Urban Carbon Farming: il verde urbano contro la crisi climatica

scritto da il 08 Agosto 2025

Post di Massimo Centemero, Direttore del Consorzio Italiano Compostatori*

Le città in cui viviamo affrontano oggi sfide ambientali di crescente complessità, che compromettono la qualità della vita dei cittadini. Si osserva un persistente aumento delle isole di calore urbano, zone in cui le temperature si elevano in modo significativo, rendendo le estati difficilmente sopportabili e incrementando i rischi per la salute, in particolare per le fasce più fragili della popolazione. La densità di superfici cementificate e la scarsa presenza di verde contribuiscono ad amplificare questo fenomeno, trasformando gli ambienti urbani in contesti poco accoglienti. Si pensi infatti che il 15% della perdita di suolo in Italia si verifica proprio nelle aree urbane.

Parallelamente, l’intensificarsi di eventi climatici estremi, dalle alluvioni lampo a prolungati periodi di siccità, mette a dura prova la capacità di adattamento delle infrastrutture e degli ecosistemi urbani. I sistemi di drenaggio spesso insufficienti e la ridotta permeabilità dei suoli cittadini rendono difficile la gestione di ingenti volumi d’acqua piovana, che si traducono in inondazioni con conseguenze materiali e disagi per la comunità.

A complicare ulteriormente il quadro, si riscontra spesso una gestione inadeguata del verde urbano. Parchi, giardini e altre aree verdi, che dovrebbero fungere da elementi equilibratori e spazi di aggregazione, si trovano talvolta in condizioni di abbandono o sono curati in modo insufficiente. Ciò non comporta solo una perdita estetica, ma anche la rinuncia a benefici ambientali cruciali, quali la mitigazione del clima, la depurazione dell’aria e l’assorbimento idrico. Proprio il verde, infatti, può essere il punto di partenza per operare una vera e propria rivoluzione nella lotta agli effetti del cambiamento climatico in città.

Il verde urbano come strumento per la rigenerazione climatica

La transizione verso un modello più sostenibile è possibile, e le soluzioni per invertire questa tendenza esistono. La chiave risiede in una gestione più efficace e consapevole del verde cittadino, elevandolo da elemento decorativo a infrastruttura ecologica di primaria importanza. Non si tratta semplicemente di aumentare il numero di alberi, ma di ripensare l’approccio alla progettazione, alla cura e alla valorizzazione degli spazi verdi urbani.

Il fondamento di questa trasformazione risiede nell’applicazione di principi agronomici consolidati, noti come carbon farming, già impiegati in agricoltura per migliorare la fertilità del suolo e sequestrare carbonio. L’obiettivo è riprodurre questi principi nel contesto urbano, attraverso quello che il Consorzio Italiano Compostatori (CIC) definisce Urban Carbon Farming.

Contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico

Nello specifico, l’intento è massimizzare la capacità del suolo e della vegetazione urbana di catturare e trattenere anidride carbonica, contribuendo fattivamente alla mitigazione del cambiamento climatico. Il suolo rappresenta, infatti, un significativo serbatoio di carbonio, e il suo arricchimento con sostanza organica può generare un impatto positivo. Tale processo si realizza attraverso l’impiego mirato del compost di qualità, un ammendante naturale derivante dal compostaggio della frazione organica dei rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata.

L’applicazione del compost in parchi, giardini, aiuole e altre aree verdi innesca un ciclo virtuoso che produce benefici concreti: miglioramento della fertilità organica dei suoli urbani, poiché il compost arricchisce il terreno di elementi nutritivi e microrganismi, favorendo lo sviluppo di una vegetazione più robusta; aumento della capacità di ritenzione idrica del suolo, in quanto un terreno più ricco di sostanza organica incrementa la sua capacità di assorbire l’acqua piovana, riducendo i ristagni superficiali in caso di forti precipitazioni e rilasciandola gradualmente nei periodi di scarsità idrica. Inoltre l’utilizzo del compost contribuisce alla mitigazione delle isole di calore, poiché una vegetazione sana e ben sviluppata crea ampie zone d’ombra e, attraverso l’evapotraspirazione, rilascia umidità nell’aria, riducendo le temperature ambientali.

Tutto questo si traduce in una maggiore capacità delle città di affrontare gli impatti dei cambiamenti climatici attraverso la creazione di spazi di benessere per i cittadini, perché aree verdi ben curate e funzionali migliorano non solo la resilienza delle città ma anche la qualità dell’aria, offrono opportunità ricreative e contribuiscono al benessere complessivo della popolazione.

Una proposta concreta per ripensare le nostre città

La visione del Consorzio Italiano Compostatori è che lo  Urban Carbon Farming diventi un modello da adottare e diffondere: uno strumento per valorizzare parchi, giardini e spazi verdi pubblici, trasformandoli in alleati nella sfida per un ambiente urbano più sano e sostenibile.

Questo, rende essenziale che la pianificazione cittadina accolga le sfide della transizione ecologica: in questo contesto,  l’Urban Carbon Farming non rappresenta quindi un mero concetto, ma una proposta concreta per ripensare le nostre città, considerandole non solo come luoghi di consumo, ma come attori proattivi nella costruzione di un futuro più sostenibile e più capace di affrontare le sfide del clima.

Un futuro in cui il compost, risultato di una raccolta differenziata accurata, esprima tutto il suo potenziale e diventi uno degli elementi chiave per un verde urbano capace di respirare, assorbire e contribuire attivamente al benessere collettivo.

*Che cosa fa il CIC
Il Consorzio Italiano Compostatori è un’organizzazione senza fini di lucro che si occupa di promuovere e valorizzare le attività di riciclo della frazione organica dei rifiuti e dei prodotti che ne derivano (compost, biometano, ecc.). Il Consorzio, che conta centocinquanta consorziati, riunisce e rappresenta soggetti pubblici e privati produttori o gestori di impianti di compostaggio e di digestione anaerobica, associazioni di categoria, studi tecnici, laboratori, enti di ricerca, produttori di macchine e attrezzature e altre aziende interessate alle attività di compostaggio e di gestione dei rifiuti organici