Pneumatici: un mercato europeo in difficoltà, ma con la ruota di scorta

scritto da il 31 Maggio 2022

Post di Dario Dell’Acqua, Sales Specialist, BU Commercial Specialty Tires Replacement in Continental e corsista EMBA Ticinensis – 

Mentre il mondo osserva attonito la guerra in Europa, un’altra sfida si apre per il Vecchio Continente, e riguarda un mercato da 23 miliardi di euro e 160.000 lavoratori[1]: l’industria della gomma. Essa rappresenta infatti la quintessenza della dipendenza da fonti di approvvigionamento extra europee.

Quali sono le principali criticità del comparto?[2]:

1. Gomma naturale: le principali fonti di gomma naturale si trovano lontano dall’Europa, ed i tempi di messa a frutto delle coltivazioni sono insufficienti a coprire l’attuale tasso di crescita della domanda.

2. Carbon black: componente di origine fossile, alle cui mescole per pneumatici è destinato il 68% della produzione mondiale[3]. In Europa il fabbisogno era coperto per oltre un terzo dalla produzione russa, venuta improvvisamente a mancare. La restante produzione europea, già insufficiente, soffre dell’esplosione dei costi del gas, anch’esso russo, indispensabile per il ciclo produttivo[4].

3. Fibre sintetiche: derivate dal petrolio, soffrono tutti i mali del prodotto di origine.

4. Forti incrementi nei costi energetici[5] e di trasporto[6].

Quali scenari possiamo immaginare per questo mercato, fulcro della mobilità di merci e persone?

Nonostante l’estrema fluidità degli eventi, ipotizziamo una verosimile stabilità delle condizioni attuali:

Nel breve periodo l’effetto è facilmente prevedibile: i listini di vendita, già schizzati alle stelle, offrono una varietà fittizia di prodotti presenti solo sulla carta, lasciando ai consumatori la scelta tra quello che c’è, e non la possibilità di avere quello che desiderano[7]. La scarsità si riflette sui primi equipaggiamenti, ritardando la produzione di veicoli[8] e frenando questo mercato nella forte crescita post-pandemia. L’imposizione di dazi[9] e gli ingenti costi di trasporto rendono meno appetibile l’importazione degli ormai ex prodotti a basso costo: questi ultimi restano però competitivi nel prezzo di acquisto, e godono inoltre di un notevole vantaggio in termini di disponibilità. In particolare, alcune produzioni indiane si avvantaggiano oggi degli ingenti investimenti in produttività[10], tanto di prodotti finiti quanto di componenti[11], effettuati negli ultimi anni.

La diretta concorrenza europea, ovvero i secondary brand delle Case più blasonate, perderanno ulteriore terreno nel medio periodo, dovendo sacrificare la relativa capacità produttiva per trasferirla al più redditizio comparto premium, al fine di salvaguardare le forniture strategiche dei primi equipaggiamenti e mantenere la profittabilità. Questa sarà l’elemento fondamentale per i necessari impegni in recupero della capacità produttiva domestica – indispensabile dopo aver compreso la vulnerabilità agli shock esogeni delle catene di valore troppo lunghe – ed i vitali e consistenti investimenti nel campo della sostenibilità utilitaristica: sostenibilità non fine a sè stessa, ma in grado di produrre benefici aziendali, tanto nei fatturati quanto all’effettivo accesso al credito[12].

Nel lungo periodo il contrasto alla crisi si giocherà su vari piani, partendo da forti investimenti sulla ricerca di materie prime sostitutive e di migliore accessibilità.

Ad esempio, il Tarassaco o dente di leone, grazie al suo contenuto di lattice fino al 15%, si dimostra un’interessante alternativa casalinga al lattice naturale[13], anche se in competizione con altre coltivazioni.

Sui 3,6 milioni di tonnellate di pneumatici fuori uso[14] che l’Europa genera ogni anno, i produttori hanno concentrato gli sforzi per estrarre il carbon black, valida alternativa al prodotto vergine[15].

Riciclando le bottiglie di plastica raccolte in Europa[16] sarebbe già teoricamente possibile produrre tele di carcassa[17] per l’intera produzione del Continente[18].

In seconda battuta, la rinnovata consapevolezza sull’utilizzo efficiente delle risorse dovrebbe dare nuova linfa al mercato degli pneumatici ricoperti, prodotto realmente sostenibile ma tuttora in Italia poco valorizzato dal mercato – nonostante gli interessanti ritorni ambientali ed economici[19] – e poco sostenuto dalla politica, al di là di qualche iniziativa limitata alle forniture pubbliche[20]. Fuori dai nostri confini, dove il comparto lavora solo pneumatici di taglia medio-grande, i grandi gruppi sono già tornati ad investire in un settore molto promettente nel panorama del trasporto automobilistico[21].

immagine da Unsplash

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Quello che si prefigura all’orizzonte europeo è un mercato solcato da una profonda distinzione di offerta al pubblico, classificabile in tre categorie:

1. pneumatici di fasce budget, prevalentemente importati dai paesi in via di sviluppo, destinati a consumatori poco esigenti e la cui offerta di valore si basa sul basso costo di acquisto.

