La mobilità come infrastruttura digitale del futuro

scritto da il 13 Ottobre 2025

Post di Erminio Polito, CEO Indra Group in Italia – 

C’è un filo rosso che unisce le metropoli congestionate d’Italia e di Europa, i grandi corridoi autostradali americani, le nuove reti metropolitane del Golfo e i porti del Nord Europa: la crescente consapevolezza che la mobilità non dipende più soltanto da binari o asfalto, ma dalla solidità delle architetture digitali che ne regolano il funzionamento. Software, interoperabilità dei dati e integrazione tra reti e servizi sono ormai gli elementi decisivi per garantire sistemi di mobilità capaci di reggere la complessità del presente.

Ci sono, nel percorso che si sta tracciando, in Italia e in Europa, alcuni assi fondamentali. Il primo riguarda la capacità di creare sistemi interoperabili, capaci di abbattere le barriere tra mezzi e territori, semplificando la vita dei cittadini. Il secondo è la sicurezza, che deve essere integrata “by design” in ogni infrastruttura critica: dalle ferrovie agli aeroporti, dalle autostrade alle metropolitane. Il terzo è l’intelligenza dei dati: non più raccolti come archivi statici, ma utilizzati per alimentare modelli predittivi, ottimizzare la manutenzione, costruire gemelli digitali in grado di anticipare congestioni e inefficienze.

L’importanza di scelte coraggiose

Non è, tuttavia, un processo automatico. Costruire una mobilità senza attriti richiede scelte nette e coraggiose. Servono standard comuni che evitino il proliferare di soluzioni che non comunichino tra loro. Occorrono partnership pubblico-privato mature, capaci di condividere rischi e benefici su orizzonti di lungo periodo. Sono necessarie competenze ibride che sappiano integrare ingegneria dei dati e gestione operativa, design dei servizi e sicurezza informatica.

E infine occorrono metriche ESG incorporate nei sistemi di monitoraggio, per rendere tangibili i benefici in termini di riduzione di emissioni, tempi di viaggio e incidenti evitati. Infine, serve la capacità di scalare a livello globale senza perdere il radicamento nei contesti locali, adattando ogni soluzione a regole, abitudini e infrastrutture esistenti.

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(immagine da Freepik)

Trasformare la mobilità in diritto di cittadinanza

La posta in gioco non è soltanto la modernizzazione dei trasporti, ma la qualità stessa della vita urbana a livello europeo. Una mobilità davvero integrata deve farsi trasparente: il cittadino non deve percepire la complessità tecnica sottostante, ma soltanto la fluidità del proprio spostamento. Pagamenti, accessi, informazioni in tempo reale, cambio di mezzo: tutto dovrebbe accadere in modo naturale, senza barriere visibili. La vera sfida è trasformare questa esperienza in un diritto di cittadinanza, dove muoversi senza attriti, in sicurezza e nel rispetto dell’ambiente diventa una condizione essenziale della vita quotidiana.

Dal ticketing integrato alla riduzione delle emissioni

Come, ad esempio, le soluzioni di ticketing integrato in Irlanda, che tiene insieme autobus, tram e ferrovia nazionale, oppure ancora l’avveniristica Brisbane Metro in Australia; dai sistemi di accesso a Riad, capaci di ridurre congestione ed emissioni, ai corridoi intelligenti della East Coast statunitense. Tutti tasselli di una stessa visione: la tecnologia come nuova infrastruttura civica.

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La tecnologia può diventare una nuova infrastruttura civica (immagine da Freepik)

Con oltre 2.500 iniziative realizzate in 50 Paesi e in più di 100 città le soluzioni che abbiamo realizzato a livello mondiale governano la mobilità quotidiana di oltre 78 milioni di persone, contribuiscono a evitare più di 10 milioni di tonnellate di CO₂ l’anno e, grazie a sistemi di sicurezza stradale e ferroviaria, salvano migliaia di vite. È un impatto che spiega perché i mercati più esigenti—dagli Stati Uniti al Regno Unito, dall’Irlanda ai Paesi Baltici fino all’Arabia Saudita—abbiano scelto piattaforme capaci di coniugare efficienza, esperienza utente e sostenibilità, riconoscendone il valore anche negli indici ESG più selettivi, dal Dow Jones Sustainability Index all’annuario S&P.