I dieci post più letti di Econopoly nel 2017

scritto da il 30 Dicembre 2017

Mi è stato fatto notare che Econopoly spazia troppo, che gli argomenti sono eccessivamente vari, che non si vede una vera linea editoriale. Ho sempre risposto, e continuo a farlo, che esattamente questa è la linea editoriale, l’idea da cui è nato questo blog ben presto diventato piattaforma: contributi di manager, professionisti, economisti, docenti, giornalisti (purché non siano giornalisti del Sole, già liberi di esprimersi sui loro blog) che parlino di economia e, molto semplicemente, valgano la pena di essere letti.

Qualche volta questo significa essere in perfetta sintonia con il quotidiano Sole 24 Ore, altre volte meno. E questa è un’altra parte della cifra un po’ irrituale, magari un po’ eretica, di Econopoly. Anche grazie a questa scelta iniziale (per alcuni incomprensibile) è stata costruita un’audience di estimatori, di lettori fedeli e fedelissimi che ringrazio, perché ci motivano a proseguire.

I buoni contenuti conservano il loro valore nel tempo. Molti post di Econopoly possono essere letti anche settimane o mesi dopo la pubblicazione. Ecco allora in rapida sequenza, con i link al testo completo, i dieci post più letti dell’anno. Vorrei aggiungere solo questa considerazione: non è un caso che lavoro, pensioni, congiuntura economica italiana e bitcoin siano stati i temi di gran lunga più premiati dai click dei lettori.

Buona lettura (o… rilettura) e buon 2018 a tutti noi.

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1- Il futuro a millequattrocento euro al mese di Alessandro Capocchi

Caro Econopoly, poche settimane fa ho incontrato, insieme ad un imprenditore titolare e fondatore di una piccola azienda familiare toscana, operante nel settore della meccanica specializzata, un giovane ingegnere per valutarne la possibile assunzione. L’incontro è stato fatto a tarda sera per consentire all’ingegnere di terminare la propria giornata lavorativa presso una multinazionale straniera operante nello stesso settore e raggiungerci: il cv, arrivato tramite un’amica, aveva ricevuto la nostra massima attenzione, perché di sicura eccellenza sia per il percorso accademico e sia per il percorso professionale in atto da più di otto anni sempre per primarie aziende multinazionali… (continua a leggere questo post)

2- Lavorare troppo non è figo di Luca Foresti

Il numero di ore lavorate, per chi lavora, in media, continua a calare, un po’ ovunque. Ma dentro alla media c’è una parte dei lavoratori che invece lavora molte ore. E chi lavora molte ore in media guadagna di più per ora. Quando una persona fa un lavoro che le piace, in cui trova soddisfazioni, economiche, di carriera, di cambiamento del mondo tramite il proprio lavoro, facilmente sposta il proprio tempo sul lavoro togliendolo al resto. Le motivazioni sono molto forti e abbastanza facili da capire, pur se difficili da accettare. I lavori belli sono adrenalinici, portano a un senso di crescita continua, hanno regole di ingaggio che ci mettono nelle condizioni di migliorare e salire. Quando una persona è nella fase di maggior crescita della carriera spesso prova la sensazione che che ogni ora dedicata al lavoro sia un investimento e che lo porterà a una vita migliore… (continua a leggere questo post)

3- Verità scomoda: l’Italia non riparte. Tre scenari per i prossimi dieci anni di Alessandro Magnoli Bocchi

L’andamento dell’economia italiana sembra non cambiare mai. Purtroppo per il lettore (ma anche per chi scrive), articoli come questo sembrano ripetersi uguali, ad infinitum… I problemi sono i soliti: rigidità strutturali … L’invecchiamento della popolazione ha ridotto i consumi e aumentato i risparmi. Alti livelli di debito – pubblico e privato – limitano gli investimenti e la crescita della produttività. Innovazione e competitività sono al di sotto della media europea. Il prodotto interno lordo (Pil) pro capite è fermo su valori di fine anni 90. (continua a leggere questo post)

4- Con il bitcoin si diventa ricchi? di Antonio Simeone

“Il bitcoin è peggio della bolla dei tulipani”. Una sola frase del Ceo di JP Morgan, Jamie Dimon, e in pochi minuti il valore di un bitcoin – da quasi 5.000 dollari – cominciava a scendere per poi crollare dopo l’annuncio ufficiale da parte degli exchange cinesi di chiudere i battenti. Risultato: 2.980 dollari per bitcoin. Sembrava una giornata qualunque di metà settembre, prima che telefonate e messaggi facessero boom. Tutti a chiedere un’opinione sul crollo, non solo media italiani, ma anche amici che, presi dal panico, non sapevano più cosa fare.. (continua a leggere questo post)

