Crypto, Stato e potere: cosa cambia con il Genius Act di Trump

scritto da il 24 Luglio 2025

Donald Trump con la firma del Genius Act oltre ad alimentare un gigantesco conflitto di interessi ha innescato una reazione a catena con conseguenze potenzialmente dirompenti per il sistema finanziario mondiale. In questo breve post suggerisco che il risultato finale potrebbe essere meno catastrofico di quanto paventato dagli osservatori più pessimisti e far crescere la concorrenza nel settore della gestione dei pagamenti.

Cosa dice il GENIUS Act?

L’acronimo sta per “Guiding and Establishing National Innovation for U.S. Stablecoins” e stabilisce i limiti iniziali e le protezioni per i consumatori in merito all’utilizzo delle stablecoin.Secondo la nuova normativa le stablecoins potranno essere emesse da banche assicurate a livello federale, come la Bank of America, o da aziende, come Walmart e Amazon. Le società che emettono monete per un valore inferiore a 10 miliardi di dollari potrebbero essere regolamentate da uno Stato. Il resto ricadrebbe sotto la giurisdizione dei regolatori federali.

Cosa sono le stablecoin?

Le stablecoin sono token digitali crittografici il cui valore è ancorato a quello di altri asset come il dollaro USA. Questa caratteristica le differenzia dalle altre criptovalute, rendendole meno volatili e più adatte all’utilizzo come  mezzo di scambio e riserva di valore.

Come vengono utilizzate?

Questi strumenti vengono utilizzati in larga misura come “passaggio intermedio” per investire in altre cryptovalute più volatili e come mezzo di pagamento alternativo nei paesi come Argentina, Nigeria e Turchia dove il valore reale delle monete locali è eroso da elevati tassi di inflazione e da svalutazioni del cambio verso le altre valute principali. A questo va aggiunto che le criptovalute stanno diventando sempre più popolari anche per i pagamenti transfrontalieri e l’invio di rimesse internazionali, perché prevedono commissioni più basse e velocità di trasferimento maggiore alle alternative tradizionali, come Western Union o Walmart.

Qual è il valore aggiunto rispetto alle valute tradizionali?

Per chi possiede una carta di credito e un conto bancario e risiede in un’economia sviluppata, al momento l’utilizzo delle stablecoin potrebbe apparire solo una inutile e rischiosa complicazione. Se posso utilizzare i dollari a cosa dovrebbe servirmi una criptovaluta agganciata al dollaro? Al momento la risposta più frequente a questa domanda consiste nella semplificazione dell’investimento in altre criptovalute e nella intermediazione di attività illegali (commercio di armi, droga) o di attività legali volte al riciclaggio dei proventi di attività illecite.

Se ci fermiamo all’idea di una crypto che serve per comprare altre crypto o per attività illecite non sembra una grande idea.

Qual è allora l’obiettivo di Trump?

Possiamo immaginare che il presidente degli stati uniti voglia consolidare il proprio consenso presso una certa componente del suo elettorato incoraggiando la diffusione delle criptovalute, favorire un settore nel quale ha interessi rilevanti, ma soprattutto alimentare la detenzione di titoli di stato USA da parte dei soggetti che emettono le stablecoin contribuendo a difendere la posizione del dollaro come valuta di riserva internazionale e a contenere il livello dei tassi di interesse.

Quello che preoccupa maggiormente osservatori e analisti è che nell’intento di perseguire quest’ultimo obiettivo si stia realizzando una deregolamentazione de facto del sistema dei pagamenti, aggirando le normative che regolano l’attività degli intermediari finanziari.

Quali sono i rischi di questa mossa?

Barry Eichengreen, professore di economia e scienze politiche presso l’Università della California, Berkeley ha riassunto efficacemente la questione in un editoriale sul New York Times  scrivendo che Trump intende riportare il sistema finanziario americano indietro nel tempo di 200 anni, ad un’epoca chiamata Free Banking Era. Si tratta di un periodo nel quale i fallimenti bancari, i fallimenti personali e l’instabilità finanziaria erano fenomeni regolari.

Cosa potrebbe andare storto, in dettaglio?

L’editoriale del New York Times ricorda le complicazioni e i rischi associati all’epoca in cui esistevano numerosi emittenti di monete con affidabilità variabile, i danni causati dal fallimento di alcuni di questi e le proverbiali corse agli sportelli. A questo va aggiunto che oggi la tecnologia rende la circolazione delle informazioni più rapide, come testimonia il caso recente della Silicon Valley Bank :  le autorità di regolamentazione si sono rese conto che gli asset della banca stavano perdendo valore con l’aumento dei tassi di interesse, ma non hanno reagito in modo abbastanza tempestivo mentre i clienti si sono fatti prendere dal panico e hanno ritirato i loro fondi così rapidamente da spingere la banca sull’orlo del collasso – in pratica lo stesso problema che si è verificato più e più volte nell’era del Free Banking.

L’economista si domanda:

Se i regolatori hanno così tanti problemi a tenere d’occhio le banche assicurate, come ci si può aspettare che esercitino una supervisione perfetta su centinaia, se non migliaia, di stablecoin emessi non solo dalle banche, ma anche da aziende tecnologiche e start-up crittografiche?

 

Qual è il rischio più grande?

Il beneficio ricercato da Trump, nell’avere una quantità maggiore di detentori pazienti di titoli americani, potrebbe diventare una seria minaccia nel caso di una crisi finanziaria nella quale questi soggetti potrebbero essere indotti a vendere in modo simultaneo i propri titoli facendone crollare il prezzo.

Quanto dovremmo essere preoccupati?

Provando a ragionare in modo equilibrato potremmo considerare che:

  • 1) il presidente Trump dai dazi al ritiro delle armi per l’Ucraina ci ha abituato a repentini voltafaccia per cui  non possiamo sapere se questa iniziativa verrà portata fino in fondo
  • 2) la pressione concorrenziale potrebbe indurre gli operatori tradizionali a ridurre le proprie commissioni e a diventare più competitivi sul piano tecnologico
  • 3) una presenza maggiore presenza di operatori grandi come Walmart e Amazon nell’intermediazione dei pagamenti, ad oggi frenata solo dalla regolamentazione, potrebbe essere un fattore positivo

Per riassumere: la mossa di Trump e i possibili sviluppi 

La mossa di Trump, al netto di non trascurabili conflitti di interesse, mira a favorire la diffusione delle criptovalute e trovare nuovi “detentori pazienti” di titoli di stato americani. Questo espone l’economia americana a rilevanti rischi di instabilità finanziaria, per l’impossibilità materiale di controllare l’azione dei nuovi emittenti di stablecoin, con la possibilità che in alcuni scenari estremi si verifichino vendite a catena di titoli USA.

Trump

Un Donald Trump generato da Grok3 mostra Tether, la stablecoin più grande per capitalizzazione di mercato, ancorata al Dollaro

La tendenza del presidente USA a cambiare idea anche in modo plateale lascia qualche speranza alla possibilità che questa normativa venga in futuro ritirata o fortemente depotenziata. La concorrenza anche solo potenziale esercitata dalle stablecoin nei confronti delle valute tradizionali e degli intermediari di pagamento potrebbe costituire uno stimolo positivo nei confronti dell’innovazione e di una maggiore efficienza nel sistema finanziario.

 

L’autore del post è impegnato in una attività di divulgazione ed educazione finanziaria con il progetto della Finanza in Soldoni che si sviluppa attraverso  podcast, newsletter e video