Private Credit e Restructuring: alle radici di un nuovo ciclo finanziario europeo

scritto da il 21 Luglio 2025

Post di Giuseppe Farinacci, Senior Managing Director nella divisione Business Transformation di FTI Consulting – 

Negli ultimi dodici mesi, sono cresciuti i punti di contatto tra il mondo del financial restructuring e il dinamico mercato europeo del private credit. Questa convergenza è sostenuta da un’inedita combinazione di fragilità macroeconomica, dall’avvicinarsi del rimborso di debiti contratti in fasi espansive e “covenant lite”, e da una crescente eterogeneità nelle opzioni per il finanziamento aziendale – elementi che rendono più complessa la gestione dei cambi di scenario. Ci troviamo all’inizio di un nuovo ciclo finanziario che impone un cambio di passo: per le imprese, per i finanziatori, ma anche per gli advisor.

Debiti in scadenza e stagnazione: le premesse del nuovo ciclo

L’Europa continentale affronta oggi una stagnazione sempre più evidente.  In Italia, alla crescita modesta ed all’instabilità politica, si aggiunge il persistere dell’inflazione e, con l’instabilità geopolitica, un rallentamento del commercio globale che sta mettendo a dura prova molte imprese esportatrici, nei settori più disparati. In questo contesto, le strutture di capitale ideate tra il 2016 e il 2019 giungeranno a naturale scadenza entro il 2026-2027 e non è scontato il loro rifinanziamento, riportando d’attualità il tema del c.d. “maturity wall” della grande crisi finanziaria. È così che il financial restructuring non è più un’eventualità ma una necessità, talora estesa anche alle operations.

Si notano comportamenti diversi: nelle situazioni in cui l’accesso al credito permane, le parti coinvolte – management, sponsor, creditori – dimostrano una maggiore proattività nel prevenire la crisi, novità rispetto ai cicli precedenti che riflette un approccio più maturo alla gestione del debito. Nei casi in cui il rifinanziamento si presenti remoto, spesso solo la necessità di nuova finanza determina l’avvio di un processo da parte del debitore prima del default — processi, questi ultimi, oramai quasi esclusivamente legati ai rimborsi.

Private credit: più spazio, ma anche nuove responsabilità

È quindi ben comprensibile come il mercato del private credit, specie nel suo segmento di direct lending, sia destinato a crescere in Europa e anche in Italia per una dinamica di domanda e offerta: i borrower ne apprezzano flessibilità, tempi rapidi, documentazione con costi spesso sostanzialmente allineati al credito bancario; gli investitori la ritengono un asset class interessante per la componente obbligazionaria e di rendimento. Oggi, i principali operatori del segmento sono asset manager in grado di colmare il vuoto lasciato dalle banche tradizionali.

Ma questo stesso capitale, così flessibile in fase di sottoscrizione, deve ancora dimostrare l’efficienza predicata nella fase di workout. L’oggettiva minor esposizione a cicli recessivi di questi fondi e una generale, comprensibile riluttanza ad assumere ruoli proprietari potenzialmente antitetici agli sponsor rischiano di controbilanciare i vantaggi derivanti dalla concentrazione nelle controparti.

Giovani professionisti discutono di private credit e restructuring davanti a un laptop in ufficio

Professionisti al lavoro su strategie di finanziamento e ristrutturazione aziendale (Design by Freepik)

Il consenso tra operatori e advisor è chiaro: già nella seconda metà del 2025 ci sarà una crescita delle operazioni di ristrutturazione. Il nuovo ciclo di stress in Europa sarà più lungo, con “rolling recessions” di settore. I settori più esposti – beni industriali, sanità, automotive, retail, […] – dovranno affrontare ristrutturazioni sempre più complesse dal punto di vista legale, operativo e finanziario. In Europa, le giurisdizioni multiple, la varietà e la mutevolezza degli stakeholder anche per via dei mercati secondari del credito, unitamente alla crescente presenza di fondi di private credit creeranno dinamiche nuove. In Italia, l’affermarsi di una giurisprudenza sempre più incisiva circa i c.d. “adeguati assetti” renderà sempre più arduo un comportamento passivo.

Advisor, regole e valore industriale: come cambia il restructuring

Gli advisor specializzati sono quindi chiamati a non comportarsi da semplici facilitatori ma devono diventare architetti di soluzioni complesse. Devono muoversi con rapidità, visione strategica e sensibilità multidisciplinare che abbracci, a partire dall’azienda, le implicazioni giuridiche, nella finanza e – sempre di più – anche in ottica di deal making.

Con il private credit destinato a solidificarsi come pilastro del mercato europeo, il suo ruolo evolverà. Le ristrutturazioni non potranno più essere meri esercizi di “ingegneria finanziaria”: dovranno puntare a costruire imprese sostenibili, resilienti, in grado di generare vero valore. Questo è il vero cambiamento di paradigma in corso.