Sanità e AI: il boom vale 180 miliardi. E l’Europa insegue gli USA

scritto da il 09 Ottobre 2025

Post di Veronica Comi, Direttore Generale della Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica

La medicina è un’arte che esercitiamo in attesa di scoprirla”: mai banali le parole del noto poeta francese Émile Deschamps de Saint-Amand, il quale concentra l’attenzione, in particolar modo, sul concetto di scoperta. Quest’ultima, infatti, descrive alla perfezione il momento che stanno attraversando i principali settori operativi, in particolar modo l’universo sanitario, quando applicano l’intelligenza artificiale e, di conseguenza, ne scoprono le incredibili potenzialità.

Le prime conferme in merito a quanto appena scritto arrivano dagli Stati Uniti e, nello specifico, dal Time Magazine che per l’occasione riprende un sondaggio a cura dell’American Medical Association: entrando più nel dettaglio, attualmente più di 2 medici su 3, dopo un primo periodo di prova e “allenamento”, affermano di utilizzare l’intelligenza artificiale, o uno strumento “AI- based”, quotidianamente.

Nord America protagonista, ma l’Europa non resta a guardare

Dagli USA si passa al mondo intero grazie a Yahoo Finance che analizza l’evoluzione dello scenario legato all’applicazione dell’intelligenza artificiale in campo medico concentrando l’attenzione sul mercato di riferimento. A questo proposito, entro i prossimi 5 anni, si prevede che l’asset globale sfiorerà quota 180 miliardi di euro di fatturato (+619% sul 2024) con una crescita media annuale composta (CAGR) del 38%.

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A livello prettamente geografico, il Nord America sarà protagonista perché, già oggi, detiene il 45% dell’intera business unit. E l’Europa? Non resta di certo ferma a guardare, infatti, il settore risulta in grande crescita grazie, in particolar modo, a contributi finanziari e progetti messi a terra sia da aziende private sia da enti pubblici.

Un’iniziativa made in Italy

Restando sulla stessa lunghezza d’onda, e sempre con lo sguardo rivolto all’Europa, risalta un’iniziativa 100% made in Europe, anzi 100% made in Italy: si tratta del Bando “From Bed to Bench: the Way to Innovation”, lanciato con l’obiettivo di promuovere la ricerca, i ricercatori e, allo stesso tempo, anche l’adozione dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie in campo medico e scientifico. Attraverso quest’iniziativa verranno finanziati ben 12 progetti di ricerca (massimo 2 milioni a progetto), di cui 2 con focus proprio sull’AI e altri 7 sull’innovazione tecnologica applicata all’ambito della Medicina di Precisione.

Considerazioni aggiuntive legate all’utilizzo dell’intelligenza artificiale nell’universo “health addicted”. Anzi, in realtà il focus ora si concentra su applicazioni a dir poco sorprendenti. Il primo passo in questo senso viene fatto grazie ad un recente studio, pubblicato su Nature, in cui un team di scienziati dell’Università di Stanford, specializzato in intelligenza artificiale, ha sviluppato a velocità record un trattamento innovativo per il COVID-19, utilizzando un laboratorio virtuale completamente basato sull’IA.

I laboratori virtuali corrono a velocità impensabili

In pochissimi giorni, un tempo impensabile per i laboratori tradizionali gestiti da esseri umani, il laboratorio virtuale ha sviluppato circa 100 nuove terapie a base di nanocorpi contro il COVID-19. Tra queste, due sono state rapidamente validate attraverso esperimenti reali, rivelandosi efficaci e dimostrando un notevole potenziale come trattamenti universali.

Per concludere, ecco un altro spunto interessante a firma di un gruppo di ricercatori i cui risultati, pubblicati su Biomedical and Pharmacology Journal hanno mostrato come gli algoritmi d’intelligenza artificiale possano essere utilizzati per analizzare i dati omici e, in seguito, aiutare i medici a capire se una terapia può essere tollerata oppure no dai singoli pazienti. In questo modo non solo è possibile offrire cure più mirate ed efficaci, ma anche salvaguardare la salute dei più bisognosi.