categoria: Econopoly
Il B20 spinge il modello SGP. L’Italia allinea il Piano Mattei

Post di Giuseppe Arleo, esperto in finanza agevolata e incentivi alle imprese e fondatore di Arleo & Partners
Il vertice G20 di Johannesburg ha sancito il nuovo paradigma nella finanza per lo sviluppo. Roma utilizza il palcoscenico G20 per spingere l’agenda africana, integrando il Piano Mattei con il framework B20 per trasformare gli investimenti in cicli di prosperità autosostenuta, superando l’approccio assistenzialistico.
La riunione dei Capi di Stato e di Governo del G20, tenutasi a Johannesburg in occasione del Summit, la prima ospitate nel continente africano, ha rappresentato un significativo momento di svolta per la governance economica globale. Sebbene il vertice si sia svolto in un contesto di crescente frammentazione geopolitica e qualche sensibile defezione tra i leader, la delegazione italiana, guidata dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ha svolto un ruolo di rilievo nel promuovere un’agenda che coniuga la stabilità politica con la riforma finanziaria strutturale.
Al centro del dibattito, e in particolare delle discussioni parallele del B20 (Business 20), è emersa con urgenza la questione del gap infrastrutturale, un tema non più confinato alle sole economie emergenti. I business leader globali hanno esortato il G20 ad azioni mirate, sottolineando la necessità di soluzioni innovative per attrarre il capitale privato attraverso meccanismi di collaborazione pubblico-privato (PPP).
Ne abbiamo parlato con Gianluca Riccio, Presidente del Comitato Finanza del Business at OECD e Co-Presidente del B20 Finanza & Infrastrutture, forte di un’ampia esperienza nel ciclo G20. Riccio spiega che «il vertice ha formalizzato un consenso strategico, ampiamente sostenuto dalla piattaforma business-oriented del B20: la necessità di superare l’approccio tradizionale agli investimenti in infrastrutture, viste come fine ultimo dell’investimento, per adottare un modello che renda l’infrastruttura un catalizzatore finanziario in grado di generare cicli di prosperità auto-rinforzanti, o ‘volani economici’ (economic flywheels). L’obiettivo non è più solo costruire un asset, ma garantirne la sostenibilità nel tempo attraverso la creazione di un robusto ecosistema economico locale».
Il “Propulsore di Crescita Sostenibile”: I Fondamentali del B20
Il vertice G20 2025 ha di fatto adottato il cambio di paradigma richiesto dal B20, che vede lo sviluppo come un processo basato sulla sinergia tra finanza privata e innovazione digitale per sostenere il tessuto produttivo locale.
La meccanica di questo nuovo modello, promossa attivamente dal B20 e articolata nella pubblicazione “Implementing Funding Platforms: A Solution to Fragmentation” curata proprio da Riccio, si basa sul quadro del “Propulsore di Crescita Sostenibile” (Sustainable Growth Propeller – SGP). Questo framework concettuale, ormai una pietra miliare nelle discussioni G20 e recepito in parte nella Dichiarazione Finale, richiede che gli investimenti siano coordinati su tre assi vitali per le economie globali:
- Stabilità (Stability): Mira a ridurre la frammentazione normativa e la ridondanza burocratica che grava sulle imprese locali. La standardizzazione dei processi di compliance è vista come il mezzo più efficace per sbloccare il capacity building e la produttività.
- Produttività (Productivity): Si concentra sullo sfruttamento delle soluzioni digitali per superare i problemi di cash-flow e liquidità. L’adozione di piattaforme di pagamento anticipato (supply chain finance), come il modello C2FO, garantisce che il capitale venga rapidamente rimesso in circolo, indirizzando i fondi verso usi produttivi anziché coprire ritardi operativi.
- Crescita Economica (Economic Growth): Sottolinea la necessità di integrare le Micro, Piccole e Medie Imprese (MPMI) nell’architettura di ogni progetto. Questo è un requisito di sistema per costruire filiere locali robuste e creare la base occupazionale che rende le infrastrutture economicamente auto-sostenibili.
Il Piano Mattei: Allineamento Strategico con l’Agenda G20 Africa
È nell’applicazione concreta di questo paradigma “SGP” che l’Italia ha trovato la sua maggiore leva diplomatica a Johannesburg, promuovendo il Piano Mattei per l’Africa come modello operativo in linea con le priorità del G20 su Africa e Global South.
La Premier Meloni ha ribadito l’approccio italiano di partenariato paritario, focalizzato su settori chiave quali energia, agricoltura e connettività. Cruciale è stata l’iniziativa italiana sulla conversione del debito africano in investimenti per il clima e lo sviluppo, una proposta che risponde direttamente alla crisi di liquidità amplificata dalle recenti crisi globali. Questo impegno, sostenuto dall’Italia e dall’Unione Europea, punta a liberare risorse finanziarie vitali per l’infrastruttura sociale ed economica del continente.
Come evidenziato da Riccio: «L’obiettivo è superare l’approccio assistenzialistico, adottando sistemi di leapfrogging digitale. Si pensi all’esempio del successo di M-PESA nei servizi finanziari, che può essere replicato per l’energia con il progetto Mission 300 promosso dalla Banca Mondiale, o nel migliorare i cash-flow delle filiere con piattaforme di pagamento anticipato (come per esempio C2FO, www.c2fo.com). Tali soluzioni possono aumentare significativamente la produttività, sbloccando percentuali significative di PIL e crescita occupazionale, sia locale che a livello di sistema».
Infine, le discussioni del B20 hanno messo in evidenza la corruzione come uno degli ostacoli non negoziabili che inibiscono l’investimento diretto estero e la realizzazione efficiente dei progetti infrastrutturali. L’Italia, con la sua partecipazione attiva nel Gruppo di Lavoro Anticorruzione (ACWG) del G20, ha sostenuto misure che rafforzino la trasparenza nei processi di appalto e finanziamento, essenziali per la fiducia degli investitori.
In conclusione, il Vertice G20 in Sudafrica ha rappresentato un banco di prova cruciale per l’agenda italiana, che ha saputo fondere il rigore finanziario del B20 con la visione geopolitica del Piano Mattei.
Riccio, con il pragmatismo tipico dei business leader, avverte: «Il successo di questa strategia dipenderà ora dalla capacità di convertire la volontà politica e i quadri teorici in piattaforme operative che possano effettivamente attrarre capitali privati, superando le sfide della corruzione e garantendo che la crescita del continente africano sia sostenibile nel tempo, inclusiva e duratura. È il momento di passare dai principi ai progetti, ed il Piano Mattei ne è un tangibile esempio».