Una settimana di Econopoly (quella di Fitch e del rating in bilico)

scritto da il 02 Settembre 2018

E dunque ci siamo. Il primo verdetto delle agenzie di rating ha archiviato anche l’estate. Fitch non ha infierito, confermando il giudizio di aprile 2017 (BBB, due gradini sopra il temuto livello junk) ma con outlook negativo, cosa che non lascia prevedere nulla di buono. Venerdì lo spread tra BTp e Bund si è fissato a quota 293 punti, con rendimento al 3,26%.

Vale la pena di ricordare, come ha fatto puntualmente Alessandro Magnoli Bocchi nel suo post di lunedì scorso, prima che l’oracolo Fitch si esprimesse, che “ogni aumento di 100 punti di spread equivale a: 1) un aumento della spesa pubblica per interessi di circa 6,5 miliardi di euro nei primi tre anni (0,4 per cento del Pil); e 2) un incremento del costo medio di indebitamento per imprese e cittadini pari a 1,8-2,8 miliardi annui (0,2 per cento del Pil)”.

Numeri su cui dovrà riflettere il Governo, in piena (e caotica, stando alle dichiarazioni contrastanti) fase di gestazione di un’attesissima nota di aggiornamento del DEF. Attesa anche dalle altre due agenzie di rating big, Moody’s e S&P’s, con relativo rischio (alto) di downgrade entro la fine di ottobre.

La settimana di Econopoly è iniziata proprio con il post di Magnoli Bocchi sui prossimi nove mesi, molto probabilmente burrascosi. È stato il più letto, con oltre 50mila views.

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