5- Non usateci come scusa per abbassare l’età della pensione di Tortuga

Da gennaio 2018 l’età pensionabile di uomini e donne verrà unificata a 66 anni e 7 mesi. Una notizia che non desta sorprese, in quanto l’unificazione di genere dell’età per la pensione di vecchiaia era già prevista dalla riforma Fornero e varata nel decreto “Salva Italia”. Nei prossimi anni è inoltre previsto un progressivo aumento dell’età pensionabile a 67 anni nel 2019, 67 anni e 3 mesi nel 2021 e di lì in avanti un aumento di 2 mesi ogni due anni, in modo tale da adeguare l’età pensionabile alla crescente aspettativa di vita.  Come sempre accade in questi casi, una parte del mondo della politica si unisce a quello dei sindacati per alzare un forte coro di protesta… (continua a leggere questo post)

6- Il bitcoin, bolla o soufflé? di Carlo Piana

Da fenomeno quasi cyberpunk, Bitcoin è diventato fenomeno di massa, decuplicando il suo valore in dollari (già in odore di bolla) nel giro di poche settimane. Se molti operatori avevano già visto nella tecnologia che vi sta alla base, la “blockchain”, un’interessante fonte di applicazioni in campi diversi, l’attenzione anche mediatica che Bitcoin ha ricevuto ne ha fatto un oggetto di discussione in sé, concentrandosi soprattutto sulla domanda “ma se non rappresenta niente, non ha un valore intrinseco, perché la gente paga così tanto per averlo”? (continua a leggere questo post)

7- Il surreale dibattito sulle pensioni dice che se i giovani restano sdraiati perdono di Guido Ascari e A.B. Seico

Scriviamo perché siamo preoccupati. Preoccupati dal livello del dibattito pubblico in generale, e sulle pensioni in particolare. Siamo due economisti: uno da poco rientrato dall’estero e l’altro in contatto giornaliero con i mercati, e facciamo fatica a comprendere come sia possibile che il dibattito politico attuale, e cioè ormai in campagna elettorale, presenti spesso in riferimento alle pensioni una serie di falsità e di omissioni che andrebbero denunciate fortemente. È invece fondamentale che la riforma delle pensioni non diventi l’oggetto del contendere di questa campagna elettorale… (continua a leggere questo post) 

8- Perché chiudere l’Inps e privatizzare il sistema pensionistico è una pessima idea di Valentino Larcinese

La democrazia è faticosa e dispendiosa. La ricerca di punti di equilibrio fra idee e interessi contrapposti richiede i suoi tempi e le sue risorse. Ecco allora che periodicamente, e particolarmente nei momenti di crisi, si fanno strada le scorciatoie, le soluzioni facili che vanno dall’autoritarismo (meno democrazia attraverso la concentrazione del potere politico) al liberismo (meno spazi di democrazia attraverso la privatizzazione e lo svuotamento delle funzioni della politica)… (continua a leggere questo post)

9- Questo signor Trump è davvero molto cattivo di Enrico Verga

Trump è molto cattivo. Trump non vuole bene ai globalisti, Trump non vuole gli accordi globalisti (TTIP, TTP) e vuole anche uscire dal Nafta. Trump non ama la Vespa, il pomodoro pachino e il cioccolato italiano (noi italiani si sa siamo famosi per le nostre vaste coltivazioni di cacao). Di questo passo, sui media (che amano Trump, non dimentichiamolo) si dirà che Trump mangia anche i bambini (dopotutto si sa: lui adora Putin e Putin è un famoso comunista russo che odia i globalisti, e come tutti i comunisti mangia i bambini)… (continua a leggere questo post)

10- Cosa combina Ryanair e cosa la aspetta di Tortuga

Negli annali degli studiosi di marketing brillano alcuni casi di brand o di loghi così efficaci da entrare a far parte del gergo comune per indicare genericamente una certa tipologia di prodotto, indipendentemente dalla marca di quest’ultimo. Un esempio lampante è lo Scottex, il cui marchio ha preso il posto nel linguaggio collettivo del termine originale “carta da cucina”.  Lo stesso destino cui era andato incontro lo Scotch, ovvero il nastro adesivo inventato dall’americano Richard Drew nel 1930… (continua a leggere questo post)

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