ChatGPT e le altre AI ti rubano il lavoro? Difenditi con le soft skill

scritto da il 12 Agosto 2025

Post di Alberto Ronco, ceo di Trainect

Un nuovo report pubblicato da Adzuna, motore di ricerca per offerte di lavoro in UK, fotografa una situazione allarmante per i neolaureati: negli ultimi mesi, le opportunità lavorative per chi entra oggi nel mondo del lavoro sono crollate del 32% su base generale e addirittura del 50% nelle Big Tech.

Secondo lo studio, la causa principale è da ricercarsi nell’adozione massiccia di tecnologie di automazione e intelligenza artificiale, come ChatGPT, che hanno reso sempre più superflue molte posizioni entry-level. Il rischio concreto è quello di lasciare senza sbocchi un’intera generazione di giovani professionisti, proprio nel momento in cui dovrebbero iniziare a costruire la propria carriera.

Ma non è tutto, cresce sempre di più la necessità di avere competenze tecniche legate all’intelligenza artificiale: un report di DataMasters ha evidenziato su un’analisi di oltre 18mila annunci di lavoro su Linkedin nel primo trimestre del 2025, che il 15% richiede competenze tecniche specifiche sull’AI, segno che ormai saranno sempre di più competenze necessarie per essere competitivi nel mondo del lavoro.

ChatGPT

L’adozione massiccia di tecnologie di automazione e intelligenza artificiale ha reso sempre più superflue molte posizioni entry-level (designed byFreepik)

La risposta all’intelligenza artificiale? Le soft skills

Il report di Luglio di McKinsey che monitora l’andamento dei trend del settore HR ha segnalato che il 44% dei dipendenti intervistati non ha fatto attività di formazione nell’ultimo anno, segno che ancora non è percepita l’urgenza di adattarsi al nuovo mercato che stiamo vivendo.

In questo scenario chi deve iniziare la sua carriera professionale o chi invece vuole cambiare lavoro o semplicemente scalare la propria professionalità, deve continuare a formarsi e potenziare quelle che sono le soft skills richieste oggi dal mercato. Tra quelle più richieste possiamo evidenziarne sette:

1. Imprenditorialità interna (Intrapreneurship): questa soft skill riguarda l’agire come imprenditori all’interno dell’azienda, lavorando per obiettivi e risultati, con spirito di iniziativa, valutando l’impatto, le opportunità e proponendo soluzioni.

2. Antifragilità: se prima si parlava di resilienza ora si parla di antifragilità ovvero non solo resistere, ma evolversi nel cambiamento. Questa soft skill aiuta a trasformare imprevisti in miglioramento continuo, ad affrontare l’incertezza come occasione di crescita.

3. Curiosità attiva: formarsi costantemente, anche fuori dal proprio ruolo, chiedendo, esplorando e apprendendo da colleghi e contesti diversi. L’obiettivo è mantenere una mentalità da eterno apprendista.

4. Cultura della cura: bisogna dare priorità al proprio benessere fisico e mentale, agendo con consapevolezza dei propri limiti e capacità in un contesto di burnout crescente.

5. Networking e formazione: partecipare a eventi e vivere esperienze che arricchiscono. Acquisire skill trasversali e stimoli da ambienti nuovi e uscire dalla comfort zone per evolvere.

6. Collaborazione umana e robotica: avere la capacità di lavorare in team in modo efficace ed empatico, collaborando con strumenti di AI e robotica. L’obiettivo è sviluppare intelligenza relazionale e digitale in modo più strutturato.

7. Ottimismo e proattività: affrontare le sfide con entusiasmo e spirito costruttivo, diventando motori del cambiamento e non semplici spettatori.