Le finanziarie regionali e i nuovi strumenti tecnologici

scritto da il 20 Novembre 2025

Post di Giuseppe Arleo, esperto in finanza agevolata e incentivi alle imprese e fondatore di Arleo & Partners

 

I nuovi strumenti tecnologici applicati alla finanza sono oramai un’infrastruttura portante della nuova economia digitale e garantiscono risultati di efficienza, trasparenza e tempestività.

La strategia dell’Unione Europea è quella di creare un sistema di open finance con l’obiettivo di consentire la condivisione dei dati degli utenti tra gli attori del sistema bancario, assicurativo e finanziario, partendo dalle norme che disciplinano l’open banking introdotte dalla Direttiva PSD2 (Second Payment Services Directive) e poi aggiornate con la PSD3.

In questa visione si inseriscono i regolamenti DORA e FIDA in ottica di finanza digitale.

Il Regolamento “Digital Operational Resilience Act”, nato con l’obiettivo di armonizzare i requisiti di resilienza digitale per tutto il settore finanziario europeo, impone a tutti gli operatori finanziari, pubblici e privati, di garantire sicurezza nella protezione dei dati e quindi, di riflesso, garantire stabilità dei sistemi. Le entità finanziarie sono tenute a predisporre, monitorare e aggiornare nel tempo un quadro per la gestione dei rischi informatici, che sia solido, esaustivo e adeguatamente documentato e consenta quindi di affrontare i rischi in maniera rapida, efficiente ed esauriente attraverso una strategia di resilienza digitale operativa.

Altresì la proposta di Regolamento “Financial Data Access” ha l’obiettivo di promuovere lo sviluppo di prodotti finanziari maggiormente personalizzati alle esigenze della clientela, creando anche modelli di business innovativi, ferma restando l’applicazione di standard di sicurezza e riservatezza da parte degli operatori e garantita solo dal consenso della clientela.

La nuova normativa europea, pertanto, fa intuire un passaggio dal cosiddetto open banking all’open finance, dalla condivisione dei dati bancari alla condivisione dei dati finanziari tra tutti gli operatori del settore. Con tali innovazioni si intuisce quindi un cambio di paradigma, i dati tornano alle imprese e ai cittadini e possono generare nuovi servizi, più personalizzati ed inclusivi. Il presupposto per realizzare tutto questo risiede però nella fiducia degli utenti rispetto alla garanzia della conservazione e segretezza dei dati.

In questo contesto possono recitare un ruolo strategico, ed operativo, le finanziarie regionali. «Sono da sempre strumenti di prossimità – afferma Michele Vietti, presidente di ANFIR (Associazione Nazionale delle Finanziarie Regionali) – capaci di tradurre le politiche nazionali ed europee in azioni concrete per lo sviluppo dei territori. Oggi hanno l’opportunità – e la responsabilità – di diventare hub di innovazione finanziaria pubblica, integrando soluzioni digitali e partnership Fintech nelle proprie attività. Si pensi, ad esempio, alla possibilità di:

  •     utilizzare piattaforme digitali per l’erogazione più rapida di agevolazioni e garanzie;
  •     collaborare con operatori Fintech per valutazioni automatiche del merito creditizio delle PMI;
  •     promuovere strumenti di finanza alternativa, come minibond, crowdfunding e marketplace regionali per la raccolta di capitali.

Si tratta quindi di innovazioni che possono aumentare l’impatto delle politiche di sviluppo, ridurre tempi e costi e migliorare la trasparenza delle procedure. Il nostro compito, come sistema delle finanziarie regionali, è assicurarci che ogni innovazione resti sempre, prima di tutto, al servizio del territorio e delle persone».

Sicuramente tutto ciò rappresenta per le finanziarie regionali un momento di riflessione sul rapporto con le imprese e le istituzioni, dove le prime hanno la necessità da un lato di avere tempi rapidi e certi nell’erogazione dei fondi pubblici e dall’altro di avere a disposizione strumenti finanziari efficaci e al passo con i tempi e le Istituzioni locali proseguono il risultato di un’eccellente allocazione dei fondi pubblici.

Il momento può essere definito storico e di grande opportunità per diversi motivi, a partire dalla possibilità di passare da una logica di mera erogazione di fondi a una di accompagnamento digitale e consulenziale per le imprese, nonché utilizzare i dati per valutare meglio l’impatto dei progetti, anche in termini ambientali e sociali. E’ sicuramente da non trascurare la possibilità di promuovere modelli di finanza sostenibile che integrino obiettivi economici, green e di inclusione.

«Le finanziarie regionali, coordinate da ANFIR, possono essere il punto di incontro tra pubblico e privato, tra locale ed europeo, tra tradizione e innovazione», afferma Vietti. «Un ponte – non solo finanziario, ma culturale – capace di trasformare la tecnologia in valore sociale ed economico. Il ruolo di ANFIR, in quanto associazione che riunisce tutte le finanziarie regionali italiane, può essere da un lato quello di valorizzare le peculiarità territoriali, ogni qual volta esse rappresentano la risposta più efficace ad altrettanto specifiche esigenze locali, dall’altro di attenuare, laddove possibile, quelle divergenze e disuniformità nelle prassi e procedure non riconducibili a effettive necessità di customizzazione, per una maggiore standardizzazione dell’operatività delle finanziarie a livello nazionale».