L’Italia può guidare la logistica europea. Con porti e digitale

scritto da il 25 Agosto 2025

Post di Alberto Antonietti Responsabile Growth & Strategy di Accenture e Davide Grossi, Principal Director Accenture Strategy

In un mondo caratterizzato da crisi geopolitiche, shock sistemici e ridefinizione delle rotte globali, l’Italia si trova davanti a un bivio strategico: valorizzare il proprio ruolo come hub logistico per l’Europa e il Mediterraneo oppure rimanere ai margini delle grandi trasformazioni in atto. Navi, treni e algoritmi rappresentano oggi le direttrici su cui si gioca il futuro della logistica nazionale.

Oggi, nei porti italiani arriva solo il 35% delle merci provenienti dall’Est Europa[1], mentre oltre l’80%[2] del traffico ferroviario intra-europeo bypassa il nostro Paese. Nei porti italiani, appena il 12% dei container prosegue su ferrovia, a fronte di un obiettivo europeo del 30%[3]. A pesare è anche l’eccessiva frammentazione del comparto: il 90% delle imprese logistiche italiane ha meno di dieci dipendenti[4].

Supply chain sempre più regionalizzate

La posizione geografica favorevole, una forte vocazione manifatturiera e il potenziale dei porti italiani costituiscono asset fondamentali in un contesto in cui le supply chain stanno diventando sempre più regionalizzate, resilienti e sostenibili. Ma non basta potenziare le infrastrutture fisiche. La vera sfida è sul fronte digitale.

Le esperienze internazionali dimostrano che il digitale può davvero cambiare le regole del gioco. Al porto di Valencia, per esempio, l’uso dell’intelligenza artificiale generativa ha aumentato del 25% l’efficienza nella movimentazione dei container[5]. La compagnia CMA CGM ha ridotto del 18% i ritardi portuali grazie alla gestione predittiva delle rotte[6].

L’adozione del digitale non è più un optional

Oggi la competitività si misura sulla capacità di integrare tecnologie come piattaforme collaborative per la condivisione in tempo reale dei dati tra gli attori della filiera, digital twin – ovvero repliche virtuali di infrastrutture e processi –, intelligenza artificiale generativa (GenAI), Internet of Things (IoT) e sistemi predittivi. Strumenti che stanno già rivoluzionando il modo in cui merci e informazioni si muovono lungo la catena di approvvigionamento.

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Nei porti italiani, appena il 12% dei container prosegue su ferrovia, a fronte di un obiettivo europeo del 30% (designed by Freepik)

Non si tratta più di innovazioni opzionali: l’adozione del digitale è diventata una condizione necessaria per colmare i ritardi strutturali e rilanciare la competitività del sistema Paese. E alcuni segnali concreti di trasformazione sono già visibili. Scali strategici come Trieste e Genova stanno implementando smart gate automatizzati e sistemi di slot booking per ridurre la congestione. Il corridoio Padova-Brennero utilizza digital twin per simulare scenari operativi e ottimizzare le risorse disponibili. L’integrazione tra intelligenza artificiale, IoT e cloud computing permette di prevedere criticità, rendere i flussi più efficienti e aumentare la resilienza dell’intero sistema.

Il contesto geopolitico e il rischio di restare marginali

In questo quadro, il contesto geopolitico globale – tra conflitto in Ucraina, tensioni nel Mar Rosso, instabilità africana e nuove barriere commerciali tra Cina, USA e UE – sta accelerando il processo di regionalizzazione delle catene del valore. Il reshoring e il nearshoring, già in atto in diversi settori strategici, stanno cambiando la geografia della logistica globale, eppure l’Europa – e l’Italia in particolare – rischiano di restare marginali.

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La logistica è un’infrastruttura vitale per l’economia nazionale e una leva strategica per garantire autonomia economica e resilienza industriale (designed by Freepik)

Ma la tecnologia da sola non basta. Per cogliere questa occasione è necessario superare la frammentazione del settore, colmare i gap infrastrutturali e trattenere maggiore valore nel Paese. Il digitale può essere l’abilitatore chiave di questo salto. Ma è il momento di unire visione industriale e innovazione digitale per rafforzare la competitività logistica del sistema Italia.

 L’Italia ha una finestra storica per ridefinire il proprio ruolo 

Guardando avanti, prende forma l’idea di un operatore logistico nazionale integrato, capace di competere con i grandi player europei e di trattenere valore all’interno del Paese. In un momento di trasformazione profonda delle catene del valore, l’Italia ha una finestra storica per ridefinire il proprio ruolo. Ma per farlo serve una visione industriale chiara, accompagnata da investimenti in tecnologia e una strategia condivisa tra pubblico e privato.

Anche il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha dato un impulso iniziale alla digitalizzazione del settore, soprattutto attraverso investimenti in piattaforme digitali portuali, intermodalità e interoperabilità dei dati. Ma con l’orizzonte del PNRR ormai prossimo, servono nuove visioni industriali e strumenti strutturali per rendere duratura questa trasformazione.

La logistica è un’infrastruttura vitale per l’economia nazionale e una leva strategica per garantire autonomia economica e resilienza industriale. Investire in efficienza e innovazione significa valorizzare il potenziale dell’Italia nel nuovo scenario europeo e sostenere la crescita del sistema produttivo.

 

[1] Fonte: RAM, 2023

[2] Fonte: Eurostat, 2022

[3] Fonte: Commissione Europea, DG MOVE, 2023

[4] Fonte: ISTAT, 2022

[5] Fonte: Fundación Valenciaport, 2024

[6] Fonte: CMA CGM Innovation Report, 2024