Alfabetizzazione finanziaria, quanto è stato fatto e quanto resta da fare

scritto da il 05 Settembre 2019

Pubblichiamo un post di Mari Miceli, analista giuridico. Mari svolge attività di ricerca in materia di dinamiche processuali penali. Autrice di pubblicazioni scientifiche, è membro del Comitato revisori di @camminodiritto – 

Alfabetizzazione finanziaria e scuola. Premessa: ogni cittadino è chiamato a compiere nel corso della propria vita scelte che incidono sulla propria sfera economica. Sono decisioni che inevitabilmente ricadono sulla qualità di salute presente e futura di ognuno di noi e che richiedono attitudini e competenze adeguate.

La consapevolezza, infatti, delle scelte economiche è decisiva per il benessere finanziario dei cittadini, ma per far sì che sia risolutiva o almeno efficace nel migliorare il loro benessere è necessario che questa sia impregnata di competenze, capacità e attitudini fondamentali per compiere scelte economiche informate.

In tale ottica l’OCSEInternational Network on Financial Education (OCSE – INFE, 2015) ha esortato le istituzioni pubbliche a fornire ai singoli cittadini gli strumenti utili per facilitare l’apprendimento di competenze economiche. In tal senso si è espressa anche la CONSOB, l’autorità italiana per la vigilanza dei mercati finanziari, spingendo verso la creazione di una ‘piattaforma di servizi educativi’ per il cittadino, volta all’acquisizione di comportamenti di economia sostenibile per colmare il basso livello di alfabetizzazione finanziaria [Ed. Fin.n.1\2019]

Le iniziative di financial literacy
Con la legge n.15 del 2017 si è promossa, quindi, l’istituzione della “Strategia nazionale per l’educazione finanziaria”. Tale iniziativa ha formalizzato la necessità di coordinare le innumerevoli attività del mondo bancario e assicurativo verso una prospettiva di maggiore formazione più che d’informazione. L’assunto di partenza è che i futuri e attuali insegnanti non hanno livelli di conoscenze e competenze economiche e finanziarie adeguate per formare le nuove generazioni verso una cultura economica.

In Italia le iniziative di financial literacy sono promosse dal sistema bancario e assicurativo sia come finanziatore che come erogatore diretto. Tali iniziative non hanno prodotto però i risultati sperati, almeno con riferimento all’efficacia sulla popolazione, poiché la loro portata generalista non è adeguata alle esigenze dei diversi destinatari.Sulla scorta di tale mancanza informativa e formativa, la menzionata legge n.17/52017, ha promosso il progetto “Educazione finanziaria nelle scuole”, realizzato da Banca d’Italia e patrocinata dal MIUR, con l’obiettivo di introdurre la financial education nei programmi scolastici.

Nell’ambito del sistema dell’istruzione e della formazione è di grande rilievo il progetto Edufin CPIA (Centri provinciali istruzione degli adulti) avviato nell’anno scolastico 2016-2017 dalla Rete Italiana Istruzione degli Adulti in collaborazione con il MIUR rivolto agli adulti che frequentano i corsi dei Centri Provinciali di Istruzione (Refrigeri, 2017). Si tratta del primo progetto di inclusione dell’educazione finanziaria nell’offerta formativa nella scuola per contrastare in modo sistematico la financial illiteracy (in italiano possiamo anche chiamarla ignoranza in materia finanziaria) degli adulti italiani.

Attualmente sono coinvolti nel progetto la quasi totalità dei CPIA (97) e oltre 2.200 adulti come discenti. Dall’anno scolastico 2018-2019 è stato inoltre avviato il progetto Edufin Docenti che prevede un’attività di formazione in aggiornamento per i docenti dei CPIA sugli aspetti dell’economia e della finanza considerando i docenti come adulti componenti di un nucleo familiare.

