Carta e penna per il check-in: anche questa è Business Continuity?

scritto da il 30 Luglio 2019

Post di Enrico Rampin, Chief Sales e Marketing Officer di Wiit Spa

Martedì 14 maggio 2019 i passeggeri Alitalia in partenza dall’aeroporto di Fiumicino hanno vissuto una situazione dai contorni quasi surreali: il sistema informatico della compagnia diventa di colpo inaccessibile, i check-in si bloccano, non si possono più stampare carte d’imbarco né registrare passeggeri e tutta la comunicazione passa sulle linee telefoniche. La cronaca ci racconta che, per non fermare le operazioni e garantire ugualmente l’operatività dei voli, la compagnia ha adottato una mossa drastica: tornare indietro di decenni, azzerare la digitalizzazione e gestire il traffico (di passeggeri) con carta e penna.

Purtroppo, l’episodio di Fiumicino non è un caso isolato. Anzi, si può dire che qualsiasi azienda, di qualunque dimensione e in qualsiasi ambito operi, debba mettere in conto la possibilità che si verifichino eventi imprevedibili capaci di abbattersi sull’operatività con una forza tale da mettere a rischio la continuità dei servizi, anche quelli core. In piena era digitale, il pensiero va immediatamente all’attacco informatico o al server che non risponde, ma in realtà il concetto è molto, molto più ampio: qualcuno ricorderà il blackout del 2003, che lasciò l’Italia senza corrente per una notte, per non parlare degli effetti di eventi naturali quali le nevicate che ogni anno isolano zone più o meno ampie, lo straripamento dei corsi d’acqua, blackout generalizzati e via dicendo. Sono fenomeni rari, ma le loro conseguenze possono essere devastanti per il business aziendale.

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Obiettivo n.1: farsi trovare pronti
Per quanto raro, l’evento capace di condizionare duramente i processi aziendali esiste e va sempre tenuto in considerazione. Motivo per cui una delle priorità di ogni struttura è l’attivazione di un piano di Business Continuity, il cui fine è proprio permettere – in forma proattiva – la continuità di tutti o di una parte dei servizi (quelli core) nel caso sopraggiungano eventi imprevisti e potenzialmente dannosi. Un efficiente Business Continuity Plan, che quindi non riguarda unicamente l’infrastruttura IT, è prioritario perché garantisce solidità, resilienza e capacità di fronteggiare a testa alta le avversità, di qualsiasi natura esse siano.

A ben vedere, il caso di Fiumicino è esso stesso un esempio di Business Continuity: alla fine i passeggeri sul volo ci sono saliti e l’aereo è partito, ma è parimenti palese che, a 2019 ormai inoltrato, ci si aspetti una soluzione più rapida e un po’ meno drastica. Anche perché, in tanti altri casi, l’interruzione di un servizio, della produzione o di un’altra attività core avrebbe potuto avere impatti gravi sulla produttività, sull’efficienza e, alla fine, sui conti dell’azienda.

La soluzione è multifattoriale, cioè sta nella somma di diverse attività che vanno armonizzate e indirizzate verso un risultato comune: a livello più alto, che potremmo definire strutturale, c’è il piano di Business Continuity (BCP – Business Continuity Plan) di cui si è appena detto, una vera e propria metodologia che, partendo da una visione olistica del business aziendale e dall’analisi dei processi, definisce – a livello strategico, tattico e operativo – le misure da adottare per contrastare il possibile verificarsi di eventi dannosi.

A livello più specifico, cioè relativo all’infrastruttura e ai servizi IT, la sicurezza è anche qui la somma di diversi fattori: per esempio, c’è sicuramente bisogno di un piano di Disaster Recovery, che a differenza della Business Continuity ha invece un approccio reattivo e viene impiegato per ripristinare, nel minor tempo possibile, sistemi e servizi IT a seguito di guasti e anomalie. Qualora ci si avvalga di servizi erogati da un data center esterno, è poi fondamentale che quest’ultimo possa garantire ottime performance e massima resilienza: a tal fine, una certifica Tier IV dell’Uptime Institute assicura un’infrastruttura totalmente ridondante e con doppio percorso di distribuzione sempre attivo, per una disponibilità media dell’anno pari al 99,995%, un punto di partenza eccellente su cui costruire le proprie strategie di continuità operativa.

In sostanza, gli strumenti per lavorare senza interruzioni ci sono. E per quanto l’evento imprevedibile sia sempre dietro l’angolo, per contrastarne gli effetti bisogna giocare d’anticipo, avere i rimedi sempre a portata di mano e, soprattutto, poter contare su un’infrastruttura solida.