Sviluppo sostenibile, la sfida più grande per il sistema Paese in Italia

scritto da il 18 Febbraio 2022

Post di Mario Angiolillo, direttore dell’Osservatorio Relazioni EU-UK-USA di The Smart Institute. Esperto di tematiche geopolitiche e di relazioni internazionali, svolge attività di advisory per diverse società con particolare riferimento agli impatti e alle opportunità offerte da Brexit –

Lo sviluppo sostenibile rappresenta a livello globale, e quindi anche per il nostro Paese, la grande sfida dei prossimi anni, sull’onda dell’Agenda ONU 2030 sullo sviluppo sostenibile. L’Agenda ONU 2030, approvata nel settembre 2015 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, consta in 17 obiettivi e 169 traguardi specifici finalizzati a combattere la povertà, proteggere il Pianeta e garantire prosperità e pace, andando ad armonizzare gli interventi relativi a crescita economica, inclusione sociale e tutela dell’ambiente.

Mirando, così, ad un cambio di prospettiva che permetta di guardare allo sviluppo come ad una condizione globale che consideri diversi aspetti della vita dell’uomo e della vita del pianeta.

Obiettivi Agenda ONU 2030 (cliccare sulla figura per ingrandire)

Obiettivi Agenda ONU 2030 (cliccare sulla figura per ingrandire)

L’UE è fortemente impegnata nell’attuazione dell’Agenda ONU 2030, essendo lo sviluppo sostenibile obiettivo previsto nel Trattato sull’Unione Europea all’art. 3.
La stessa Agenda strategica 2019-2024 dell’UE declina l’obiettivo di costruire un’Europa verde, equa, sociale e a impatto climatico zero.

Il report 2021 sullo sviluppo sostenibile in Europa, ad opera del team di esperti indipendenti del SDSN e dello IEEP, evidenzia a partire dal 2015 un trend positivo nel percorso finalizzato al raggiungimento degli obiettivi di Agenda 2030, grazie agli interventi messi in campo a livello comunitario e dai singoli Stati.

Pur nella consapevolezza che è ancora tanta la strada da percorrere.

Nel 2020, poi, per la prima volta si è assistito non ad una crescita ma ad una leggera flessione dovuta alle crisi sanitaria ed economica conseguenti alla pandemia da Covid-19. Secondo questo report, fatto 100 il conseguimento pieno di tutti gli obiettivi, l’Italia si attesta oggi al 23mo posto su 34 con una percentuale di raggiungimento degli obiettivi pari al 68,50%.

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Bruxelles ha inoltre da subito assunto un ruolo di guida per quanto attiene la sostenibilità ambientale, facendosi promotore degli obiettivi sanciti negli Accordi sul clima raggiunti a Parigi, finalizzati al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050, e poi rilanciati dalla recente riunione della Conferenza sui cambiamenti climatici, la COP 27, tenutasi a Glasgow lo scorso novembre.

Anche il nostro Paese, in questo contesto, sta orientando degli sforzi nel favorire azioni finalizzate allo sviluppo sostenibile, e molti degli interventi previsti nel PNRR vanno proprio in questa direzione, ad esempio per quanto riguarda le missioni relative a inclusione e coesione, rivoluzione verde e transizione ecologica, infrastrutture per una mobilità sostenibile.

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L’Italia ha compiuto un ulteriore passo in avanti mediante la trasformazione, a partire dal 1 gennaio 2021, del Comitato Interministeriale per la programmazione economica, il CIPE, in Comitato Interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile, il CIPESS, con l’obiettivo dichiarato di un nuovo orientamento verso un’economia che ponga al centro la sostenibilità e la transizione ecologica.

Molto importante è stata la Direttiva del 7 dicembre 2021 del Presidente del Consiglio, e Presidente del Cipess, Mario Draghi, su proposta di Bruno Tabacci, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al coordinamento della politica economica e Segretario del Cipess.

Tale Direttiva indica che le Amministrazioni componenti il Cipess promuovano investimenti coerenti con gli obiettivi di sviluppo sostenibile, e che venga predisposta una procedura, con indicatori chiari e misurabili, che permetta di valutare ex ante, già in fase di programmazione e progettazione, l’apporto atteso in relazione al raggiungimento di questi obiettivi e di verificarne ex post i risultati conseguiti.

Si tratta di un profondo cambiamento per la Pubblica Amministrazione, che dovrà orientare alla sostenibilità ed ai principi dell’Agenda ONU 2030 i piani e le decisioni di investimento pubblico.

E la progettazione e la realizzazione degli interventi del PNRR ne saranno la prima grande prova.

Foto di Cherie Birkner su Unsplash

Foto di Cherie Birkner su Unsplash

La direzione in questo modo intrapresa è quella corretta, sia per la sua ricaduta tecnica in termini di orientamento nelle scelte di investimento pubblico, sia perché finalizzata ad una forte sensibilizzazione e ad un cambio di mentalità verso il tema dello sviluppo sostenibile.

E questo si inserisce inoltre in un contesto più ampio quale quello educativo.
Se da una parte, infatti, è primario il tema delle risorse da impiegare, poiché è innegabile che le azioni da intraprendere per raggiungere gli obiettivi attesi in tema di sviluppo sostenibile abbiano nel breve periodo dei costi per gli Stati e per le loro economia, d’altra parte è evidente come un efficace e concreto orientamento allo sviluppo sostenibile, ad esempio in tema di sostenibilità ambientale e transizione ecologica, passa anche per un cambiamento di abitudini dei cittadini, per cui l’educazione e l’orientamento alla sostenibilità, a tutti i livelli, rappresenta una sfida determinante per il nostro Sistema Paese.

Twitter: @DottAngiolillo

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