Euro digitale, italiani pronti ma attenzione a privacy e potere della Bce

scritto da il 04 Marzo 2021

Post di Andrea Isola*, General Manager di N26 Italia –

Nel corso degli ultimi mesi, il tema dell’euro digitale, ossia il progetto ideato dalla Banca Centrale Europea per la creazione di una moneta virtuale da introdurre nei 19 Paesi che utilizzano l’euro, si sta ritagliando un proprio spazio all’interno del dibattito pubblico, anche alla luce del fatto che, lo scorso 12 ottobre, la BCE ha lanciato una consultazione pubblica rivolta a cittadini, accademici, istituzioni finanziarie e pubbliche autorità per esprimersi sulle loro esigenze in tema di pagamenti e per offrire le loro indicazioni sui potenziali vantaggi di questa novità.

L’introduzione di una CBDC (Central Bank Digital Currency) anche in Europa si configurerebbe come un cambiamento piuttosto radicale per il sistema bancario europeo e per il rapporto tra i cittadini, le banche commerciali e la BCE. Avrebbe infatti un impatto notevole sulle abitudini quotidiane dei consumatori, che potrebbero utilizzare una moneta virtuale parallela alle banconote, con corso legale e garantito dalla Banca Centrale Europea, per i pagamenti nei Paesi aderenti alla zona Euro. L’ euro digitale consentirebbe inoltre per la prima volta ai privati cittadini di depositare denaro direttamente presso la Banca Centrale Europea, al di fuori quindi delle tradizionali banche commerciali.

Il funzionamento della valuta elettronica si avvicinerebbe a quello di una criptovaluta, essendo basata sull’emissione di denaro virtuale tramite blockchain e sulla sua conservazione in wallet digitali, anche se verrebbe implementato e controllato a livello centralizzato, tramite database gestito dalla Banca Centrale, dal governo o da Società terze riconosciute.

Sotto questo punto di vista, l’introduzione di un euro digitale è affine alla strategia di N26, da sempre favorevole ai pagamenti peer to peer, in quanto sinonimo di immediatezza, semplicità di utilizzo ed elevata user experience. Come indicato dalla BCE, inoltre, l’ euro digitale andrebbe ad integrare il contante, e non a sostituirlo, favorendo al contempo un’educazione alla digitalizzazione dei pagamenti per rendere più veloci le operazioni di acquisto e più semplice il tracciamento e il contenimento dei reati finanziari o del fenomeno dell’evasione, altri temi a cui N26, insieme agli altri player del settore bancario, presta chiaramente particolare attenzione. Questo si inserisce anche nella volontà dei Governi europei di favorire una maggiore tracciabilità e trasparenza dei pagamenti per la lotta all’evasione fiscale, riducendo l’utilizzo del contante, utilizzato ancora per oltre il 70% delle transazioni che avvengono in UE.

La sensibilità dei consumatori in tema di pagamenti digitali sta comunque crescendo notevolmente anche in Paesi tradizionalmente più restii all’innovazione, come l’Italia. Un esempio in questo senso è il successo riscosso dal lancio del programma di cashback da parte del Governo, che, dopo l’esperimento del periodo natalizio, sta continuando per la prima metà di quest’anno con ottimi risultati. Credo quindi che gli italiani siano sempre più pronti ad accogliere una valuta digitale, soprattutto laddove questa possa portare diretti vantaggi nei loro confronti. Inoltre, la valuta digitale creerebbe probabilmente anche ulteriore coesione in termini di politica economica e regolamentare in Europa. Anche dal punto di vista delle autorità di vigilanza finanziaria, il tema risulta sempre più sentito, come dimostra un sondaggio della Bank of International Settlement condotto tra 66 banche centrali, secondo cui l’80% di esse sta lavorando su un progetto per la creazione di valute digitali.

