Interruzioni continue. E la giornata di lavoro non ha fine

scritto da il 29 Settembre 2025

Post di Lorenzo Cattelani, CEO e Founder di Clutch

Secondo il Work Trend Index 2025 di Microsoft, il lavoro moderno non conosce più pause nette. Il report, infatti, restituisce una fotografia sconvolgente di quella che è la giornata di lavoro “tipo” dei lavoratori, stimando che, in media, ogni dipendente subisce 275 interruzioni al giorno, circa una ogni due minuti. Email, chat, call e notifiche trasformano la giornata in un flusso ininterrotto, senza un inizio né una fine precisi. Anche nelle ore tradizionalmente più produttive, molti si trovano impegnati in meeting, lasciando poco spazio per attività strategiche e di approfondimento.

Il fenomeno, definito “infinite workday”, non riguarda solo la quantità di lavoro svolto, ma soprattutto la qualità del tempo dedicato alle attività. Tornare dalle ferie con energia e nuovi propositi rischia così di trasformarsi rapidamente in frustrazione: la giornata di lavoro diventa frammentata e il carico cognitivo, costantemente interrotto, riduce la capacità di concentrazione e di pensiero strategico.

Il costo cognitivo delle interruzioni

Le neuroscienze cognitive forniscono un dato chiave: per recuperare uno stato di piena concentrazione dopo un’interruzione servono mediamente 20-25 minuti. Dunque, ogni passaggio da un compito all’altro comporta un costo nascosto, il cosiddetto “cognitive switching penalty”, che può ridurre fino al 40% l’efficienza complessiva.

Le continue interruzioni non danneggiano solo l’individuo, ma anche l’azienda: vi è infatti il rischio che le decisioni diventino più superficiali, le attività strategiche trascurate e la capacità di innovarsi venga ridotta drasticamente. In sintesi, lavorare di più non vuol dire necessariamente produrre di più dal momento che, senza un’attenta gestione del tempo, il lavoro rapido può diventare lavoro inefficace.

Per uscire dalla trappola della giornata di lavoro infinita, il tempo deve essere considerato una risorsa strategica, spostando il focus: non si tratta di ridurre le ore lavorative, ma di migliorarne la qualità, proteggendo la concentrazione, regolando i flussi comunicativi e utilizzando la tecnologia in modo consapevole.

Giornata di lavoro

Le continue interruzioni non danneggiano solo l’individuo, ma anche l’azienda: vi è infatti il rischio che le decisioni diventino più superficiali (designed by Freepik)

In questo senso, emergono tre direttrici che si rivelano essere fondamentali:

1. Blocchi di concentrazione

Creare delle finestre di lavoro dedicate a compiti e attività complessi senza interruzioni, permette di recuperare ore di produttività: è importante comunicare questi momenti al team, così da instaurare una cultura condivisa del rispetto del tempo e aumentare l’efficacia complessiva della strategia.

2. Rallentare i flussi comunicativi

Il sovraccarico informativo e la richiesta di risposte immediate alimentano lo stress e riducono la capacità di concentrazione. Introdurre policy interne in grado di contenere l’urgenza percepita, come ad esempio delle quiet hours o momenti dedicati a risposte asincrone, diminuiscono i costi cognitivi e permettono ai lavoratori di concentrarsi su attività di maggior valore.

3. Uso consapevole dell’Intelligenza Artificiale

Gli algoritmi possono automatizzare fino al 40% delle attività ripetitive, ma il vantaggio reale si ottiene solo se il tempo liberato non viene occupato da nuove attività a basso valore. Le realtà più avanzate sono solite destinare queste ore a formazione, creatività e progetti strategici, trasformando l’AI in uno strumento di crescita e non in un moltiplicatore di pressione.

Ridurre le interruzioni, gestire la tecnologia

Affrontare l’infinite workday non è solo un tema che si aggancia al benessere individuale, ma può diventare una leva strategica per l’intera azienda. Proteggere il lavoro profondo, ridurre le interruzioni e gestire in modo consapevole la tecnologia significa creare condizioni per energia, creatività e innovazione a lungo termine. Le aziende che scelgono questa strada non misurano solo la produttività immediata, ma valorizzano la qualità del tempo, l’impatto delle decisioni e la capacità di innovare. In un contesto dove il lavoro è sempre più rapido, digitale e frammentato, la sfida non è correre di più, ma correre meglio.

Ma la giornata di lavoro infinita può essere un’opportunità

Se è vero che l’autunno coincide con un momento che, per i più, ha a che vedere con la ripartenza, questo non significa che bisogna a tutti i costi affannarsi e correre continuamente. La giornata di lavoro infinita rappresenta un rischio crescente, ma anche un’opportunità: ripensare il tempo per utilizzarlo in modo strategico significa costruire organizzazioni più sostenibili, persone più soddisfatte e risultati più solidi. Il futuro del lavoro non si misura in ore, ma nella qualità del tempo che riusciamo a dedicare a ciò che davvero conta.