European Accessibility Act: le nuove regole che cambiano tutto

scritto da il 23 Luglio 2025

Post di Giulia Mariuz, partner, e Anna Albanese, trainee del dipartimento Technology, Media and Communications and Commercial di Hogan Lovells – 

Dal 28 giugno 2025 l’Europa ha alzato significativamente l’asticella dell’accessibilità digitale e non solo. Con l’entrata in vigore della Direttiva Europea 2019/882, nota come “European Accessibility Act” e recepita in Italia con il Decreto Legislativo 82/2022, alcuni prodotti e servizi considerati essenziali devono ora essere accessibili a tutti, a beneficio delle persone con disabilità, nonché di altri soggetti ritenuti meritevoli di tutela, come gli anziani e le donne in gravidanza.

Una svolta concreta per aziende e utenti

La nuova normativa amplia la platea dei soggetti tenuti a garantire l’accessibilità di prodotti e servizi digitali. Il suo obiettivo è chiaro: garantire che tecnologie e servizi di uso quotidiano siano fruibili da tutti, abbattendo le barriere che ancora oggi escludono milioni di persone dalla vita digitale ed economica.

Ma cosa significa concretamente? Prendiamo alcuni esempi pratici. Se acquistate un nuovo smartphone, un tablet o un computer, questi devono essere progettati fin dall’origine per essere utilizzabili anche da persone con disabilità visive, uditive o motorie. I comandi vocali devono prevedere delle alternative (es. testuali), le interfacce devono essere compatibili con i dispositivi assistivi, le istruzioni devono essere comprensibili a tutti.

Prodotti e servizi sotto la lente del legislatore europeo

L’European Accessibility Act copre un ampio spettro di prodotti e servizi che utilizziamo quotidianamente. Tra i prodotti rientrano computer, smartphone, tablet, ma anche elementi meno ovvi come le macchine per la gestione delle code negli uffici bancari. Per quanto riguarda i servizi, la normativa si applica all’e-commerce, ai servizi bancari per consumatori, ai trasporti pubblici e agli e-book.

La distinzione temporale è importante: per i prodotti, gli obblighi si applicano solo a quelli immessi sul mercato dopo il 28 giugno 2025, mentre per i servizi le regole valgono per tutti quelli erogati ai consumatori dopo tale data, anche se esistenti da prima.

Cosa devono fare concretamente le aziende

Gli obblighi variano a seconda del settore, ma seguono alcuni principi comuni. Per i prodotti, le aziende devono garantire che siano progettati fin dall’inizio per essere accessibili, che le informazioni (etichette, istruzioni) siano fornite in modo comprensibile a tutti, che le interfacce siano percepibili e utilizzabili da persone con diverse disabilità, e che non interferiscano con i dispositivi assistivi già utilizzati dagli utenti.

Per i servizi è fondamentale che siti web e app siano accessibili, che funzionino correttamente con le tecnologie assistive e che forniscano informazioni chiare sulle loro caratteristiche di accessibilità attraverso più canali sensoriali. Alcuni fornitori, come quelli di servizi bancari per consumatori devono inoltre assicurare che i metodi di identificazione e le firme elettroniche siano utilizzabili da tutti.

Il puzzle normativo italiano

La situazione italiana presenta alcune complessità. La Legge Stanca del 2004 aveva già introdotto obblighi di accessibilità, principalmente per gli enti pubblici, ma anche per alcuni soggetti privati. Con l’European Accessibility Act, questa normativa non è stata abrogata, bensì in parte disapplicata per evitare sovrapposizioni.

Dal 28 giugno 2025, infatti, alcune disposizioni della Legge Stanca non si applicano più ai fornitori di servizi soggetti alla nuova normativa europea, in particolare quelle relative agli obblighi tecnici e alla dichiarazione di accessibilità. Tuttavia, l’European Accessibility Act impone comunque di fornire al pubblico informazioni dettagliate sui servizi offerti in formati accessibili, creando di fatto una nuova forma di “dichiarazione di accessibilità”.

Rimangono però alcune zone grigie, soprattutto per le aziende che offrono servizi che ricadono parzialmente sotto la Legge Stanca e parzialmente sotto la nuova normativa. L’Agenzia per l’Italia Digitale sta lavorando a linee guida che si spera possano risolvere queste ambiguità.

Sanzioni e rischi concreti

Le conseguenze per chi non si adegua non sono trascurabili. In Italia, le sanzioni variano da 2.500 a 40.000 euro, a seconda della gravità della violazione, del numero di prodotti o servizi non conformi e delle persone coinvolte. Per i soggetti che rientrano nell’ambito della Legge Stanca, resta applicabile la sanzione fino al 5% del fatturato in caso di inosservanza della diffida dell’AgID.

Ma le sanzioni economiche non sono l’unico rischio. La mancata adozione delle misure correttive può portare all’oscuramento del sito web, alla rimozione dell’app dagli store o ad altre misure che di fatto bloccano l’attività.

Come muoversi nella pratica

Per evitare problemi, è fondamentale che le aziende verifichino la conformità tecnica dei loro prodotti e servizi, affidandosi a professionisti specializzati che intervengano alla radice, lavorando direttamente sul codice sorgente e sulla progettazione.

Un avvertimento importante arriva dall’esperienza statunitense: le soluzioni rapide come gli “accessibility overlay” (plugin che promettono di rendere accessibile un sito con pochi clic) sono da evitare. Non solo non sono considerate sufficienti dai tribunali, ma spesso peggiorano l’esperienza degli utenti con disabilità.

Oltre la compliance: un’opportunità di mercato

L’European Accessibility Act non rappresenta solo un obbligo normativo, ma anche un’opportunità di mercato. In Europa vivono circa 87 milioni di persone con disabilità, un segmento di mercato che vale oltre 13 trilioni di dollari a livello globale. Progettare prodotti e servizi accessibili significa quindi non solo rispettare la legge, ma anche accedere ad un mercato significativo e in crescita.

Inoltre, molte soluzioni di accessibilità migliorano l’esperienza per tutti gli utenti, non solo per quelli con disabilità. Un design più intuitivo, istruzioni più chiare, interfacce più semplici beneficiano l’intera base clienti.

La strada verso un’Europa più inclusiva è ormai tracciata. Le aziende che sapranno cogliere questa sfida non solo eviteranno sanzioni, ma potranno anche scoprire nuove opportunità di business e contribuire a costruire una società più equa e accessibile per tutti.