Crowdfunding +75%: un’opportunità per le imprese (femminili e culturali)

scritto da il 07 Luglio 2021

Con il crowdfunding, tramite piattaforme Internet abilitate, singole persone aderiscono ad un appello finalizzato alla raccolta di risorse per un progetto. Il termine richiama la saggezza delle folle teorizzata da Galton (secondo cui le valutazioni collettive convergono verso quantificazioni esatte) e lo strumento in sé poggia su alcune peculiarità, come la stimolazione di meccanismi sociali grazie all’omologazione positiva e alle cascate informative rese possibili con la rete (Pais, 2018).

Cosa è avvenuto del crowdfunding con la pandemia, che ha stravolto tanto il quotidiano ma anche la prospettiva del futuro di ciascuno? E vi sono ambiti ancora inesplorati per sfruttarne appieno le potenzialità?

Secondo Report Il Crowdfunding in Italia 2020, il settore ha raggiunto un tasso di crescita del 75 per cento (nelle figure seguenti il dettaglio).

Fonte: Starteed, 2021

Fonte: Starteed, 2021

Fonte: Starteed, 2021

Fonte: Starteed, 2021

Ricordando che l’adesione può avvenire secondo diverse possibili modalità: un prestito (lending based model); la sottoscrizione di quote del capitale di rischio di una società (equity based model); denaro in cambio di una ricompensa non monetaria come un prodotto o un servizio (reward based model) o una donazione (donation based model), su un ideale podio è la tipologia lending a raggiungere la migliore performance nell’anno (nella figura seguente i risultati raggiunti nel 2020 sul totale realizzato fino al 2020).

Fonte: Starteed, 2021

Fonte: Starteed, 2021

Per l’ambito equity, secondo il V Report italiano sul CrowdInvesting, in Italia risultano autorizzati 42 portali e le campagne di raccolta si riferiscono a 547 imprese diverse, con valori medi del target di raccolta pari a 192.481 euro (per i progetti immobiliari) e 804.914 euro (per i progetti non immobiliari).

Il mercato delle emittenti è ancora dominato dalle start-up innovative (+58 per cento nell’ultimo anno), cui seguono le PMI (+13 per cento), perlopiù posizionate in Lombardia (seguono Lazio e Emilia Romagna) e attive nei settori dei servizi di informazione e di comunicazione, che raccolgono capitale per obiettivi di investimento nel marketing e nel brand (49 per cento dei casi).

La piattaforma che ha raccolto più capitale è Mamacrowd (34 milioni). In media, ogni campagna riceve il sostegno di 96,2 investitori, per un importo medio investito di 3.222 euro per le persone fisiche e 20.000 per le persone giuridiche, che nel corso dell’ultimo anno è sensibilmente aumentato.

In ambito lending, invece, le piattaforme attive sono 17 (di cui 6 pro-consumer e 11 pro-business) e la raccolta ha registrato un aumento del 10 per cento nel prestito ai privati e del 113 per cento nel prestito alle imprese. Nel primo caso, le piattaforma leader sono Younited Credit , Smartika e Soisy, mentre per il prestito alle imprese si collocano sul podio Credimi Futuro, Borsadelcredito.it e October.

L’aspetto più sorprendente è il risultato positivo ottenuto dall’ambito donazioni, nonostante l’incertezza economica generata dalla pandemia. Soltanto nella prima settimana della crisi sanitaria, infatti un italiano su dieci ha visitato almeno una campana di raccolta, anche abbattendo barriere legate all’età o alla disponibilità economica (dati Vita, 2021) e, tra marzo e aprile 2020, oltre 13 milioni di italiani ha effettuato una donazione per l’emergenza Covid (dati Doxa, 2020).

Un’ideale podio delle piattaforme rispetto ai risultati di raccolta Donation&Reward mostra al primo posto Forfunding, con 9.769.674 euro, cui seguono Rete del Dono, con 4.204.389 euro, e Kendoo, con 3.555.975 euro (dati Starteed, 2020). Anche così, complessivamente, per far fronte al Coronavirus sono state attivate 975 iniziative, per un valore complessivo di 785,55 milioni di euro (dati Non Profit Philantropy Social Good).

