L’auto di proprietà è un must ma la mobilità “as a service” avanza veloce

scritto da il 06 Dicembre 2021

Post di Alessandro Astone, Country Manager per l’Italia di Stripe – 

Fino a pochi decenni fa i sistemi di mobilità e logistica erano fissi e soprattutto separati, con rigide regole operative per gestire la circolazione di merci e persone (ad esempio stazioni merci e fermate passeggeri). Di conseguenza, i consumatori avevano pochissimo controllo e influenza sul servizio di trasporto pubblico che sceglievano, a meno che non fossero disposti a pagare tariffe più elevate optando per un taxi o un’auto a noleggio. Dall’altra parte, gli operatori erano tenuti per legge a compiere sempre le proprie corse, indipendentemente dal fatto che qualcuno utilizzasse o meno il servizio in un determinato giorno.

Il concetto di “Mobility as a Service” (MaaS) nasce negli anni ’90 grazie alla volontà delle classi politiche di migliorare i sistemi di mobilità già esistenti, integrando informazioni intelligenti nei sistemi di viaggio. L’obiettivo è quello di fornire “soluzioni di viaggio totale” in grado di unire in un unico luogo percorsi di trasporto pubblico, orari, informazioni e servizi di biglietteria. Ma è solo dal 2014 che, grazie a un’ondata di innovazioni tecnologiche, viene resa possibile una convergenza efficiente dei sistemi di trasporto pubblico e privato.

La tecnologia al servizio della mobilità

Nuove infrastrutture e strumenti tecnologici a disposizione sia dei consumatori sia degli operatori – insieme alla sempre più crescente influenza di Internet – hanno reso possibile il rapido rimodellamento del modo in cui noi tutti pensiamo alla mobilità e ai trasporti, come:

la diffusa penetrazione degli smartphone su rete 3G/4G/5G, che ha consentito l’accesso alle informazioni in tempo reale (ad esempio disponibilità, orari e prezzi) riguardo tutte le modalità di trasporto, consentendo in particolare alle autorità di trasporto pubblico di ottimizzare i propri servizi;

la nascita di infrastrutture ad hoc e dei pagamenti tramite Mobile, che ha ridotto gli attriti e consentito agli operatori di offrire ai consumatori l’accesso ai servizi di trasporto senza dover spendere grandi quantità di denaro;

• la maggiore condivisione dei dati e la diffusione dell’Internet of Everything (IOE), che ha consentito l’integrazione di diverse analisi (ad esempio i dati sulla posizione e sul traffico, o il comportamento e le preferenze dei clienti) necessarie per far funzionare tutte le piattaforme MaaS;

• l’integrazione delle API in tempo reale, che ha comportato una maggiore collaborazione tra i diversi servizi di trasporto e i fornitori di infrastrutture (ad esempio, quelle app di trasporto pubblico che offrono servizi di car sharing), consentendo quindi una maggiore mobilità complessiva;

• la proliferazione del GPS per l’ottimizzazione del percorso.

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La ricerca Stripe – YouGov

I trasporti – sia che si tratti di fornitori di mobilità a supporto dei consumatori, sia di servizi logistici che operano per le aziende – oggi sono a tutti gli effetti un servizio “a due facce”, perché si muovono all’interno di un nuovo ecosistema costruito attorno alla comodità del consumatore, alle preferenze e all’efficienza dei costi.

Una ricerca Stripe – YouGov compiuta sui consumatori dei tre mercati più rilevanti in Europa per il settore (Regno Unito, Germania e Francia) ha evidenziato che il 42% degli europei preferirebbe utilizzare un’unica app integrata per gestire tutte le proprie scelte di trasporto. Inoltre, quasi un terzo del campione afferma che utilizzerebbe una gamma più ampia di servizi di trasporto se potesse gestire tutte le proprie scelte tramite un’unica app (30%), arrivando a quasi la metà nella Generazione Z (46%).

Non solo i consumatori ora hanno più scelta (grazie a una serie di nuovi schemi di condivisione), ma possono anche dire agli operatori di una vasta gamma di fornitori di servizi di trasporto esattamente cosa desiderano da quel tipo di servizio (per esempio orari di arrivo, punti di origine e destinazione, livello di comfort, flessibilità e prezzi che sono disposti a pagare). Mentre in precedenza la mobilità era focalizzata quasi esclusivamente su soluzioni di massa, oggi il mercato è guidato da soluzioni individuali che danno ai consumatori la libertà di personalizzare il proprio viaggio.

Inoltre, sta cambiando anche il modo in cui paghiamo i trasporti: sempre secondo la survey, il 34% degli europei preferirebbe usare un unico abbonamento mensile per tutti i servizi di trasporto piuttosto che pagare singolarmente ogni viaggio.

In questo senso incidono anche motivazioni “ambientaliste”: soprattutto la Gen Z, infatti,
afferma che utilizzerebbe i mezzi pubblici anche a causa dei benefici ambientali a essi collegati (30%).

Oltre i tradizionali modelli di proprietà: i servizi in abbonamento, su richiesta e la micromobilità

I servizi in abbonamento e su richiesta stanno rapidamente diventando la normalità, facendo quindi allontanare i consumatori dai veicoli di proprietà e dalle relative spese associate: dalle case automobilistiche che offrono soluzioni di car sharing (ShareNow, Volvo on Call) agli scooter e ciclomotori elettrici dockless disponibili al minuto (Voi, Felyx e Tier), passando per le app di logistica che aiutano le aziende di trasporto a ottimizzare l’efficienza dei loro camion (MAN RIO).

Alcune strategie messe in atto dalle autorità di trasporto pubblico e dagli operatori del settore, poi, sono ora in grado di fornire servizi ancora più integrati. I fornitori di servizi pubblici, per esempio, riconoscono la necessità di personalizzazione e convenienza del viaggio stesso, e adottano di conseguenza un approccio collaborativo per lavorare con gli attori del settore (come micromobilità e car sharing). Il consolidamento dei servizi sta portando sempre di più a un’esperienza utente maggiormente unificata (la principale azienda di trasporto pubblico di Berlino, la BVG, ha collaborato con la piattaforma di mobilità Trafi per lanciare Jelbi, il più grande servizio MaaS al mondo).

Nonostante i progressi compiuti in questo senso, però, secondo la ricerca di Stripe e YouGov le persone sono ancora propense a possedere un’auto per motivi legati alla comodità (61%) e al senso di libertà e indipendenza che comporta (65%); l’acquisto del veicolo legato a motivazioni riguardanti lo status sociale sta invece lentamente scomparendo (6%).

Dall’altro lato, il 42% dei fornitori di micromobilità (tra tutti bici, monopattini elettrici e segway) cita preoccupazioni in merito alla sicurezza, mentre un terzo di loro si palesa preoccupato per il minor spazio su strade e marciapiedi a causa della sempre più invasiva presenza delle docking station.

Man mano che ci avviciniamo a un ecosistema più connesso, infine, stanno iniziando a emergere nuove partnership per competere sul piano della connettività: Volvo ha annunciato una collaborazione con Netflix per consentire lo streaming live durante gli spostamenti, e Uber si integra ora con i principali software aziendali per aggiungere alla sua app orari e indicazioni del trasporto pubblico. In questo senso, però, innovazione non fa rima con startup: riguardo il futuro della mobilità, solo l’11% degli intervistati afferma che prenderebbe in considerazione di rivolgersi a una startup per servizi di mobilità alternativa.