Il ritorno del fuoco domestico, con il Conto Termico 3.0

scritto da il 07 Ottobre 2025

Post di Alessandro Azzoni, Imprenditore ed Esperto in sistemi di riscaldamento a biomassa –

C’è un ritorno in corso, silenzioso ma deciso, verso forme di riscaldamento “antiche” e al tempo stesso straordinariamente moderne. Sempre più famiglie stanno riscoprendo il piacere – e la convenienza – di scaldarsi con il fuoco, attraverso stufe in maiolica, caminetti ad accumulo o il recupero di vecchi camini trasformati in veri e propri generatori di calore efficienti, puliti e sicuri.

Non si tratta di nostalgia, ma di innovazione sostenibile, trainata anche dalle conseguenze del Covid e dalle recenti tensioni energetiche. Grazie a tecnologie di nuova generazione, questi sistemi oggi sono in grado di riscaldare non solo un appartamento, ma anche un’intera unità indipendente, garantendo emissioni bassissime, autonomia energetica e comfort termico costante, con una spesa di esercizio minima dopo l’investimento iniziale. A ciò si aggiunge il valore estetico e architettonico: il camino o la stufa diventano parte integrante del design domestico, portando calore fisico ed emozionale.

Il nuovo scenario: il Conto Termico 3.0

L’introduzione del Conto Termico 3.0, prevista per il 2026, va proprio in questa direzione. La nuova versione dello strumento di incentivazione nazionale per la sostituzione degli impianti inquinanti con sistemi ad alta efficienza punta a semplificare le procedure e a premiare ancora di più gli interventi virtuosi, tra cui le stufe e i caminetti di classe ambientale 5 stelle alimentati a biomassa legnosa.

Il principio è chiaro: chi sostituisce vecchi impianti con generatori efficienti e puliti viene sostenuto economicamente, contribuendo così agli obiettivi di decarbonizzazione e di riduzione delle polveri sottili. In parallelo, cresce la consapevolezza dei consumatori.

Molti proprietari di abitazioni, specialmente in aree montane e rurali ma non solo, cercano soluzioni indipendenti dal gas e dall’elettricità, capaci di assicurare continuità e autonomia anche in caso di blackout o di aumento dei costi energetici. Le stufe ad accumulo e i caminetti moderni possono rappresentare, da questo punto di vista, un investimento intelligente.

Due approcci a confronto

A fianco di questa crescente attenzione alla qualità, alla sicurezza e all’efficienza, il mercato ha visto anche la diffusione di prodotti e installazioni non a norma, spesso proposti con la promessa di “facilità di installazione” o “plug and play”. Ma il cliente spesso non sa che la corretta installazione di un impianto termico è una questione tecnica e normativa, non solo economica.

conto termico

Stufe e caminetti di classe ambientale 5 rientrano tra i sistemi ad alta efficienza incentivati dal Conto Termico 3.0 (immagine da Freepik)

Secondo i dati dell’Enea e del Ministero dell’Ambiente, oltre il 35% degli impianti domestici a biomassa risulta non conforme alle normative vigenti, con conseguenze dirette sull’efficienza e sull’aumento delle polveri sottili nelle aree urbane e montane. Un impianto non certificato, o installato senza l’intervento di un tecnico abilitato, non solo può risultare inefficiente, ma rappresenta anche un rischio per la sicurezza domestica e preclude l’accesso a qualsiasi incentivo o agevolazione fiscale. Le criticità principali possono riguardare tre aspetti fondamentali:

1. Sicurezza – Senza un’installazione professionale si rischiano fughe di fumo, cattiva combustione o perfino incendi. In molti casi manca una canna fumaria adeguata o correttamente dimensionata, con il risultato che l’apparecchio non può essere messo in funzione o diventa un rischio strutturale.

2. Assenza di incentivi – Gli impianti non certificati non accedono né al Conto Termico né ai bonus fiscali (Ecobonus, Bonus Casa, bandi regionali) e sono soggetti all’IVA ordinaria al 22%, invece dell’aliquota agevolata al 10%.

3. Durata e rendimento – Le soluzioni economiche, non a norma, hanno vita utile ridotta, rendimenti modesti e livelli emissivi elevati, contribuendo a inquinamento e sprechi energetici.

La via della consapevolezza

È importante rivolgersi ad un tecnico esperto, se si vuole un sistema integrato e durevole, dimensionato correttamente in base agli spazi e alle caratteristiche dell’abitazione: per valutare il tipo di combustibile più adatto, la capacità di accumulo termico, la sicurezza dello scarico dei fumi e la resa energetica complessiva, trasformando un generatore di calore in una fonte stabile di benessere domestico.

Il ritorno a forme di riscaldamento “del passato” – reinterpretate con tecnologie moderne e materiali performanti – non è dunque un passo indietro, ma un’evoluzione verso un modello più indipendente, pulito e conforme alle normative.

Oggi la vera innovazione non è inseguire il prezzo più basso, ma scegliere con competenza e responsabilità, riscoprendo il valore del calore che resta.