Intelligenza artificiale: le nuove responsabilità per le imprese

scritto da il 16 Ottobre 2025

Post di Andrea Puccio, avvocato e founding partner dello studio Puccio Penalisti Associati – 

La Legge n. 132/2025 ha introdotto per la prima volta una disciplina organica sull’intelligenza artificiale nell’ordinamento giuridico italiano, affiancando il quadro normativo europeo delineato dall’AI Act. La scelta del legislatore nazionale ha un duplice obiettivo: da un lato, promuovere la diffusione dell’intelligenza artificiale nei vari settori della vita pubblica e privata, dall’altro, impedire che questo strumento venga utilizzato in modo scorretto o per fini illeciti.

I deepfake nel mirino

Tra le novità più rilevanti in tema penale, figura l’introduzione del reato di illecita diffusione di contenuti generati o alterati con intelligenza artificiale, che punisce chiunque cagioni un danno a terzi, cedendo, pubblicando o diffondendo immagini, video o voci falsificati o alterati con l’impiego di sistemi di intelligenza artificiale. Il legislatore ha così inteso colpire direttamente il sempre più diffuso fenomeno del c.d. deepfake, tecnica che utilizza l’intelligenza artificiale per creare, a partire da immagini o audio reali, contenuti falsi, ma sempre più verosimili e, conseguentemente, idonei ad ingannare chi li percepisce.

La legge ha, altresì, introdotto una nuova circostanza aggravante (art. 61 n. 11-decies c.p.), applicabile a qualsiasi reato che sia commesso tramite un sistema di intelligenza artificiale, qualora l’utilizzo di tale tecnologia renda l’azione criminosa più pericolosa o difficile da individuare o, comunque, ne amplifichi le conseguenze dannose per la vittima.

Aggravante per reati finanziari

Ma non è tutto. La legge in parola è intervenuta in modo mirato su alcuni reati economici, come l’aggiotaggio (art. 2637 c.c.) e la manipolazione del mercato (art. 185 TUF), prevedendo pene decisamente più severe nei casi in cui questi siano commessi mediante uso di strumenti di intelligenza artificiale.

La protezione per le opere dell’ingegno

Particolare attenzione è rivolta anche alla protezione delle opere dell’ingegno. La nuova normativa, apportando modifiche alle fattispecie già esistenti, estende le tutele anche a testi, immagini, musica, video, generati da sistemi di intelligenza artificiale. Ne consegue che copiare o vendere senza autorizzazione un contenuto generato dall’intelligenza artificiale può costituire reato, al pari di quanto avviene per le violazioni del diritto d’autore tradizionali.

Il nuovo perimetro del rischio penale d’impresa

È fondamentale evidenziare come la riforma, pur avendo come destinatari principali le persone fisiche, sia destinata a produrre effetti rilevanti anche sul piano organizzativo e gestionale delle imprese. Infatti, pur non modificando direttamente il catalogo dei reati presupposto rilevanti ai fini della responsabilità amministrativa degli enti, la novella legislativa, attraverso l’introduzione di nuove fattispecie di reato e aggravanti connesse all’uso improprio dell’intelligenza artificiale, amplia concretamente il perimetro del rischio penale d’impresa.

Compito per le aziende: definire linee guida e policy specifiche

L’impatto per le aziende sarà duplice: da un lato, l’intelligenza artificiale rappresenta una leva strategica di innovazione e competitività; dall’altro, essa introduce nuove responsabilità e profili di rischio che richiedono un presidio strutturato e sistemico.

Intelligenza

L’uso dell’intelligenza artificiale in azienda apre scenari inediti anche sul piano penale (immagine da Freepik)

In questo contesto, l’uso dell’intelligenza artificiale non può più essere gestito in modo occasionale o sperimentale, ma deve diventare parte integrante di un sistema di governance solido e trasparente, attraverso un aggiornamento dei Modelli di Organizzazione, Gestione e Controllo ex D. Lgs. 231/2001 e la definizione di linee guida e policy specifiche sull’uso dell’IA, stabilendo ruoli e responsabilità delle funzioni aziendali coinvolte, misure di sicurezza e criteri di selezione delle nuove tecnologie.

Vantaggio competitivo: una nuova consapevolezza

In definitiva, questo intervento rappresenta un passo significativo, in quanto riconosce espressamente la rilevanza penale delle condotte poste in essere mediante sistemi di intelligenza artificiale. Una scelta che segna l’adeguamento del diritto penale alle trasformazioni tecnologiche in atto e alla crescente incidenza dei comportamenti illeciti realizzati mediante l’intelligenza artificiale.

Per le imprese, di riflesso, ciò implica la necessità di rafforzare i presidi di controllo, nella consapevolezza che il vantaggio competitivo non dipenderà solo dall’adozione dell’intelligenza artificiale, ma soprattutto dalla capacità di utilizzarla in modo responsabile e trasparente.