IL CROWDFUNDING E LA PANDEMIA

Il crowdfunding quindi non solo ha “resistito” alla pandemia, ma anzi ha ottenuto risultati record ed è stato rivalutato come fonte di rapida liquidità per le imprese (più generalmente intervenendo dove i canali tradizionali di accesso al credito si sono dimostrati lenti) e soprattutto come strumento per realizzare obiettivi di risposta al Covid-19 da parte di ospedali ed organizzazioni non-profit.

Un risultato di questo tipo non era scontato, viste le contrazioni economiche che hanno caratterizzato l’ultimo anno e anche considerando che il crowdfunding incorpora rischi elevati, soprattutto per l’asimmetria informativa presente nell’operazione (una parte ha a disposizione maggiori dati ed elementi più precisi rispetto alla controparte) ed i possibili comportamenti opportunistici del soggetto finanziato (Osservatorio Entrepreneurship & Finance, 2020).

Il fatto che in epoca pandemica gli apporti al crowdfunding siano stati consistenti comunque conferma la letteratura scientifica (Burnett, 2016 e Camerer, 2003), secondo cui la spinta alla condivisione e l’emersione dell’altruismo si ritrovano storicamente e sperimentalmente soprattutto in momenti di avversità ambientale, come appunto quello per Covid-19.

Dal punto di vista empirico, la pandemia ha accresciuto una tendenza alla liberalità già radicata in Italia, visto che dai dati del Ministero dell’Economia risulta che, anche prima dell’epoca pandemica, le donazioni raggiungevano un tasso di crescita del +3,9 per cento annuo.

UN’OPPORTUNITÀ PER NUOVE FORME DI IMPRESA

Man mano che la pandemia supererà la fase di emergenza e si tornerà alla normalità, molti orientamenti prodotti o acuiti in virtù della straordinarietà ambientale potrebbero venire riassorbiti, come pure la crescita che si è registrata in ambito crowdfunding, sarà quindi ancor più interessante vederne le dinamiche nel prossimo anno.

Intanto, visto che il crowdfunding rappresenta anche uno strumento per promuovere nuove forme di impresa, potrebbe essere una leva per colmare il gap di genere nell’accesso ai finanziamenti.

Per l’accesso al credito, infatti, secondo l’Osservatorio dell’Imprenditorialità femminile di Unioncamere e InfoCamere, alle donne vengono chieste maggiori garanzie sia reali che di terzi, oltre che di solidità finanziaria e di crescita economica. Inoltre, le richieste esitano poi in tassi di rifiuto nell’8 per cento nel caso di imprese femminili contro un equivalente maschile del 4 per cento (su Econopoly ne abbiamo parlato ne abbiamo parlato qui).

Per cercare di invertire questa rotta -e più in generale incrementare il numero tuttora contenuto di imprese femminili sul totale- è stato ad esempio lanciato da iFundWomen il primo crowdfunding riservato alle imprenditrici, con programmi di coaching e lanci di progetti ideati da donne per corroborare la possibilità di accesso ai finanziamenti anche da parte delle imprese gestite da donne.

In più la raccolta fondi (anche estera) viene utilizzata ampiamente come forma di finanziamento anche dalle organizzazioni culturali, ma in Italia ciò non avviene, nonostante la consistenza del patrimonio culturale e la presenza turistica (430 milioni di presenze in epoca ante-Covid19 secondo i dati Istat.

Secondo i dati FIDAM-Federazione Italiana delle Associazioni Musei, infatti, tra le istituzioni culturali che contano su membership internazionali meno di un decimo sono italiane. I progetti culturali italiani che raccolgono donazioni negli Stati Uniti (tramite la piattaforma King Baudoing foundation) sono 32 quando ad esempio la Francia è presente con 85 progetti. Inoltre solamente 28 organizzazioni italiane si servono del sistema di donazioni transnazionali in Europa (Transnational Giving Europe), quando l’equivalente francese esorbita quota 200. Visto l’effetto del Covid19 sul settore culturale (su Econopoly, ne abbiamo parlato qui), corroborarne il finanziamento grazie al crowdfunding potrebbe essere in effetti una buona idea.