Con i bitcoin il tempo non è più denaro

scritto da il 01 Agosto 2015

La moneta è una convenzione sociale con la quale le comunità si accordano per realizzare gli scambi economici, data la tecnologia al momento disponibile. Così siamo passati dal baratto alla moneta con valore intrinseco, dalle banconote ai bonifici online.

Abbiamo sperimentato tutti i lati positivi e negativi di una moneta fiduciaria, ora abbiamo la libertà di decidere insieme se accogliere la nuova tecnologia o meno.

L’uso dei bitcoin ha reso il tempo un fattore neutrale: mai a vantaggio o a sfavore di una delle parti. Il tempo, legato alle monete fiat come conseguenza dell’inflazione, ora è una variabile indipendente, e ciò ribalta il più importante concetto finanziario cui siamo abituati da millenni.

Se non c’è il tempo a far da padrone, allora le persone non sono più direttamente soggette ai fenomeni da esso causati, come:

–     Inflazione
–     Interessi
–     Demurrage (il costo associato con la proprietà o il possesso di valuta).

La moneta ha anche la funzione di “riserva di valore” che, per la sua natura inflazionistica, le fa perdere valore nel tempo. Tutto ciò concorre a farla spendere, a farla circolare. Dal punto di vista degli scambi, è un fatto positivo. Con una moneta inflazionistica mantenere fermo il denaro è una sicura perdita.

Con le monete tradizionali, euro o dollaro, proprio perché non si vuol perdere valore, ci si sente obbligati a spenderle o a investirle, scatenando la valanga degli interessi composti ed incrociati (non solo monetari) tra tutti i soggetti in gioco.

È in capo alle libere decisioni degli agenti economici inserire il tempo nelle transazioni per creare artificiosamente debiti e crediti da pagare entro una certa data, ma ciò non è legato intrinsecamente alla natura dei bitcoin. Rimane una scelta volontaria, non imposta da un classico sistema monetario.

Dal punto di vista teorico, un peer si può definire realmente peer se non c’è un’asimmetria di risorse, ossia se una delle parti non è favorita o svantaggiata da qualche fattore, ad esempio il tempo.

Il sistema bitcoin prevede che l’offerta di moneta sia predeterminata, non soggetta a decisioni discrezionali, quindi scommettere sulla variabile tempo non ha senso. (Non è una moneta deflazionaria, l’offerta cresce molto all’inizio per alimentare il sistema e poi resta stabile e predeterminata per lungo tempo).

Per questo motivo anche un milionesimo di bitcoin ha un valore, e soprattutto non ha più una data di scadenza come nelle monete fiat. Attenzione, bitcoin non è l’unico futuro possibile, la comunità open-source continua a generare centinaia di altri modelli, con strutture di incentivi alternativi.

Con i bitcoin perderemo flessibilità nel regolare l’offerta di moneta in caso di crisi? Sì, sarà un problema, come pure quello di non poter più creare bolle speculative stampando e immettendo più moneta del necessario nel sistema. Da secoli la decisione di stampare moneta è svincolata dal controllo del Governo.

È arrivato il momento di fare un passo avanti e svincolarla dalle persone? Se aumenterà il numero delle persone che ottengono benefici o hanno aspettative positive sul valore futuro dei bitcoin, l’adozione aumenterà, e la moneta mostrerà un apprezzamento rispetto alle altre valute; altrimenti sperimenteremo altro, come la storia millenaria del mondo ha dimostrato.

È il mercato della moneta, bellezza.

Ed è semplice: se la nuova valuta diventerà migliore delle monete che abbiamo in tasca la adotteremo. In economia, l’adozione diffusa nel mercato definisce la trasformazione dalla moneta al denaro.

Rendere il denaro a-temporale consente la libertà dall’approccio top down, perché non c’è più un fattore vincolante, anche per questo ora un modello possibile è bottom up. Tutto questo entusiasma gli sperimentatori, disorienta il pubblico, e spaventa chi ha interessi da proteggere.

Se ci si libera dai poteri, in particolare da persone, organizzazioni – e tempo – si può scegliere il modello preferito per una nuova convenzione sociale.

Twitter: @massimochi