Studenti italiani, c’è un rimedio al crollo della preparazione di base?

scritto da il 22 Maggio 2025

Post di Ludovico Callerio, co-fondatore e AD di Testbusters

La preparazione degli studenti italiani agli esami universitari negli anni è cambiata. È possibile analizzarla da un osservatorio privilegiato. Testbusters, gruppo EdTech specializzato nella preparazione ai test di ammissione universitari in particolare in ambito scientifico e medico-sanitario, ha acquisito TopSquad, realtà affine nelle modalità formative ma con un focus sul test di ammissione all’Università Bocconi di Milano. Nasce così una community europea di orientamento e preparazione che mette in luce anche le differenze con l’estero.

Si osservano cambiamenti significativi nel livello di preparazione degli studenti italiani. Sebbene la fascia d’età resti pressoché invariata, la qualità della preparazione di base è sensibilmente calata, soprattutto dopo la pandemia. Nozioni che una volta erano date per scontate tra gli studenti degli ultimi anni di liceo, oggi spesso non sono più acquisite o consolidate.

Regno Unito: più attenzione a specializzazione e pensiero critico 

Dal raffronto con l’estero, in particolare con il Regno Unito, emergono differenze interessanti. Mentre in Italia la preparazione scolastica tende ad essere più teorica e generalista, nel sistema britannico si nota una maggiore attenzione alla specializzazione e al pensiero critico fin dalla scuola secondaria. Gli studenti UK sono solitamente più abituati a studiare in modo autonomo e a essere valutati attraverso test pratici e discussioni. Al contrario, gli studenti taliani sembrano più dipendenti da metodi di studio guidati e meno inclini a sviluppare autonomia e spirito d’iniziativa.

Studenti e lacune: un deficit cresciuto negli ultimi anni

Le maggiori lacune si riscontrano nelle materie scientifiche: matematica, fisica, biologia e chimica. In molti casi, gli studenti non padroneggiano nemmeno le basi essenziali, rendendo difficile affrontare una preparazione pre-universitaria efficace. Questo deficit si è accentuato soprattutto negli ultimi anni e ha influito sulla continuità dell’apprendimento scolastico.

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In molti casi gli studenti non padroneggiano nemmeno le basi essenziali, rendendo difficile affrontare una preparazione pre-universitaria efficace (Designed by Freepik)

In seguito a questo calo, è stato necessario intensificare le lezioni e la quantità di nozioni ed esercizi pensati per la preparazione dei giovani per portarli a raggiungere degli standard sulle materie scientifiche. Nel biennio ’20-’21, le percentuali di errore su domande specifiche in biologia, per esempio, erano pari al 29,69% mentre nel ’23-’24 sono scese al 13,96%. In matematica siamo passati da 27,21% al 14,43%. C’è ancora da lavorare nella logica: il margine d’errore era pari a 26,24% e ora è leggermente diminuito: 24,81%.

Come superare l’impasse della scuola italiana

Affrontare queste carenze richiede un ritorno alle fondamenta: eseguire esercizi mirati, spiegazioni passo-passo e percorsi che non diano nulla per scontato. Solo così è possibile costruire una base solida per affrontare contenuti più avanzati. L’obiettivo, spesso, è fornire un approccio pratico ai ragazzi per dare loro strumenti utili a passare i test che dovranno affrontare sia in fase di selezione che di percorso universitario. In parallelo, emerge una difficoltà crescente nella gestione autonoma dello studio e molti giovani necessitano di un accompagnamento continuo, quindi diventa utile integrare la didattica con un tutoraggio personalizzato, funzionale sia per il metodo che per la motivazione.

Studenti italiani e dipendenza dai genitori

Tra le principali mancanze in Italia riscontriamo una forte dipendenza dai genitori: pochi studenti decidono autonomamente di intraprendere un percorso di preparazione; nella maggior parte dei casi sono mamma e papà a spingerli o addirittura a decidere per loro. Segue una scarsa autonomia nello studio e nella gestione del tempo: molti ragazzi si aspettano un supporto costante e hanno difficoltà ad affrontare compiti in modo indipendente. E infine, una preparazione digitale limitata: sorprendentemente, nonostante siano cresciuti in un contesto digitale, molti non hanno familiarità con strumenti di base per lo studio e l’organizzazione.

L’approccio degli studenti alla preparazione dei test è spesso passivo: attendono istruzioni precise e preferiscono avere schemi pronti e contenuti già strutturati. Sono poco inclini a esplorare in autonomia o a mettersi alla prova con esercitazioni complesse. Per questo motivo è fondamentale impostare un percorso ben organizzato, scandito in micro-obiettivi e attività guidate, in modo da aiutarli a sviluppare, gradualmente, maggiore indipendenza e consapevolezza.

Il lato positivo: una maggiore consapevolezza emotiva

Dall’altro lato, ci sono anche diversi pregi che meritano di essere valorizzati. Per esempio, una maggiore consapevolezza emotiva: i ragazzi di oggi parlano più facilmente delle proprie difficoltà e della salute mentale, rompendo tabù che un tempo erano diffusi. E ancora un approccio più leggero e flessibile allo studio, meno rigido e carico di pressioni, insieme a buone capacità comunicative, soprattutto nella condivisione delle proprie emozioni e aspettative.