MES e OMT: è sempre l’ora di un bazooka della BCE?

scritto da il 25 Maggio 2020

 

“The ECB is ready to do whatever it takes to preserve the Euro”

Ci sono frasi che rimangono nella storia e certamente questa di Mario Draghi, pronunciata nell’estate del 2012, nel mezzo della crisi dei debiti sovrani, è una di quelle. Sappiamo tutti che Draghi salvò l’euro in quell’occasione, ma di cosa stiamo parlando concretamente?

Outright Monetary Transactions (OMT)
In quella sede, Draghi stava annunciando la creazione delle Outright Monetary Transactions (OMT). Le OMT sono uno strumento di politica monetaria di cui la Banca Centrale Europea dispone dall’agosto 2012. A livello pratico, con le OMT la BCE può acquistare illimitatamente sul mercato secondario il debito pubblico di un Paese membro che sta fronteggiando difficoltà finanziarie, fornendo così un potente scudo contro lo spread. Lo scopo è dunque quello di evitare il ripetersi di situazioni di fortissima tensione sul costo del finanziamento del debito pubblico dei paesi europei, garantendo che nessuno perda accesso al mercato e che, al contempo, il meccanismo di trasmissione della politica monetaria continui a funzionare correttamente. L’introduzione delle OMT ha, peraltro, completato un importante tassello mancante dell’unione monetaria, permettendo di fatto alla BCE di agire da prestatore di ultima istanza.

Ci sono delle condizioni però: per beneficiare delle OMT, il Paese in questione deve essere inserito all’interno di un programma del Meccanismo Europeo di Stabilità, il vituperato MES. In particolare, è necessario che siano presenti le stringenti condizionalità macroeconomiche alternativamente del programma di aggiustamento macroeconomico del MES o della Enhanced Conditions Credit Line (ECCL) ovvero la linea di credito precauzionale cosiddetta rafforzata, purché questa preveda la possibilità, da parte del MES, di effettuare acquisti sul mercato primario.

La logica sottostante questa combinazione di MES e OMT è quella di garantire, attraverso il primo, la sostenibilità del debito pubblico dello Stato in questione, che implementa le necessarie riforme in cambio dei finanziamenti del MES, e, grazie al secondo, il contenimento del costo del finanziamento del debito pubblico nonché un corretto accesso al mercato.

Pandemic Crisis Support
Ci spostiamo avanti nel tempo di otto anni per arrivare alla crisi odierna. Com’è noto, il MES è uno dei pilastri dell’azione europea per fronteggiare la crisi economica post-covid19: con la creazione del nuovo strumento, il Pandemic Crisis Support, il fondo mette a disposizione di ciascuno Stato membro prestiti fino al 2% del PIL, per una potenza di fuoco complessiva di 240 miliardi di euro. La principale caratteristica di questo strumento è la totale assenza di condizionalità di tipo macroeconomico, in quanto l’unico obbligo è utilizzare il prestito concesso per spese dirette e indirette legate all’emergenza sanitaria.

Viene dunque da chiedersi se il Pandemic Crisis Support soddisfi i requisiti della BCE per attivare le OMT. Da un lato, la nuova linea di credito, pensata per fronteggiare l’emergenza sanitaria, si configura come ECCL e include la possibilità che il MES compri sul mercato primario, e dunque rientra nelle tipologie di programmi del MES che consentono l’utilizzo delle OMT. D’altra parte, l’assenza di condizionalità macroeconomiche e l’applicazione di una sorveglianza standard sui conti pubblici non sembrano fornire sufficienti garanzie per l’attivazione del “bazooka” della BCE.

Il presidente della Bce, Christine Lagarde

La presidente della Bce, Christine Lagarde

Un’ambiguità voluta?
La questione è tutt’altro che chiara, ma forse è bene così: attorno all’utilizzo delle OMT c’è un’ambiguità che potrebbe bastare come deterrente per placare i mercati. Infatti, è importante sottolineare che le OMT non siano finora mai state utilizzate, nonostante diversi Paesi abbiano acceduto al MES in passato. Tuttavia, nel 2012 il loro solo annuncio è stato sufficiente per abbassare alcuni spread sovrani di oltre 200 punti base.

Va inoltre sottolineato che la decisione di attivare le OMT può essere presa dal Consiglio dei Governatori della BCE in pochi minuti. Pertanto, l’ipotesi più plausibile è che con il Pandemic Crisis Support si siano creati i presupposti legali per attivare le OMT se necessario, con la BCE che monitorerà con attenzione l’evoluzione del mercato del debito sovrano in tal senso. Peraltro l’istituto di Francoforte sta già fornendo supporto ai Paesi membri, acquistando massicciamente titoli di Stato con il potente Pandemic Emergency Purchase Programme.

Infine, la Banca Centrale Europea, che negli ultimi anni ha sempre agito con un necessario interventismo nel contesto di un certo immobilismo di altre sedi europee, riguardo l’utilizzo delle OMT dovrà certamente fare attente valutazioni di tipo legale e politico. È noto a tutti il verdetto della Corte costituzionale tedesca del 5 maggio scorso che mette pressione sulla BCE chiedendo chiarimenti circa il suo programma di acquisti di titoli di Stato iniziato nel 2014, il Quantitative Easing. Benché la Corte si stia riferendo appunto al programma di acquisti iniziato oltre cinque anni fa e l’ultima parola riguardo le azioni della BCE spetti solo alla Corte di Giustizia dell’UE, indubbiamente il verdetto pone non poche incertezze sulle future azioni della BCE e sul già citato Pandemic Emergency Purchase Programme. L’effetto del verdetto tedesco è ancora poco chiaro ma potrebbe rendere ancora più impervia la strada per un’eventuale attivazione delle OMT.

Giulio Milanesi