Per un’azienda come N26, tra i pionieri del mondo fintech, non sarebbe problematico adeguarsi a questa novità, avendo una struttura più agile e meno soggetta a vincoli rispetto a quella delle incumbents e rivolgendosi già a un target abituato all’utilizzo degli strumenti digitali per la gestione delle finanze personali. L’ euro digitale sarebbe inoltre un’ottima opportunità per noi per proseguire i programmi di educazione finanziaria che abbiamo già intrapreso, accompagnando i consumatori nell’adozione del nuovo mezzo, oltre a poter aprire la strada per un uso più esteso della CBDC verso banche, imprese e cittadini.

All’interno del momento attuale di confronto, N26, tra i protagonisti del mondo challenger bank a livello globale, è sicuramente interessata ad offrire il suo contributo e spunti di riflessione in materia di creazione e gestione dell’ euro digitale alle diverse autorità e organismi coinvolti, dato che, essendo N26 presente in 24 Paesi europei, quello dell’ euro digitale è un tema che riguarda da vicino il nostro business e le nostre prospettive di sviluppo aziendale.

La sala riunioni della Banca Centrale Europea a Francoforte

La sala riunioni della Banca Centrale Europea a Francoforte

Tuttavia, data la fase ancora di discussione preliminare, risulta prematuro fare considerazioni precise sulla futura struttura e sulle caratteristiche della valuta digitale europea, anche perché si stanno e si dovranno affrontare alcuni temi delicati, come quello della gestione della privacy nel tracciamento dei pagamenti e la necessità di evitare una concentrazione sproporzionata di potere nella Banca Centrale. Quello che sicuramente auspichiamo è che, al termine delle necessarie riflessioni, il risultato sia in grado di offrire ai consumatori europei una tecnologia semplice e di immediato utilizzo, principi sui quali abbiamo costruito tutta la nostra filosofia e i nostri prodotti.

In conclusione, se devo pensare a come potrebbe essere una banca nel 2025, sono convinto che, in essa, la digitalizzazione rivestirà un ruolo cruciale per rendere i servizi più paperless, più efficienti, più customer friendly e le operazioni più veloci e con minori costi, in termini sia di tempo che economici. Questo perché, in un mondo che diventa sempre più globale, è importante che i sistemi di pagamento possano offrire ai consumatori alti standard di sicurezza e il più ampio ventaglio di scelte possibile.

Allargando la visuale, credo che la trasformazione del mondo bancario nei prossimi anni rifletterà le caratteristiche della futura realtà quotidiana, in cui si farà un uso pervasivo degli strumenti digitali, anche sulla spinta dei trend emersi in questo periodo di emergenza pandemica. Posso quindi pensare, ad esempio, che le bollette, i biglietti per i trasporti, gli scontrini, i menù e per esempio gli attestati inerenti ai servizi educativi esisteranno solo in formato digitale, che la nostra carta sanitaria sarà contenuta in una app e che si diffonderanno servizi smart per la prenotazioni di posti e turni di prestazioni per evitare file e code.

Chiaramente, siamo ancora all’inizio di questo processo e occorrerà capire come considerare tutti gli aspetti operativi e come mitigare i possibili rischi, ma credo che la strada per una sempre maggiore familiarità con gli strumenti digitali in molteplici ambiti di vita sia già stata intrapresa con successo.

Leggi anche: Banking basics / Euro digitale, cos’è e come funziona

*Andrea Isola si occupa della crescita della banca digitale e delle sue offerte chiave sul mercato italiano. Andrea ha iniziato il suo percorso in N26 all’inizio del 2019, quando da New York City, dove era Principal di Bain & Company, si è trasferito a Milano, dove si trova la sede italiana di N26. Con oltre 14 anni di esperienza nella consulenza manageriale, Andrea dà il meglio di sé dove banking, finanza e tecnologia si incontrano. Nel corso della sua carriera ha aiutato alcuni dei maggiori esponenti dell’industria a istituire modelli di agile working e implementare complesse trasformazioni digitali. Andrea si è laureato in International Business alla Nottingham Trent University. È inoltre uno scrum master e product owner certificato.

*Post aggiornato il 19 aprile 2021