotive, agroalimentare e meccanico – potrebbero subire perdite per milioni di euro, con gravi conseguenze occupazionali.
I contraccolpi della politica commerciale statunitense si faranno sentire su più fronti: Oltre agli effetti legali e contrattuali in ambito internazionale, ci attendiamo un aumento dei licenziamenti individuali per giustificato motivo oggettivo e, nei casi più critici, l’avvio di procedure collettive. Le imprese dovranno riorganizzarsi: si prevedono trasferimenti, demansionamenti, riduzioni dell’orario di lavoro, mobilità interna e accordi di solidarietà, sia individuali sia sindacali.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump (Foto di MANDEL NGAN / AFP)
La possibile frenata dell’export, legata all’introduzione dei dazi, colpirà in particolare le filiere medio-piccole più dinamiche, con pesanti ricadute sull’occupazione. E non è escluso che il governo possa dover ricorrere a strumenti emergenziali, come già avvenuto durante la pandemia, con inevitabili effetti anche sulle relazioni industriali.
Le difficoltà non sono ancora tangibili perché i dazi non sono operativi, ma il clima è già di forte preoccupazione. Le interlocuzioni internazionali sono in corso, ma la direzione sembra definita. Le imprese stanno predisponendo piani di contenimento, anche perché le ripercussioni si estenderanno al sistema bancario e finanziario. I grandi istituti americani stanno rivedendo la loro presenza in Europa, accentuando la concentrazione delle strutture e affidandosi sempre più all’intelligenza artificiale per la gestione dei clienti.
A risentirne sarà anche il settore legale: ci sarà un incremento delle vertenze in materia di lavoro, ma con il rischio che si tratti di cause poco remunerative o addirittura non pagate.