Bitcoin e sistema decentralizzato: realtà o sogno infranto?

scritto da il 21 Aprile 2022

Post di Emanuele Ricco, fisico e trader quantitativo –

Crypto, blockchain e bitcoin, termini entrati in maniera dirompente nel lessico quotidiano divenendo fautori di una rivoluzione tecnologica riconosciuta dal Collins Dictionary, che li ha inseriti nella classifica dei vocaboli più utilizzati durante l’anno 2021. La gran parte di blockchain come Bitcoin o Ethereum, da non confondere con le omonime criptovalute, permettono a chiunque sia in possesso di una connessione internet di visualizzare l’entità delle transazioni riportate e l’identità di chi ha effettuato lo scambio di denaro, garantendone la tracciabilità.

La filosofia di Satoshi Nakamoto di un sistema decentralizzato totalmente slegato dalle banche è stata però rispettata in parte, poiché quasi il 75% del volume totale di valute quali Bitcoin viene scambiato fra piattaforme di exchange online come Binance, Kraken o Coinbase. Queste società di scambio funzionano in modo molto simile agli istituti di credito tradizionali, poiché il cliente deve effettuare una procedura di identificazione per aprire l’account, non essendo inoltre in possesso diretto del suo denaro perché conservato in portafogli online gestiti dalle piattaforme stesse. La centralizzazione tanto decantata nella retorica odierna da parte di fondatori di startup in campo blockchain e guru tecnologici sul web risulta quindi essere un falso mito propagandato per un mero fine pubblicitario.

Molti possessori attuali di Bitcoin hanno investito nella moneta durante i suoi primi anni di vita, non liquidando le proprie posizioni a causa della sua natura deflattiva che ne incentiva l’accumulazione, poiché la quantità massima in circolazione è di 21 milioni. I grandi holder sono inoltre consapevoli che una vendita dei propri asset potrebbe provocarne un crollo repentino del prezzo, avendo il mercato totale delle criptovalute una dimensione pari a 3000 miliardi di dollari circa, di poco superiore alla capitalizzazione della sola Apple. Il mercato è però in forte crescita poiché a 13 anni dall’invenzione del Bitcoin il 10% della popolazione mondiale possiede criptovalute dopo un’indagine sugli utenti di internet di età fra i 16 ed i 64 anni, con l’Italia sotto la media con un 6.3%. La tendenza sembra quasi ricalcare la crescita del numero di persone che utilizzavano internet all’inizio degli anni ’90, mostrando quanto l’adozione di massa sia solo questione di tempo.

foto di Aleksi Räisä per Unsplash

foto di Aleksi Räisä per Unsplash

NFT & DeFi, rischi e problemi

L’intero ecosistema Blockchain ha subito una svolta inesorabile nel 2015 con l’avvento di Ethereum, protocollo sul quale si sono quindi sviluppati due grandi trend, NFT e DeFi grazie all’avvento degli Smart Contract. L’ascesa degli NFT è stata mirabolante sia dal punto di vista sociale, diventando per molti giovani un motivo per avvicinarsi al mondo della speculazione finanziaria e del collezionismo di arte, che economico, crescendo del 40 mila percento in termini di volume di mercato dal 2020 al 2021.

Il mondo della DeFi non è stato da meno, permettendo che il sogno recondito di Satoshi Nakamoto prendesse vita, dando possibilità agli investitori di scambiare denaro in forma decentralizzata e totalmente anonima, raggiungendo un valore complessivo di 220 miliardi di $ ad Aprile 2022. Lo sviluppo improvviso del mondo NFT & DeFi è dovuto all’espansione delle community informatiche, in forte crescita negli ultimi anni grazie a social networks come Twitter, Telegram e Discord. Queste piattaforme sono diventate terreno fertile per tutti coloro che vogliono confrontarsi riguardo ai nuovi trend del mercato, creando delle nicchie informative in cui unire la propria passione per gli investimenti alla discussione dei progetti presenti sul mercato.

I pericoli per i fruitori di servizi basati su Blockchain sono molteplici richiedendo consapevolezza da parte dell’utenza, che bilancia la possibilità di guadagni maggiori rispetto ad un investimento tradizionale in banca con rischi dovuti ad un sistema innovativo in continua evoluzione.

I rischi nel mercato delle criptovalute sono all’ordine del giorno, necessitando di una certa consapevolezza per discernere quali progetti siano sicuri e quali delle truffe. Sono infatti frequenti i fenomeni del ‘Pump and Dump’, in cui la community si accorda su gruppi Telegram decidendo di favorire una certa moneta, come la crypto legata alla serie televisiva Squid Game nel Novembre 2021, acquistandola in maniera compulsiva per accrescerne il suo valore per poi rivenderla improvvisamente. Il tranello è dietro l’angolo, poiché solo gli organizzatori di questo raggiro possono vendere la moneta al culmine del suo valore, guadagnando ingenti somme di denaro sulle spalle di incauti investitori.

Nuove prospettive per la Blockchain?

Un problema tuttora irrisolto da parte di Blockchain come Bitcoin o Ethereum è il loro algoritmo di consenso, ossia la procedura grazie alla quale viene immessa nuova moneta nella rete globale per mantenere il funzionamento globale. Entrambe le tecnologie fanno infatti uso del Proof of Work che richiede una voluminosa capacità computazionale e quindi un grande uso di energia per alimentare il sistema, tema di primo piano in un mondo sempre più interconnesso in cui la sostenibilità ambientale è al centro del dibattito pubblico. Lo sviluppo tecnologico procede quindi inesorabile costringendo un perfezionamento nella struttura alla base di questi protocolli con una prospettiva a breve termine, spingendo verso una modifica radicale degli algoritmi alla base del loro funzionamento. Nuove Blockchain come Solana o Algorand si avvalgono infatti della tecnologia Proof of Stake, che permette transazioni decisamente più veloci, con costi più limitati e minor dispendio di energia rispetto al Proof of Work, spingendo Ethereum ad adoperare questo meccanismo con un passaggio che avverrà fra il 2022 ed il 2023.

Nomi fantasiosi, programmatori geniali e creativi e pensiero liberale sono alcuni degli elementi fondanti nella filosofia delle crypto, spingendo sia i professionisti del settore che i singoli investitori a porsi una domanda assolutamente non banale; saranno in grado di imporsi come moneta parallela al denaro tradizionale? Ai posteri l’ardua sentenza.