Patriottismo a parte, ecco i possibili rischi del BTp Futura

scritto da il 07 Luglio 2020

Autore di questo post è Costantino Forgione, consulente finanziario –

Gli italiani sono grandi risparmiatori: la ricchezza privata italiana ammonta a circa 10.000 miliardi di euro tra immobili ed attività finanziarie ed è tra le più elevate al mondo se rapportata alla popolazione. Sui conti correnti italiani giacciono circa 1.600 miliardi non investiti, un importo pari al 65% del debito pubblico. Nonostante la grande ricchezza privata, la cultura finanziaria degli italiani è tra le più basse al mondo ed è al penultimo posto tra i paesi del G20 (G20/OECD 2020).

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La scarsa cultura finanziaria causa costi elevati in termini di scelte finanziarie sbagliate che fanno perdere denaro, o mancate scelte che non consentono di beneficiare della crescita economica globale (la liquidità sui conti correnti).

L’attuale politica del Governo volta ad accrescere la quota di debito detenuta dalle famiglie italiane è facilitata dalla limitata cultura finanziaria di queste ultime e dalla incapacità di valutare correttamente i rischi derivanti da una maggiore esposizione nei confronti del paese in cui si risiede ed in cui si è già estremamente esposti.

I cittadini non sono consapevoli della concentrazione del rischio derivante dall’investimento nei titoli pubblici italiani.

Il Tesoro dovrà rifinanziare un debito crescente in un contesto di profonda contrazione dell’economia che ne metterà sempre più a rischio la sostenibilità. L’investitore che, per ora, assicura il rifinanziamento del debito italiano mantenendo lo spread sotto controllo è la BCE. Superata la crisi questo sostegno potrebbe assumere forme e condizionalità diverse dalle attuali.

È quindi cruciale per il Governo coinvolgere maggiormente i risparmiatori italiani (e la loro ricchezza) nella sottoscrizione dei nostri Titoli di Stato per renderci meno dipendenti da BCE e investitori stranieri.

Con questa finalità viene proposto il nuovo BTP Futura, un titolo decennale con una struttura cedolare fatta apposta per invogliare i risparmiatori meno avveduti, prevedendo cedole crescenti ed un “premio” legato alla crescita del PIL, pagato a scadenza a chi avrà detenuto il titolo per tutta la sua durata.

Il BTp decennale standard rende attualmente l’1,26%, le cedole del BTP Futura renderanno l’1,28%, una differenza irrilevante per un rendimento che sarà raggiunto solo se il risparmiatore riuscirà a percepire le cedole più elevate pagate negli ultimi anni di vita del titolo: il meccanismo di cedole crescenti è concepito per invogliare i risparmiatori a tenere il titolo per 10 anni, proprio per non rinunciare alle maggiori cedole finali.

Al rendimento cedolare si aggiungerà un “premio fedeltà” legato all’andamento del PIL e compreso tra 1% e 3%, laddove il 3% sarà pagato nell’ipotesi che il PIL italiano aumenti mediamente nella stessa misura per i prossimi 10 anni.

L’andamento storico del Debito e del PIL italiano è il seguente:

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Dalla crisi del 2008 il Debito è aumentato da circa 1.750 a 2.400 miliardi di euro (+37%) mentre il PIL è cresciuto molto meno, passando da 1.650 a 1.800 miliardi (+9% o 0,8% all’anno). 
Conseguentemente il rapporto Debito/PIL è aumentato dal 105% del 2008 all’attuale 135%, per arrivare al 165% atteso per il 2021.

Nonostante le promesse governative di “riforme” che faranno ripartire l’economia, appare difficile che il PIL possa improvvisamente aumentare dallo 0,8% medio annuo dell’ultima decade al 3% nella prossima: è quindi improbabile che il “premio fedeltà” ammonti al 3%, riducendosi verosimilmente all’1% minimo garantito, un modesto 0,1% annuo che porterebbe il rendimento finale all’1,38% (trascurando il time value).

A questi bassi livelli di rendimento lordo la ritenuta fiscale e l’imposta di bollo cominciano ad avere un impatto significativo sui rendimenti netti: l’1,38% minimo a cui guarda il risparmiatore medio diventerà 1,208% dopo la ritenuta fiscale e 1,008% dopo l’imposta di bollo. È una decurtazione significativa su un rendimento già modesto ed un capitale immobilizzato per 10 anni. In ogni caso, molti sottoscrittori non terranno il BTp Futura per 10 anni, perdendo il diritto al premio finale ed incassando le cedole iniziali più basse ottenendo così, in costanza di prezzo, un rendimento inferiore a quello del BTp standard.

Il BTp Futura viene emesso in un contesto di tassi di interesse e spread BTP/Bund vicini ai minimi storici grazie al Quantitative Easing della BCE: nei prossimi anni, superata la crisi, ci si attende un aumento dell’inflazione e, conseguentemente, un irrigidimento della politica monetaria.

L’andamento recente del rendimento del BTP decennale è il seguente:

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Difficile ipotizzare che nel medio termine i tassi di interesse possano scendere ulteriormente rispetto agli attuali livelli (-0,5% sui depositi BCE), ed anche lo spread BTp/Bund è relativamente basso rispetto alla storia recente (170 punti base)

La durata decennale del BTp Futura lo rende molto sensibile ai movimenti dei tassi di interesse: un rialzo dell’1% nei rendimenti causerebbe un calo di prezzo del 9,4%.

Il credit rating della Repubblica Italiana è attualmente BBB/Baa3/BBB-, in calo costante da 30 anni ed ora appena al di sopra del livello “spazzatura” al di sotto del quale i maggiori investitori istituzionali non possono investire. Un ulteriore taglio del rating ci priverebbe di una importante quota di investitori che rifinanziano il nostro debito, con conseguenze potenzialmente gravi.

Per l’Italia i rischi di percorso sulla strada della ripresa sono diventati concreti, non trascurabili e dovrebbero essere tenuti ben presenti da chi decidesse di investire nel debito pubblico italiano.

Abbiamo visto i motivi che dovrebbero indurre ad estrema prudenza nei confronti del debito pubblico italiano: i risparmiatori a cui è indirizzato il nuovo BTp Futura hanno inevitabilmente già tutto in Italia, case, attività lavorativa, conti correnti, contributi pensionistici versati, una importante concentrazione di attività che necessariamente seguiranno le sorti del Paese.
Il Risparmio è l’unica risorsa che è possibile diversificare geograficamente.
Di “rischio Italia” ne abbiamo già fin troppo.

PS: Qualora la vostra banca vi consigliasse di acquistare il BTp Futura sappiate che le commissioni previste per l’intermediario sono dello 0,75%. 
Potrebbe trattarsi di un consiglio non del tutto disinteressato.