Relazioni in ufficio: quando la passione è materia per il diritto

scritto da il 09 Settembre 2025

Post di Francesco Antonio La Badessa, partner dello Studio Ichino Brugnatelli – 

La «kiss cam» dei Coldplay, che ha portato a galla il rapporto tra l’amministratore delegato di Astronomer, Andy Byron e la responsabile delle risorse umane, Kristin Cabot. L’uscita di scena di Laurent Freixe, top manager di Nestlé, dopo la scoperta di una relazione non dichiarata con una collaboratrice. Ma anche il caso del Ceo di McDonald’s, Steve Easterbrook e dell’ad della compagnia petrolifera britannica BP, licenziati rispettivamente nel 2019 e nel 2023 (perdendo una buonuscita dal 105 milioni di dollari e da 32 milioni di sterline) per lo stesso motivo. I recenti casi di cronaca hanno acceso l’attenzione sulle relazioni tra manager e colleghe. Ma come funzionano le cose in Italia? Anche da noi sarebbe possibile un «caso Coldplay»?

Sì, potrebbe succedere anche da noi: non esiste una legge che vieta le relazioni tra colleghi, le uniche soluzioni sono norme contrattuali e accordi interni alle aziende. In Italia, questi accordi devono comunque essere rispettosi di una serie di principi, tra cui la tutela della privacy e il diritto di espressione. La norma di riferimento per stilare una policy aziendale è l’articolo 2087 del Codice Civile, che stabilisce l’obbligo generale dell’imprenditore di tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei prestatori di lavoro, adottando tutte le misure necessarie secondo la particolarità della mansione e l’esperienza.

Questo articolo, che ha una funzione di chiusura del sistema di prevenzione e sicurezza, impone al datore di lavoro di adottare misure preventive e protettive, integrando la normativa di riferimento. L’imprenditore deve garantire un ambiente di lavoro sano e questo riguarda anche il rapporto tra colleghi, anche quando è di natura sentimentale.

Per esempio, la correttezza e la buona fede verrebbero violati se un manager favorisse la crescita professionale del partner, creando un ambiente di lavoro iniquo. Inoltre, le policy devono tener conto anche dell’articolo 26 del Codice delle Pari Opportunità (Decreto legislativo 198/2006), che definisce le molestie e le molestie sessuali sul lavoro come comportamenti indesiderati legati al sesso, aventi lo scopo o l’effetto di violare la dignità di una persona e di creare un ambiente di lavoro intimidatorio, ostile, degradante, umiliante o offensivo.

relazioni

Nessuna policy aziendale può interferire arbitrariamente nella vita sentimentale dei dipendenti, se non nei casi in cui sia necessario prevenire rischi concreti di conflitto di interessi( designed by Freepik)

Le policy devono avere l’obiettivo di creare un ambiente di lavoro imparziale, in cui non si creino favoritismi o condizioni di svantaggio derivanti da una relazione tra colleghi, in particolare se si tratta di un manager e un suo sottoposto. Una relazione non deve mai diventare, per chi ha un ruolo di responsabilità in azienda, un motivo di ricatto morale o uno strumento di potere nei confronti dei propri sottoposti.

Questi documenti sono utili anche per intervenire con tempestività quando una relazione tra colleghi, sia essa nata prima o dopo l’assunzione, degeneri e crei problematiche all’interno dell’ambiente di lavoro: poniamo il caso di marito e moglie che lavorano nella stessa azienda e che si separino in modo “burrascoso”: se questo ha degli effetti negativi sul normale svolgimento dell’attività lavorativa, le policy interne possono fissare regole chiare e portare automaticamente a sanzioni o, nei casi più gravi, anche al licenziamento di una o di entrambe le parti, cosa che al contrario potrebbe prevedere tempi e percorsi disciplinari più lunghi in assenza di una regolamentazione specifica interna.

Senza dimenticare, come rimarca il Codice delle Pari opportunità, i casi in cui «un rapporto finito male può portare ad accuse di molestie, con conseguenze disastrose sia per le persone in causa che per l’azienda stessa, nel momento in cui le accuse diventano pubbliche. L’attenzione, però, è rivolta anche ai lavoratori, con interessi importanti da tutelare: dal diritto a un ambiente di lavoro inclusivo e rispettoso fino alla salvaguardia dell’autodeterminazione, perché nessuna policy aziendale può interferire arbitrariamente nella vita sentimentale dei dipendenti, se non nei casi in cui sia necessario prevenire rischi concreti di conflitto di interessi.

Il modello delle policy è già molto utilizzato nelle grandi realtà statunitensi e sono sempre di più le aziende italiane ed europee, soprattutto tra quelle di grandi dimensioni e presenti a livello planetario, che stanno adottando regole per non farsi trovare impreparati in caso di nascita di relazioni tra colleghi: Sono strumenti che permettono di bilanciare la libertà individuale dei lavoratori con la necessità di garantire la trasparenza organizzativa e la tutela dell’immagine aziendale.