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Logistica alla svolta digitale: un settore da 205 miliardi cambia pelle


Post di Luca Lorenzini, founder & CEO di spedire e spedire pro by alsendo –
Con un valore stimato di 205 miliardi di euro nel 2024, la logistica italiana rappresenta uno dei pilastri dell’economia nazionale, pari a circa l’8% del PIL e con oltre 1,4 milioni di addetti (Confindustria, Osservatorio Contract Logistics, Politecnico di Milano). Il settore sta attraversando una trasformazione strutturale che coinvolge digitalizzazione dei processi, adozione di tecnologie avanzate e diffusione capillare dei punti di ritiro e consegna (PUDO), passati da circa 30.000 nel 2020 a oltre 65.000 nel 2024 (AGCOM).
Questi fattori stanno modificando non solo i modelli distributivi, ma anche l’organizzazione del lavoro, la sostenibilità ambientale e la competitività delle imprese. La sfida è duplice: da un lato accelerare l’innovazione per colmare i gap con altri Paesi europei come Germania o Polonia; dall’altro sfruttare la densità imprenditoriale italiana per costruire reti logistiche più resilienti, integrate e orientate al servizio del consumatore finale.
Il 57% delle grandi imprese che ha già adottato tecnologie avanzate rappresenta, infatti, una solida base di partenza, mentre il tessuto delle PMI italiane si presenta come un mercato fertile per l’innovazione tecnologica, con margini di crescita straordinari.
La rivoluzione della prossimità: PUDO e piattaforme digitali
Il futuro della logistica italiana passa sempre più attraverso la prossimità intelligente.
I punti di ritiro e consegna, noti come PUDO (Pick Up and Drop Off points), non sono più semplici luoghi di passaggio ma vere e proprie infrastrutture diffuse sul territorio che consentono al cittadino di gestire spedizioni e ritiri in maniera più flessibile, superando i vincoli di orario e distanza. Questo modello sta cambiando il paradigma distributivo tradizionale perché riduce i costi e i tempi del cosiddetto “ultimo miglio”, la fase più complessa e onerosa della consegna, e nello stesso tempo migliora l’esperienza del destinatario.

Il futuro della logistica italiana passa sempre più attraverso la prossimità intelligente: i punti di ritiro e consegn (designed by Freepik)
Parallelamente, la loro integrazione con piattaforme digitali evolute sta creando un ecosistema in cui i flussi vengono gestiti in tempo reale e le informazioni sui pacchi sono sempre disponibili. In questo modo i PUDO diventano nodi strategici di una rete logistica nazionale più resiliente, capace di assorbire i picchi della domanda, diminuire l’impatto ambientale dei trasporti urbani e favorire una maggiore competitività delle imprese italiane.
Dai ritardi logistici alle opportunità di crescita digitale
Secondo stime di settore, le inefficienze della logistica italiana pesano per circa 30 miliardi di euro l’anno sull’economia nazionale e incidono sulla competitività del Made in Italy all’estero. Non si tratta solo di costi diretti, ma anche di tempi e affidabilità dei servizi: spedizioni che un operatore tedesco completa in 24 ore possono richiedere tre giorni a un’impresa italiana. Questa asimmetria non dipende dalla qualità dei prodotti, ma dall’efficienza dell’infrastruttura logistica e dei processi collegati.
A questo si aggiunge il fatto che gran parte delle piccole e medie imprese italiane gestisce ancora le spedizioni manualmente, senza sistemi digitali integrati: si stima che circa il 60% operi ancora senza API o integrazioni digitali, un livello nettamente superiore rispetto alla media europea. Questa frammentazione incide ulteriormente su costi, tempi e affidabilità e rappresenta oggi uno dei principali punti deboli dell’intero sistema logistico nazionale.
Parallelamente, il settore sta vivendo una vera e propria democratizzazione tecnologica: strumenti digitali avanzati – come sistemi di gestione integrata delle spedizioni, tracciamento in tempo reale, analisi predittiva – un tempo riservati ai grandi operatori, sono oggi sempre più accessibili anche alle piccole e medie imprese. Questo fenomeno riduce le barriere all’ingresso, consente di gestire i flussi con maggiore efficienza e contribuisce a creare un mercato più competitivo e dinamico, in cui le PMI possono colmare parte del divario strutturale con i grandi player.
A sostenere questa evoluzione è anche la rete di punti di consegna alternativi e armadietti automatici diffusi sul territorio, che sta trasformando la distribuzione tradizionale in un sistema più capillare, flessibile e resiliente. L’integrazione tra prossimità fisica e piattaforme digitali consente di ottimizzare i percorsi logistici, ridurre tempi e costi e migliorare l’esperienza complessiva per imprese e cittadini, con un impatto positivo sulla sostenibilità ambientale.
Un ulteriore fattore di cambiamento è la semplificazione operativa. L’adozione di piattaforme digitali integrate e tecnologie predittive consente alle aziende di abbattere i costi operativi, migliorare l’efficienza e liberare risorse da destinare a innovazione, sostenibilità e sviluppo strategico. Questo processo, già in atto in molti Paesi europei, sta rendendo più competitivo anche il sistema logistico italiano e ne rafforza la capacità di adattarsi a scenari di domanda in rapida evoluzione.
Logistica verso un nuovo paradigma
Nonostante il ritardo tecnologico, l’Italia possiede però asset strategici importanti: una posizione geografica centrale nelle rotte euro-mediterranee e un tessuto imprenditoriale diffuso che, se dotato di strumenti digitali adeguati, può trasformarsi in un vantaggio competitivo su scala europea.

La logistica sta vivendo una vera e propria democratizzazione tecnologica: strumenti digitali avanzati sono oggi sempre più accessibili anche alle Pmi (designed by Freepik)
In questo contesto, la logistica italiana non sta affrontando quindi un semplice ritardo da colmare, ma un vero e proprio momento di trasformazione accelerata. Dopo anni di processi frammentati, la combinazione di digitalizzazione, nuove reti distributive e pratiche sostenibili sta ridisegnando i modelli operativi del settore. Oggi l’obiettivo non è più solo migliorare la velocità delle consegne, ma costruire un sistema più resiliente, capace di integrare dati, infrastrutture e prossimità fisica in un’unica rete coerente.
In altri Paesi europei – come Germania o Polonia – la rapidità di adozione tecnologica ha dimostrato di poter compensare svantaggi iniziali e creare leadership di mercato; l’Italia, grazie alla sua base industriale e imprenditoriale, ha le condizioni per replicare questo percorso e persino superarlo.
Ogni impresa, quindi, dalla più grandi alla più piccola, può giocare un ruolo importante: adottare nuove tecnologie per semplificare i processi di spedizione significa non solo ridurre i costi operativi, ma anche posizionarsi su segmenti di mercato in crescita e contribuire a un sistema logistico nazionale più competitivo e sostenibile. La trasformazione in corso non è dunque un traguardo, ma un’opportunità per rafforzare la posizione dell’Italia nella catena del valore europea e globale.