categoria: Distruzione creativa
Diventare protagonisti dell’AI: strategie per le imprese italiane


Post di Carla Masperi, Amministratore Delegato SAP Italia –
Oggi l’intelligenza artificiale è ovunque. Se ne parla nei board aziendali, negli eventi internazionali, sui media e nei corridoi delle nostre aziende. Secondo lo studio “Business and Technology Priorities” che abbiamo svolto di recente intervistando 575 manager in Italia, il 50% degli intervistati ha dichiarato che la prima tecnologia che li aiuterà a crescere, semplificare e superare le sfide sarà l’AI generativa e agentica.
La ricerca ha, inoltre, evidenziato che il 40% delle aziende italiane utilizza già ampiamente l’intelligenza artificiale in una vasta gamma di attività. Entrambe queste percentuali sono molto elevate e fanno ben sperare, ma al di là del clamore, molte imprese italiane si chiedono ancora: come possiamo sfruttare davvero l’AI per ottenere un vantaggio competitivo tangibile?
Di seguito voglio condividere quattro azioni strategiche per diventare AI front-runner, ovvero aziende pioniere che adottano l’intelligenza artificiale con successo, generando impatto reale sul business.
1 Concentrarsi sui casi d’uso ad alto impatto
Il primo passo è individuare le aree dove l’AI può generare valore rapido e misurabile. In molte aziende italiane – grandi, medie o in rapida crescita – finance, risorse umane, supply chain e customer experience sono i punti di partenza più promettenti.
Qui, anziché parlare di “proof of concept”, suggerisco di adottare un approccio basato sul “proof of value”: usare l’esperienza interna, i dati disponibili e la creatività per identificare attività dove automazione e AI possono sbloccare nuovo valore.
È un concetto introdotto da uno dei nostri clienti più importanti nel mondo dell’entertainment, Cirque du Soleil, e che trova applicazione anche in molte realtà italiane attente all’efficienza e all’innovazione.
2 Usare agenti intelligenti per semplificare la complessità
Essere pionieri dell’AI significa anche andare oltre le singole funzioni, adottando agenti intelligenti capaci di gestire processi complessi in modo autonomo e trasversale. Non si tratta solo di “abilità” isolate (come scrivere un messaggio o analizzare un foglio di calcolo), ma di veri e propri agenti che completano flussi multi-step con risultati concreti.

Il 40% delle aziende italiane utilizza già ampiamente l’intelligenza artificiale in una vasta gamma di attività (designed by Freepik)
Gli agenti AI consentono di attivare soluzioni pronte all’uso in ambiti come HR, finanza e logistica. Immaginate ad esempio cosa significhi questo per un’azienda manifatturiera italiana o per una realtà del retail con una forte impronta territoriale: maggiore automazione, meno errori, più tempo di qualità per per persone.
3 Integrare l’AI nei flussi quotidiani
Perché l’AI sia davvero utile, deve entrare nel flusso operativo quotidiano, senza stravolgere il modo in cui lavorano le persone. È una trasformazione silenziosa, ma potente, che permette di liberare il tempo delle persone e riduce la complessità operativa, senza bisogno di “saltare” da una piattaforma all’altra.
4 Costruire un ecosistema aperto e interoperabile
Ultimo punto, ma non meno importante: le imprese italiane non devono cadere nella trappola delle soluzioni frammentate. L’approccio vincente è quello ecosistemico, aperto, interoperabile. L’AI deve dialogare facilmente con applicazioni, tool di produttività e modelli dei diversi fornitori di tecnologia.
In conclusione
L’Italia è un Paese ricco di aziende che innovano, che esportano eccellenza e che sanno adattarsi con intelligenza ai cambiamenti. L’intelligenza artificiale è un’opportunità concreta, non solo per essere più efficienti, ma per creare nuovi modelli di business, nuove competenze, nuove esperienze per clienti e dipendenti.
Diventare pionieri dell’AI non è questione di dimensione, ma di visione.