Energia fai-da-te e stop al caro-bollette: la svolta che non arriva

scritto da il 08 Maggio 2025

Post di Daniele Iudicone, CEO di Imc Holding – 

Dalla crisi della rete elettrica in Spagna e Portogallo al desiderio degli italiani di diventare protagonisti della rivoluzione energetica: in un’Europa che affronta le prime fragilità della nuova era energetica, cresce la voglia di autonomia e di energia pulita. È quanto abbiamo osservato con l’ultima indagine realizzata su un campione rappresentativo di 10.000 cittadini italiani tra i 25 e i 65 anni. L’obiettivo era chiaro: comprendere qual è oggi il grado di consapevolezza, interesse e partecipazione attiva degli italiani alla transizione energetica.  Dallo studio emerge un quadro chiaro: il desiderio di produrre energia pulita in autonomia è molto diffuso (58% degli intervistati), spinto principalmente da motivazioni economiche e ambientali. Tuttavia, l’accesso a tecnologie come il fotovoltaico e alle nuove comunità energetiche è ostacolato da barriere percepite come ancora troppo alte, prima fra tutte il costo iniziale e la complessità burocratica.

Il caso spagnolo: una lezione di cui tenere conto

Le prime analisi parlano di un’interruzione di corrente legata a squilibri tra produzione e consumo, aggravati da un’alta immissione di energia rinnovabile, non sempre coordinata. Non è un problema del fotovoltaico in sé, ma di mancanza di strumenti digitali e di regole aggiornate per gestire la nuova realtà energetica, fatta di migliaia di piccoli produttori.  Il rischio principale è quindi l’instabilità della rete: se migliaia di impianti producono energia ma non sono sincronizzati né monitorati in tempo reale, possono generare picchi o cali improvvisi. Tuttavia, con sistemi di accumulo, inverter intelligenti, e piattaforme di monitoraggio, questi rischi diventano opportunità per rendere la rete più resiliente.

Il blackout in Spagna lancia un monito anche all’Italia, che negli ultimi anni ha visto crescere fortemente la produzione da fonti rinnovabili. Il nostro Paese ha avviato importanti investimenti nelle smart grid ma serve un’accelerazione nella digitalizzazione degli impianti domestici e industriali, specie quelli più datati o non integrati con sistemi di controllo. Tra i temi caldi anche quello delle “centrali fantasma”, impianti attivi ma non registrati o non monitorati: sono un rischio reale perché possono alimentare la rete senza che il gestore sappia dove, quando e quanto. Questo rende più difficile il bilanciamento e aumenta il rischio di blackout. È proprio per questo che serve un fotovoltaico responsabile, tracciato, integrato, e connesso.

Rinnovabili sì, ma il sistema è ancora troppo complicato

Nonostante l’Italia sia al centro di importanti iniziative per la transizione verde, il sondaggio evidenzia un senso di insoddisfazione diffusa: 2 italiani su 3 ritengono che il Paese stia facendo troppo poco per agevolare la diffusione delle energie rinnovabili. Una distanza che, se colmata, potrebbe liberare un enorme potenziale di innovazione sociale, economica e ambientale.

La consapevolezza sul tema non è ancora diffusa: solo il 18% degli intervistati si definisce “molto informato”, mentre il 42% “abbastanza”. Il restante 40% ammette di avere poche (30%) o nessuna (10%) informazioni in materia. Analogamente, le comunità energetiche rinnovabili – iniziative di condivisione dell’energia pulita tra cittadini – sono note pienamente solo al 25% del campione; un altro 50% ne ha sentito parlare e l’ultimo 25% non le conosce affatto. Eppure, la voglia di attivarsi in prima persona rimane altissima.

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L’autoproduzione di energia è il desiderio della maggioranza

Il 58% degli italiani dichiara di voler assolutamente autoprodurre energia rinnovabile (ad esempio installando pannelli solari in casa), mentre un ulteriore 30% si dice interessato ma desidera più informazioni prima di compiere il passo. Solo il 12% non è attratto dall’autoproduzione. In sostanza, la grande maggioranza vorrebbe diventare prosumer – consumatori-produttori di energia – sia per ridurre la bolletta che per contribuire alla tutela ambientale.

I benefici più citati delle rinnovabili sono il risparmio economico (72% degli intervistati) e la sostenibilità ambientale (61%), seguiti dalla maggiore indipendenza energetica (35%). Tali aspettative positive alimentano l’entusiasmo verso soluzioni come il fotovoltaico domestico e le comunità energetiche.

Che cosa ferma la spinta a tagliare le bollette

Di contro, emergono fattori che frenano l’adozione su larga scala. Gli ostacoli principali percepiti sono i costi iniziali elevati (64% delle risposte) e la burocrazia delle procedure (46%), seguiti dalla carenza di informazioni (32%). Nelle risposte aperte molti cittadini menzionano proprio “costi”, “burocrazia”, “poca chiarezza”, “incentivi poco chiari” e “tempi lunghi” tra i timori concreti. In altre parole, anche se esistono incentivi pubblici, vengono spesso percepiti come poco accessibili o comprensibili a causa di iter complessi.

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L’attenzione verso le alternative verdi è incentivata anche dal caro-bolletta: l’83% degli italiani ritiene che la spesa energetica incida molto (39%) o abbastanza (44%) sul bilancio familiare. Solo il 15% la giudica poco gravosa e appena il 2% per niente. Questo onere rafforza l’urgenza di soluzioni come l’autoproduzione e la condivisione dell’energia.

Energia rinnovabile: entusiasmo dal basso ma il Paese è troppo lento

Le comunità energetiche riscuotono particolare interesse: il 41% aderirebbe senza esitazione a una comunità nella propria zona, e un altro 46% lo farebbe ma con più informazioni a disposizione. In totale, quasi l’87% degli intervistati si dichiara potenzialmente favorevole a partecipare, un dato che indica un consenso trasversale. Solo il 13% rimane scettico o non interessato all’idea.

Nonostante l’entusiasmo “dal basso”, prevale la percezione che il Paese sia in ritardo. Il 65% ritiene che l’Italia non stia facendo abbastanza per promuovere le rinnovabili, contro appena il 23% convinto del contrario (il restante 12% non si esprime). Molti cittadini giudicano quindi l’impegno nazionale ancora insufficiente rispetto alle loro aspettative.

I risultati confermano quanto il desiderio di cambiamento sia forte, ma anche quanto sia urgente rendere più semplice e accessibile l’adesione alle rinnovabili. Gli italiani vogliono essere protagonisti attivi della rivoluzione energetica, spinti dalla necessità di ridurre le bollette e dalla coscienza ambientale. È un segnale chiaro per istituzioni e operatori: dobbiamo abbattere le barriere economiche e burocratiche e offrire informazioni trasparenti. Solo così questo entusiasmo potrà tradursi in azioni concrete sul territorio.

N.B. Immagini generate da ChatGPT 4o