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Scuola e alfabetizzazione finanziaria: il progetto CONSOB
La necessità di avviare un percorso di conoscenza degli effettivi livelli di alfabetizzazione sia economica che finanziaria degli insegnanti della scuola italiana nasce dalla volontà di colmare un vuoto. A oggi, infatti, almeno da quanto si è potuto costatare, non sono disponibili specifiche rilevazioni e analisi sul mondo degli insegnanti, i quali, quindi sono solamente ricompresi in quelle realizzate sulla popolazione adulta. La legge n.107 del 2015 – conosciuta come Buona Scuola – prevede degli obiettivi formativi prioritari (art.1, c.7, lettera d) nel far crescere gli studenti nell’ottica di una cittadinanza attiva.

In tale prospettiva il nostro Paese, come altri Paesi sviluppati, si è dotato di un programma volto alla divulgazione di nozioni economiche sui diritti e doveri dei risparmiatori – investitori ma anche al fine di favorire lo sviluppo a una attitudine corretta nelle decisioni economiche.

Muovendo da tali premesse il Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale (Comitato EDUFIN) istituito proprio del MEF Il Ministero dell’economia e delle finanze) nell’agosto 2017 in collaborazione con la CONSOB ha dato avvio a un progetto pilota in Lombardia. Il progetto si è articolato nella distribuzione di moduli di sondaggio con domande inerenti la gestione finanziaria in circa 27 scuole per cercare di capire fino a che punto arriva l’alfabetizzazione economica.

I risultati sono stati per certi versi abbastanza controversi, poiché è emersa una forte propensione a spendere o a risparmiare solo con un obiettivo preciso di spesa e che addirittura, se le entrate sono occasionali, c’è meno propensione al risparmio. Inoltre l’educazione finanziaria è vista più come strumento di gestione delle finanze che non quale strumento di sviluppo e investimento. Abbastanza equamente distribuita la pressione genitoriale, nel senso che molti percepiscono l’incitamento dei genitori a gestire oculatamente il denaro, così come una buona percentuale sostiene che con le opportune direttive potrebbe imparare a gestire meglio le proprie finanze.

MIUR, “Quello che conta”
Il Comitato per la Programmazione e il Coordinamento delle Attività di Educazione Finanziaria, hanno messo in rete il nuovo portale inerente, le attività di educazione finanziaria, assicurativa e previdenziale dal titolo quanto mai esplicativo: “Quello che conta”, il Comitato si pone come obiettivo quello di sensibilizzare e informare i cittadini a una maggiore consapevolezza finanziaria e dei mezzi che si hanno a disposizione per la tutela e gli investimenti. Il portale si articola su 5 consigli, 7 cose da sapere e 12 guide sui rischi che ci possono essere nel campo della gestione finanziaria con in più un glossario indispensabile per orientarsi nell’astruso mondo del linguaggio economico.

I contenuti del portale sono curati dal Comitato per la programmazione e il coordinamento delle attività di educazione finanziaria, di concerto con amministrazioni centrali dello Stato, autorità indipendenti e rappresentanze dei consumatori (Ministero dell’economia e delle finanze, Ministero dell’istruzione dell’università e della ricerca, Ministero dello sviluppo economico, Banca d’Italia, Consob, Ivass, Covip, Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, Organismo di vigilanza e tenuta dell’albo dei consulenti finanziari). Il Comitato si avvale della partecipazione di undici membri ed è presieduto da un direttore, nominato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze d’intesa con il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Il tutto senza emolumenti.

Conclusioni
Quanto fin qui esposto, ci consente di confermare che gli unici elementi di alfabetizzazione finanziaria di base sono acquisiti in modo informale. Se chiedessimo, ad esempio, ad un singolo cittadino come si forma il prezzo del prodotto, la sua risposta sicuramente non sarebbe la diretta conseguenza di un processo formale di apprendimento ma piuttosto di vita quotidianamente acquisita. Ciò che si auspica è la necessità di intervenire nei luoghi formali dei futuri cittadini e docenti ed evitare di proseguire a formare generazioni di giovani privi di cultura economico-finanziaria. L’obiettivo sarebbe di rendere i ragazzi consapevoli delle dinamiche economiche e finanziarie della società al fine di poter prendere decisioni efficaci nei diversi ambienti di vita, attraverso l’uso razionale delle proprie risorse, promuovendo una cittadinanza più consapevole in senso strettamente economico.

Twitter @micelimari_1