Conformità normativa: il vero asset strategico per l’edilizia italiana

scritto da il 06 Agosto 2025

Post di Fabio Arancio, Regional Manager Italy PlanRadar – 

Nel settore delle costruzioni in Italia la conformità normativa non può più essere considerata una voce accessoria o un aggravio burocratico: rappresenta, oggi, una condizione imprescindibile per operare in sicurezza, tutelare la reputazione e garantire la continuità operativa. Le imprese che la percepiscono ancora come un ostacolo alla produttività commettono un errore strategico. Il rischio di incorrere in sanzioni economiche, esclusioni dagli appalti pubblici o responsabilità penali è sempre più concreto e i numeri lo confermano.

Secondo i dati INAIL, nel 2023 il comparto delle costruzioni ha registrato oltre 43.000 denunce di infortunio, confermandosi tra i settori più esposti a rischi gravi. Sebbene in lieve calo rispetto all’anno precedente (-2,6%), si tratta di cifre ancora troppo elevate[1]. La necessità di rafforzare gli standard di sicurezza è alla base dell’introduzione della “patente a punti” per i cantieri, obbligatoria da novembre 2024: in caso di inadempienza le sanzioni possono arrivare al 10% del valore dell’appalto, con un minimo di 6.000 euro.

edilizia

Dal punto di vista ambientale, il quadro è altrettanto severo e la non conformità non è più tollerata: il Testo Unico Ambientale (D. Lgs. 152/2006) prevede sanzioni fino a 52.000 euro, oltre a pene detentive, per infrazioni quali scarichi non autorizzati, gestione illecita dei rifiuti o utilizzo di materiali non certificati.

A fronte di questi rischi, sorprende che molte imprese del settore continuino a sottovalutare le potenzialità offerte dalla digitalizzazione. Secondo gli indicatori DESI per il 2025, l’Italia è ancora in ritardo nella trasformazione digitale rispetto alla media europea, con un divario particolarmente marcato tra le PMI, che si collocano al 17° posto tra i Paesi dell’UE. Questo ritardo si riflette anche nella gestione della conformità, ancora troppo spesso affidata a processi manuali e discontinui.

Eppure il contesto italiano è ricco di segnali di cambiamento: dalla digitalizzazione del patrimonio immobiliare pubblico promossa dall’Agenzia del Demanio, al lancio del progetto sperimentale Reg4IA – frutto della collaborazione tra Governo, Regioni e Province autonome – il quadro evolve rapidamente. Obiettivi così massicci e complessi devono essere raggiunti non dall’oggi al domani, ma come frutto di un percorso graduale.

La semplificazione dei processi quotidiani – come la gestione documentale, la condivisione delle informazioni in cloud o la tracciabilità delle comunicazioni di cantiere – tramite, ad esempio, l’utilizzo di piattaforme ad hoc, rappresenta già un salto di qualità. L’adozione di strumenti digitali per la sicurezza, la documentazione tecnica e le ispezioni consente infatti di garantire continuità nei controlli e trasformare la conformità in un processo integrato e sistematico, evitando costose rilavorazioni che possono arrivare a pesare, secondo un’indagine PlanRadar, fino all’11% dell’intero budget di progetto.

In sintesi, la conformità normativa deve essere riconosciuta come una leva strategica, capace di rafforzare la competitività, migliorare l’affidabilità sul mercato e tutelare il capitale umano. In un’epoca di crescente complessità regolatoria, affrontare la conformità in modo proattivo e digitale significa investire nella resilienza e nel futuro dell’impresa.