2. prodotti di fascia value, per i clienti attenti che cercano un giusto compromesso tra costo, resa ed impronta ambientale: la classica proposta di prodotti nuovi europei sarà affiancata e sostenuta da un’offerta sempre più ampia di pneumatici ricostruiti di alta qualità in grado di rispettare i più severi requisiti del settore, secondo le ormai pressanti richieste del pubblico giovane, più sensibile ai temi ambientali che affascinato da marchi e differenti proposte di valore.

3. Pneumatici di fasce premium, frutto di una produzione domestica in grado di sfruttare le più avanzate tecnologie in tema di riutilizzo e valorizzazione delle risorse di recupero, destinati ad una clientela esigente in fatto di prestazioni di prodotto ma soprattutto in grado di offrire al consumatore un acquisto che rispetti tutti i parametri di sostenibilità, tanto nella produzione quanto nell’utilizzo[22].

Il primato tecnologico europeo sul prodotto, recuperabile con il tempo e l’esperienza dai produttori emergenti, sarà sempre più sostenuto e valorizzato da proposte orientate ai servizi[23] connessi alla gomma piuttosto che dalle caratteristiche intrinseche del prodotto stesso, difficilmente caratterizzabili tra le proposte dei leaders. Partendo dall’esempio dei veicoli industriali[24], dove il macchinoso ed inefficiente controllo manuale delle pressioni di esercizio delle gomme – direttamente coinvolte nella sicurezza d’uso e nella corretta gestione dei costi complessivi del veicolo – è ormai delegato alla tecnologia, risulta evidente come la competitività sarà sempre più giocata su manutenzione predittiva e possibilità di offrire al cliente proposte di consumo personalizzate e data-driven.

 

NOTE

[1] 2009-edition-etrma-statistics.pdf

[2] What’s in your tires? | Continental tires (continental-tires.com)

[3] Carbon Black Market Report: Global Industry Analysis, 2030 (ceresana.com)

[4] Pressemitteilungen (Übersichtsseite) (wdk.de)

[5] Cina: il razionamento dell’energia dimezza la produzione di pneumatici di alcuni produttori locali – Pneusnews.it

[6] Drewry – Service Expertise – World Container Index – 31 Mar

[7] Cnh: ci preoccupa la carenza di pneumatici – Pneusnews.it

[8] After microchip crisis, worldwide tire shortage set to jolt auto industry – Business & Finance – Business Recorder

[9] REGOLAMENTO DI ESECUZIONE (UE) 2018/ 1690 DELLA COMMISSIONE – del 9 novembre 2018 – che istituisce dazi compensativi definitivi sulle importazioni di determinati pneumatici, nuovi e ricostruiti, del tipo utilizzato per autobus o autocarri, con un indice di carico superiore a 121, originari della Repubblica popolare cinese e che modifica il regolamento di esecuzione (UE) 2018/ 1579 della Commissione che istituisce un dazio antidumping definitivo e dispone la riscossione definitiva del dazio provvisorio istituito sulle importazioni di determinati pneumatici, nuovi o ricostruiti, di gomma, del tipo utilizzato per autobus o autocarri, con un indice di carico superiore a 121 originari della Repubblica popolare cinese e che abroga il regolamento di esecuzione (UE) 2018/ 163 (europa.eu)

[10] Entra in funzione l’impianto ampliato di Bhuj di Bkt

[11] Bkt, impianto di carbon black presto a pieno regime nello stabilimento di Bhuj 

[12] Le imprese sostenibili meritano credito bancario ma serve più chiarezza sul valore Esg

[13] continental bicycle Urban Taraxagum (continental-tires.com)

[14]  Europe now recycling 92% of scrap tires, according to ETRMA | Tire Business

[15] Carbon black: Bridgestone e Michelin insieme per usare quello riciclato – L’Industria della Gomma (industriagomma.it)

[16] Bottiglie di plastica: in Europa ogni anno se ne consumano 46 miliardi, primato all’Italia – Euro Company

[17] Recycled PET bottles to be used in new tires from 2022 | Continental tires (continental-tires.com)

[18] Slide 1 (etrma.org)

[19] 50 milioni di euro risparmiati nel 2020 grazie ai pneumatici ricostruiti | Centro Studi Promotor

[20] Pneumatici ricostruiti per il trasporto pubblico

[21] Retreading at former Bridgestone plant 

[22] Nuova tecnologia rileva le microplastiche prodotte dagli pneumatici | Consiglio Nazionale delle Ricerche (cnr.it)

[23] Nasce Pirelli Care, il nuovo modo di acquistare pneumatici e servizi con pagamento mensile – Pneusnews.it

[24] Controllo remoto della pressione, le flotte ringraziano (pneurama.com)